La sinistra rispolvera Ventotene
Editoriale
di Romina G. Bottino
Vice Direttore
Sempre più a corto di programmi, la sinistra si dimena nella dimensione del nulla, dove ancora dopo ottant’anni si va ciarlando di Fascismo e di Manifesto di Ventotene.
Impolverata e sconfortante memoria del morto e sepolto, al servizio dello spauracchio.
La manifestazione, che si è svolta in questi giorni a Roma, ha evidenziato una profonda divisione e confusione tra i gruppi politici dell’opposizione: manifestano per sostenere la UE, non si capisce contro chi o perché, ma poi contestano le stesse decisioni guerrafondaie prese dalla Commissione europea, mentre altri gruppi come i Cinque Stelle si dissociano dalla piazza dei manifestanti.
Che la confusione nell’opposizione regna sovrana lo ha abilmente dimostrato la premier Meloni col suo intervento di qualche giorno fa alla Camera, infatti con spirito critico ha letto il manifesto di Ventotene, tanto osannato in questi giorni dalla sinistra, ne ha fatto notare i contenuti anacronistici e i pensieri che sono ben lungi, per come furono formulati il 1941 da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, dal poter essere definiti dei principi fondatori dell’UE.
In effetti il documento, pensato e steso negli anni del confino a Ventotene dai due oppositori del fascismo, nasce da idee bolsceviche e rivoluzionarie, decisamente antidemocratiche, che prefiguravano una Europa federale, da attuarsi con metodi tutt’altro che pacifici.
Purtroppo l’ignoranza del testo, che sicuramente quasi nessuno ha mai letto, come non lo ha mai letto l’opposizione, cosa che si evince dalle esternazioni di questi giorni di molti esponenti dell’opposizione parlamentare, unita dalla superficialità ha portato alcuni deputati ad affermare che la nostra Costituzione, nel suo nascere, sarebbe stata addirittura influenzata da quello scritto: niente di più falso e assurdo!
I fatti di questi giorni hanno evidenziato che la storia nel nostro paese è poco studiata e conosciuta o male interpretata.
La nostra Costituzione fu pensata e scritta dai padri costituenti, che facevano capo ai tre grandi partiti di massa, gli stessi che determineranno la vita futura della neonata Repubblica italiana.
È opportuno ricordare che i padri costituenti appartenevano per il 35% dei voti alla Democrazia Cristiana, per il 21% al Partito Socialista di Unità e per il 19% dei voti al Partito Comunista Italiano.
Dopo l’intervento della premier Meloni l’opposizione si è abbandonata ad una insensata violenza verbale contro il primo ministro, accusandola addirittura di tradire i principi costituzionali, dimostrando con tali accuse di non conoscere neppure il testo della Costituzione.
Purtroppo sono proprio questi comportamenti e queste affermazioni incoerenti e bipolari, unitamente alla mancanza di un serio programma politico, attento ai problemi dei cittadini, a far perdere sempre più consenso alla sinistra, che continua a non rendersene conto.
Anche denigrare quel sano nazionalismo, che non è razzismo o chiusura, ma cura dei propri interessi economici, sociali e culturali, fa male a questa sinistra e la allontana sempre più dal Paese reale.
Purtroppo la politica portata avanti in questi anni dalla sinistra, anche in Comunità europea, non ha mai salvaguardato gli interessi nazionali, che invece sono stati ben protetti dagli altri Paesi, vedi Francia e Germania.
Il manifesto di Ventotene non influenzò né la stesura della nostra Costituzione, né l’ideazione della struttura dell’Unione Europea, che prese forma a partire dagli anni novanta dello scorso secolo, ma non in senso federale, come, invece, è scritto nel manifesto.
Fu l’opera di De Gasperi, che consolidò la democrazia in Italia e concretizzò la ricostruzione economica, a promuovere la cooperazione internazionale come base per la pace e per l’unità europea.
Egli voleva un’Europa unita che, senza sostituirsi ai singoli Stati, consentisse loro di integrarsi e di sostenersi a vicenda, lavorando insieme.
De Gasperi contribuì a creare quello che può essere definito il primo nucleo di quella che poi sarà la U.E., ossia la Comunità Europea del carbone e dell’acciaio, CECA.
La sua fu una grande leadership: egli fece dell’Italia, Paese sconfitto, materialmente e moralmente distrutto ed umiliato all’indomani della Seconda Guerra mondiale, un importante alleato degli Stati Uniti; non fu un’impresa facile intessere questi rapporti di fiducia se si considera che all’epoca era presente in Italia uno dei più grandi partiti comunisti dell’Europa occidentale.
Quindi il manifesto di Ventotene non determinò, soprattutto per i modi antidemocratici portati avanti, nessun evento storico o ideologico nella futura Europa.
“Il futuro non verrà costruito con la forza, nemmeno con il desiderio di conquista, ma attraverso la paziente applicazione del metodo democratico, lo spirito di consenso costruttivo e il rispetto della libertà”.
(A. De Gasperi)