Riarmare l’Europa per distruggerla
“Per quanto non si possa dire pubblicamente, il fatto è che l’Europa per consolidarsi avrà bisogno di una guerra contro l’Unione Sovietica da saper fare al momento buono”. (Diario europeo – Altiero Spinelli, pag. 175, Il Mulino 1948/69)
Come ammetteva il suo padre fondatore, l’Unione Europea per sopravvivere ha bisogno della guerra con la Russia, non della pace. Per questo dalla UE non basta uscire. Essa va distrutta, per poi cospargere di sale le sue rovine, nelle varie sedi istituzionali, di modo che non rinasca mai più. Perché questo amalgama impossibile è nato sul falso, subdolo e solo in apparenza seducente principio del “trionfo della democrazia”, che tradotto nella neo-lingua significa: un governo di pochissimi e perlopiù banchieri.
Salvare la storia dalla violenza della politica è un compito cui nessuno può sottrarsi, ci ricordava Ida Magli in uno dei suoi tanti scritti rivolti agli Italiani, per scuoterli dalla ferocia del progetto europeo, che la studiosa era riuscita a “vedere” cogliendone sin da subito gli aspetti più insidiosi. Dato che per lei, “nulla era nascosto meglio di ciò che sta sotto gli occhi”, le era chiarissimo, dopo aver letto il Trattato di Maastricht nel lontano 1992, scorgere le nefaste realtà politiche, economiche e sociali che si sarebbero dipanate. Fenomeni come l’omologazione dei popoli, l’uguaglianza “concreta” fra tutti gli individui, la mondializzazione dei costumi, la riduzione delle religioni ad un’unica, generica fede in un Dio creatore, e soprattutto la libertà assoluta del mercato, a suo avviso avrebbero portato ad un Potere ramificato in innumerevoli tentacoli sotto la forma di associazioni e organismi per sopraffare i popoli. E aveva compreso che un’organizzazione fortissima, con un disegno ben definito, alla quale avrebbero aderito gli uomini più potenti e i banchieri più ricchi del mondo, sarebbe riuscita a realizzare un “progetto quasi non possibile: l’eliminazione degli Stati”. A favore di un mondo plasmato in un unico ordine e diretto da un unico governo.
L’antropologa dal ’92, con gli efficaci strumenti della sua disciplina studiò l’itinerario che si avviava ad intraprendere l’Europa notando subito una singolarità, i suoi libri, come quelli di altri autori che si occupavano di mondialismo e dei disastri a cui avrebbe portato la moneta unica, non venivano commentati. La prova di tale silenzio diceva, è chiarissima: i mezzi d’informazione appartengono ai grandi finanzieri e ai grandi banchieri mondialisti. Per questo tacciono. E’ un nuovo tipo di totalitarismo, impercettibile ma efficace, perché costringe in modo assoluto, tutti i politici e i giornalisti al silenzio. I vecchi uffici di censura sono stati gradualmente scalzati via dall’avvento dalle varie Leghe Antidiffamazione concepite per sorvegliare e punire i semplici cittadini per qualsiasi espressione non rispondente ai principi del politicamente corretto e oggi dell’ideologia Woke. D’altronde, se la meta da raggiungere è la realizzazione di un’unica e indefinita civiltà planetaria, il cammino da percorrere si avvale di precise tappe. Come prima cosa a distruzione delle identità nazionali, da perseguire attraverso la sovversione dei valori; poi il controllo centralizzato di tutti i sistemi educativi e l’eliminazione della conoscenza della storia. Il sapere che avrebbe ostacolato l’accettazione del Nuovo Ordine Mondiale.
Ai suoi occhi attenti non sfuggì che da un giorno all’altro le due guerre mondiali del Novecento furono trasformate concettualmente, per essere poi definite: “Un’unica guerra civile”. Una falsificazione della storia clamorosa, inaudita, ma in linea con il mirabile partito del Socing: “Chi controlla il passato controlla il futuro”. L’invenzione della “guerra civile” aveva invece una sua logica nel distopico progetto di Unificazione: se i popoli d’Europa sono “fratelli”, un’unica Nazione, un unico Stato, la guerra fra di loro è una “guerra civile”, ovviamente. La studiosa aveva compreso che attraverso il linguaggio si plasmano in profondità pensieri, concetti e sentimenti non soltanto di singoli individui, ma di moltitudini, di popoli interi, affinché possano somigliarsi. E notava: “Tanto più l’uomo è privo di volontà personale, tanto più obbedisce a chi comanda”. Paradossalmente, proprio nell’Unione Europea i popoli non hanno diritto ad esprimere la propria opinione sulla politica estera, ossia sulla pace e sulla guerra. Essi sono inermi di fronte a chi detiene il potere. Oggi ci è particolarmente chiaro che tutta la costruzione del Progetto Europa è servita ad un cruciale ribaltamento: i banchieri governano, i politici eseguono. Infatti, il sigillo dei banchieri è chiarissimo e riconoscibile, ridurre al minimo la quantità di contante disponibile, fino a farla magari sparire del tutto. E’ questo che costituisce il massimo del controllo, e dunque il massimo del dispotismo.
Ma i popoli d’Europa sono ormai un’accozzaglia indistinta; sudditi di Stati che non sono più tali e di un finto Sovrastato. Così l’Italia, da tempo non è più una Nazione libera e sovrana in quanto non batte moneta e non ha più i propri confini. E l’Europea non è né una Stato, né un Sovrastato, tutto quello che ha fatto e fa è pertanto illegittimo, falso e ingannevole, ricorda Magli. Il problema è allora il seguente, dove ci porteranno dei mentitori così spudorati e traditori dei popoli che tanto si spesero nel farci credere che l’Unione Europea nasceva come patto per la pace, per evitare che proprio quegli Stati che si erano fatti la guerra in continuazione, continuassero a farsela? Basta enumerare le guerre che viceversa si sono succedute dal ’92 a partire da quella Balcanica, passando per l’Irak, Afganisthan, Libia, inclusi i conflitti prodotti dalle primavere arabe, per inquadrare meglio l’attuale ruolo di Ursula Von der Leyen. Presidente di una Commissione non eletta, ma paradossalmente l’unico organismo istituzionale ad esercitare sia il potere legislativo che esecutivo.
La baronessa ha tuonato: “La UE deve riarmarsi, finite le illusioni. Momento della pace attraverso la forza”. E quale eccitazione accompagna queste parole, quale seguito elettrizzante genera nella maggior parte dei capi di governo europei, ma quanto sgomento, rabbia, sdegno, sentimento di oltraggio suscita nei popoli. Il conto del riarmo stabilito in tutta fretta, di 800 miliardi circa, dovrebbe renderci davvero più sicuri, togliendo la medesima cifra a ospedali, strade, varie infrastrutture, scuole, arte e cultura? A quali tradimenti inauditi stiamo assistendo. Eppure, Ida Magli ci aveva avvisati e fatto capire nei modi più rigorosi e dettagliati che la costruzione dell’Unione Europea è stata pensata e compiuta da persone pericolosissime perché adoperano il sapere e il Potere contro di noi, contro tutti i popoli, in funzione degli scopi che si sono prefissi. Come non vedere infatti, nelle vicende del momento, una sgangherata farsa da far accettare alla popolazione resa mansueta, plagiata e sempre più truffata. Dovremmo armarci per fare dispetto a Trump e andare contro Putin, anche se finora l’Europa non ha ricevuto alcuna minaccia dalla Russia.
Ma l’UE, manovrata dal “Laboratorio per la Distruzione”, concepito per prendere il comando dei governi e dei politici è nata e si è sviluppata accelerando alcune sue fasi proprio grazie alle crisi. L’avevano già scritto Helmut Schmidt e Jean Monnet, “l’Europa vive di crisi”; dato che ogni suo sviluppo è Stato determinato da una crisi, che a sua volta ha provvidenzialmente “suggerito” i rimedi per superarla. Un esempio eloquente è quello della espansione del debito, e di una serie di sistemi restrittivi per la popolazione, in occasione della recente pandemia.
L’attuale riarmo per un nemico inesistente impoverirebbe pesantemente gli Europei, i quali sembrano ingombranti in questo Continente, quasi degli usurpatori, illegittimi occupanti di un suolo destinato ad altri. La popolazione delle Nazioni d’Europa pare contaminare il territorio su cui risiede da millenni. La salvezza sembra consistere nella eliminazione, distruzione, o definitiva sottomissione di questi popoli. “Vittime ignare e indifese nelle mani di governanti traditori etero diretti, che sanno e che non sanno, ma che in ogni caso sono talmente accecati dalla passione esclusiva del proprio potere da non riservare neanche un pensiero al popolo di cui sono responsabili”. Senza rinunciare mai a denunciare e smascherare la realtà implacabile delle cose, Ida Magli è anche la studiosa che sapeva bene, conoscendo la storia degli Italiani, quanto solo la ribellione dell’intelletto, più che della spada, può combattere e mettere in crisi il Potere.
Rosaria Impenna