Cronaca & Politica

Intervista al Prof Giordano sui meccanismo generici dello stress paterno

Intervista al Prof. Antonio Giordano, Direttore di S.H.R.O. sui meccanismi genetici che regolano la trasmissione genetica dello stress paterno Professore Giordano, e grazie per averci concesso questa intervista. La ricerca recente sui meccanismi genetici che collegano lo stress paterno allo sviluppo cerebrale della prole ha suscitato molta attenzione. Può spiegare, in termini semplici, cosa hanno scoperto i suoi ricercatori?

Prof. Antonio Giordano: Buongiorno, grazie a voi per l’opportunità di parlare di questa ricerca. In breve, la scoperta ha rivelato che lo stress vissuto dai padri può influenzare lo sviluppo cerebrale dei loro figli. Siamo abituati a pensare che l’ambiente materno, durante la gravidanza, giochi un ruolo fondamentale nello sviluppo del bambino, ma questa ricerca ha mostrato che anche lo stress del padre, attraverso modificazioni del suo sperma, può avere effetti significativi sullo sviluppo cerebrale della prole.

Questo è un risultato sorprendente, perché solitamente si parla più dell’influenza dell’ambiente materno. Qual è il meccanismo alla base di questa influenza paterna?

Prof. Antonio Giordano: La chiave di tutto questo è la cosiddetta epigenetica. Quando il padre vive situazioni di stress, queste modificano l’espressione di alcuni geni nello sperma. In pratica, lo stress cambia il “piano di lettura” dei geni, ma senza alterare la sequenza del DNA. Questi cambiamenti possono poi essere trasmessi alla prole e influenzare lo sviluppo cerebrale dei figli. Quindi, non solo la genetica, ma anche l’ambiente in cui i genitori vivono può avere un impatto sul futuro dei bambini, e questo avviene attraverso meccanismi particolari di trasmissione genetica.

Se ho capito bene, non è solo l’ambiente in cui cresce il bambino, ma anche l’ambiente che i genitori vivono prima del concepimento che può avere un effetto duraturo sullo sviluppo del bambino?

Prof. Antonio Giordano: Esattamente. L’ambiente in cui vivono i genitori, e in particolare lo stress che possono affrontare, non solo modifica il comportamento, ma può anche influenzare le capacità cognitive e lo sviluppo cerebrale dei figli. È un concetto che cambia radicalmente la nostra comprensione dei fattori che influenzano lo sviluppo cerebrale. Prima, l’attenzione era focalizzata quasi esclusivamente sulle madri durante la gravidanza, ma ora sappiamo che anche i padri, con le loro esperienze ambientali, giocano un ruolo fondamentale nel modellare il futuro neurologico dei loro figli.

Questo apre a scenari molto interessanti. Come pensa che questa ricerca possa influire su future politiche sanitarie o educative?

Prof. Antonio Giordano: La ricerca suggerisce che la salute mentale e fisica dei genitori, e in particolare dei padri, dovrebbe essere presa più in considerazione nelle politiche di salute pubblica. Programmi di supporto psicologico e di prevenzione dello stress non dovrebbero limitarsi solo alle donne in gravidanza, ma anche agli uomini. In effetti, un approccio più integrato e inclusivo, che consideri entrambi i genitori, potrebbe portare a un miglioramento del benessere generale e del futuro neurologico dei bambini.

Quali sono i passi successivi per il suo team in questo campo di ricerca?

Prof. Antonio Giordano: Stiamo continuando a studiare come lo stress paterno alteri l’espressione genica nello sperma e come questi cambiamenti influenzino il cervello dei figli a lungo termine. Inoltre, vogliamo capire meglio quali fattori ambientali specifici — come lo stress da lavoro o relazioni familiari difficili — siano più impattanti. Infine, stiamo cercando di identificare possibili interventi terapeutici o prevenitivi per ridurre l’impatto negativo dello stress paterno sulla prole.

Professore Giordano, la ringrazio per questa interessante intervista e per aver condiviso con noi i risultati di questa ricerca così innovativa.

Prof. Antonio Giordano: È stato un piacere. Grazie a voi per l’opportunità di parlare di un tema così rilevante. Spero che le nostre scoperte possano contribuire a un futuro migliore per le nuove generazioni.

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