Previdenza

Un flop del’Inps

Il 14 aprile, l’INPS fa sapere che si può chiedere il bonus di mille euro per i nati nel 2025.
Prima cosa: “chiedere”. Non è più accettabile che gli italiani e, ancor peggio, le italiane, debbano essere costrette a replicare il rito umiliante della supplica -sotto mentite spoglie- che si rivolgeva al sovrano da parte dei sudditi ai tempi delle monarchie assolute. È una vergogna ulteriormente aggravata dalla “qualità” del destinatario di questa disposizione: le giovani coppie. Le mamme e i padri quando realizzano questo grandissimo progetto di famiglia svolgono un ruolo che è nell’interesse dell’intera società e non certo nel proprio esclusivo interesse come qualche comunista di vari decenni fa riteneva. Quindi lo Stato deve premiare e farsi carico delle spese relative; non certo con regalie miserrime e quindi offensive ma con una regalo fantastico…! Che deve essere decisamente sopra le righe!
Regalo che restituisca fiducia nello Stato e in se stessi e quindi nel futuro. Questo è il punto politico.
Ma questa elemosina prevista dalla legge oltre a tradire una mentalità superata e miserrima (e ci fermiamo qua) conferma la qualità dei “tecnici” deputati a decidere l’importo della somma! A che scuola hanno studiato? Hanno capito che la situazione è drammatica? Hanno capito che le nostre ragazze devono sentirsi coccolate dallo Stato e non assistite e, tanto meno offese? Glielo hanno detto che quelle ragazze hanno una dignità? Sanno che gli euro spesi nei ragazzi tornano centuplicati in meno di venti anni? Quale sarebbe il senso di questa mancia? Perché la mamma deve umiliarsi nel fare una “domanda”? Non lo sanno che il bambino è nato? Devono andare loro, gli impiegati, a complimentarsi, gioire assieme alla mamma e al babbo, e augurare -con le mani piene e ufficialmente con tanto di fascia tricolore- un futuro radioso!!!! Che senso ha offendere la madre con mille euro? È questo il senso del patriottismo odierno?
L’anno scorso sono nati in Italia meno di 400.000 bambini quindi in un anno si spenderebbero dando mille euro per bambino  quattrocento milioni. Probabilmente meno di quanto si è speso per i festeggiamenti meravigliosi e regali tributati a Carlo III e consorte. E non si incentivano nuove nascite. Un flop incredibile.
La verità è che la mentalità accattona che imperversa negli uffici ha contagiato da tempo pezzi importanti della politica per consegnarci una idea accattona della vita pubblica.
Noi, da queste colonne abbiamo indicato in centomila euro la cifra giusta per indurre anche le ragazze determinate all’aborto a cambiare idea e a offrire all’Italia un nuovo italiano. Si tratterebbe, qualora nella migliore ipotesi, le nascite raddoppiassero, di devolvere al contrasto dello spopolamento e della denatalità meno del controvalore del gettito IMU e meno di quanto “investito” in ripulitura facciate e molto meno di quanto si devolve alle banche sottoforma di interessi sul debito!!! Naturalmente è un intervento da limitare agli italiani e alle aree in via di spopolamento lasciando fuori le grandi città già invivibili. Naturalmente, ancora, si tratta di un regalo al bambino affidato alla discrezione totale della mamma. Naturalmente, infine, si tratta di un titolo di Stato scadente alla maggiore età del bambino e quindi fruttuoso di un interesse e liberamente scambiabile in modo da monetizzarlo in toto o in parte in caso di necessità o di spese come quelle per gli studi.
Insomma senza pagare un euro avremmo risposto alle seguenti questioni: denatalità, spopolamento, caro studi, caro cibo, caro abbigliamento, caro fitti, caro farmaci, dubbio nella scelta lavoro-maternità, (lasciando nella penna altro) cioè lo Stato così fa lo Stato e non l’elemosiniere riconoscendo l’interesse collettivo a contrastare in modo deciso questo fenomeno che decenni di governi dissennati avevano prodotto demolendo certezze e fiducia in se stessi e nel futuro di intere generazioni.
Molto tempo fa quando nasceva un bambino i parenti facevano a gara a donargli oro e danari che avrebbero testimoniato la gioia e la partecipazione allo sforzo economico che ci sarebbe stato; oggi questo non si fa più per ragioni che tutti conoscono. È un passo indietro enorme nella nostra socialità ed è un passo avanti della barbarie asociale che il liberismo e connesso individualismo sfrenato hanno promosso.
Qualcuno deve cominciare a dire: basta; va ritrovata orgogliosamente la nostra identità.
Canio Trione

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