Cronaca & Politica

Riscatto agevolato della laurea, cambiamenti reali e strutturali

di Dario Giannicola

 

Un Decreto Legge che può rivoluzionare il riscatto degli anni di laurea. Il disegno di legge presentato dalla senatrice Carmela Bucalo di Fratelli d’Italia per docenti e ATA è approdato al Senato. Rischio di una società di figli e figliastri.

La Commissione Istruzione del Senato lavora con impegno ed il riscatto agevolato della laurea, da un costo di circa trentamila euro a circa quattromilacinquecento euro, è sempre più vicino.
Da seimila euro l’anno, con la nuova proposta, si scenderebbe a circa novecento euro annui, rateizzabili. Una misura che, sulla carta, sembra voler agevolare i lavoratori, rendendo il riscatto della laurea più accessibile, ma che rischia di tradursi in un privilegio per pochi, discriminando intere categorie di lavoratori.
Il testo del decreto sembra limitare l’agevolazione a categorie specifiche, come insegnanti, forze dell’ordine e dipendenti pubblici di determinate aree, ma esclude milioni di altri lavoratori del settore pubblico, come ad esempio i dipendenti di altre amministrazioni statali o enti locali.
Un insegnante potrà riscattare la laurea con poco meno di tremila euro, mentre un altro dipendente pubblico potrebbe non beneficiare della stessa agevolazione ed andrebbe a pagare l’intero importo, pari a diciottomila euro.
Una disparità insostenibile che contrasta con l’’articolo 3 della Costituzione, con il principio di ragionevolezza e con la parità contributiva, determinando di fatto una società a due velocità, dove i figli sarebbero  gli insegnanti, le forze dell’ordine e pochi altri dipendenti pubblici beneficiari di pensioni anticipate e costi ridotti per riscattare gli anni di laurea, mentre diventerebbero figliastri gli altri dipendenti pubblici, i lavoratori privati e gli autonomi che andrebbero a  pagare molto di più per poter godere dello  stesso diritto.
L’impegno del  Senato dovrebbe inizialmente  estendere l’agevolazione a tutti i lavoratori del settore pubblico,  per poi  valutare l’applicazione del  principio “stesso titolo, stesso costo”.
Le agevolazioni dovrebbero avere come base di partenza il  merito contributivo e non le categorie professionali specifiche, quantomeno per scongiurare la costituzione di nuovi privilegi.
L’obiettivo sarebbe favorire l’equità a prescindere da comparti, settori , età media e burnout, con l’auspicio di promuovere nei fatti una opzione concreta per il reale anticipo del pensionamento.

 

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