Cronaca & Politica
“Vita di un comunista antifascista salernitano”: un viaggio nella memoria dimenticata di Giuseppe Colasanto

La storia non è mai solo un insieme di eventi passati, ma un campo di battaglia su cui si combatte per determinare chi ha il diritto di raccontarla. Giuseppe Colasanto, nel suo libro “Vita di un comunista antifascista salernitano”, ci offre uno spunto per riflettere sulla memoria, sulla verità e sull’importanza di non lasciare che il passato venga manipolato o dimenticato. Il libro, che sarà presentato a Salerno il prossimo 30 marzo alle 18 presso la Chiesa dei Morticelli, racconta la figura di suo nonno, un antifascista autentico che ha vissuto in prima persona la resistenza contro il regime fascista.

La presentazione del libro è più di un semplice evento culturale: è un invito a non lasciarsi ingannare dalla retorica dominante che, troppo spesso, tende a ridurre la complessità della storia a un racconto monolitico e uniforme. “Chi controlla la memoria, controlla il passato. E chi controlla il passato, orienta il futuro” recita uno degli slogan che accompagneranno l’evento, un monito che sottolinea l’importanza di una narrazione storica che non si arrenda alla distorsione.

Il racconto di Colasanto non si limita a essere una biografia personale, ma una riscoperta di pagine dimenticate della lotta antifascista nel territorio salernitano. La figura di suo nonno diventa simbolo di una resistenza che, purtroppo, non sempre ha trovato spazio nei libri di storia ufficiali. Questo libro non è solo una testimonianza di un uomo che ha lottato per la libertà, ma anche una riflessione sulle ingiustizie che ancora oggi possono nascere dal silenzio su certe verità.

Una storia di resistenza nel cuore del Sud

La narrazione si concentra non solo sulle vicende di un singolo, ma sulla realtà di un’intera comunità che si è opposta alla dittatura fascista, spesso ignorata dalla storiografia ufficiale. Colasanto riesce a dare voce a una memoria che sarebbe altrimenti destinata a svanire, restituendo dignità a chi ha scelto di lottare, di resistere e di difendere i valori della democrazia, della libertà e della giustizia sociale.

Salerno, infatti, è stata una delle città in cui il fascismo ha avuto una forte presa, ma anche dove molte persone hanno saputo opporsi a questa oppressione. La resistenza salernitana è fatta di storie individuali, di uomini e donne che hanno scelto di non piegarsi alla violenza del regime. Eppure, questi racconti sono spesso stati oscurati o minimizzati, come se non avessero avuto peso nel determinare l’andamento degli eventi.

La presentazione del libro è un’occasione per riscoprire queste storie, per dare loro finalmente il riconoscimento che meritano. “Ci hanno detto che la storia è già stata scritta… Ma da chi?” si domanda l’autore. E davvero, chi ha avuto il potere di scrivere la storia? È necessario porsi questa domanda, specialmente in un periodo in cui la memoria storica sembra essere continuamente messa in discussione e riscritta per adattarsi a nuove narrazioni.

Il libro di Giuseppe Colasanto, quindi, non è solo una testimonianza storica, ma una sfida all’oblio. Un invito a ricordare, a non dimenticare, e a lottare contro le distorsioni della verità. La storia di suo nonno è quella di un antifascista che ha scelto di fare la cosa giusta in un contesto difficile, ma la sua vicenda è anche quella di tanti altri che hanno lottato per la libertà e per una società giusta.

La presentazione a Salerno sarà un’occasione per parlare di antifascismo, di memoria e di come la storia deve essere custodita e tramandata alle nuove generazioni. Il libro di Colasanto ci invita a non accettare passivamente le narrazioni ufficiali, ma a fare nostro il compito di custodire la verità storica. In un momento in cui le ideologie estreme sembrano riaffacciarsi, ricordare il sacrificio di chi ha lottato contro il fascismo è un atto di grande attualità.

Domenica 30 marzo, ore 18, Chiesa dei Morticelli di Salerno. Un incontro che non solo celebra la memoria di un antifascista salernitano, ma che invita ognuno di noi a riflettere su quanto sia vitale preservare e raccontare la storia in tutta la sua complessità e verità.

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