Cronaca & Politica, Politica internazionale

L’agonia del Vecchio Continente

EDITORIALE
di Romina G. Bottino
Vice Direttore 

L’insipienza e la sconsideratezza della politica dei vari burocrati della U.E.  sta portando i suoi nefasti risultati sia nell’economia  interna dei Paesi dell’Unione,  che in quella estera; infatti gli Stati dell’Unione dopo essere stati deindustrializzati, a causa delle fallimentari politiche green volute anche dalla Von der Leyen e acriticamente appoggiate dagli altri leader, tartassati, privati della loro sovranità monetaria, politica, della libertà di stampa, d’opinione, di parola, dell’identità personale, grazie alle perspicaci scelte energetiche di Bruxelles  devono ora subire i costi altissimi degli approvvigionamenti energetici, che stanno impoverendo le economie di tutti i Paesi europei, mentre nella vicina Russia, nostra vecchia fornitrice energetica prima della guerra, l’energia  ha un costo irrisorio.
Questa U.E che non ha saputo tutelare i propri cittadini e la propria economia, ha però saputo ben tutelare gli interessi dei grandi gruppi finanziari mondialisti.
La mancanza di un sano buon senso ha portato l’Europa della Von der Leyen a scelte autolesioniste, come schierarsi sconsideratamente con Kiev contro la Russia, in una guerra per procura, senza mai farsi promotrice della pace tra le due nazioni, rinunciando agli economici rifornimenti di gas russo ed al suo immenso mercato interno e, addirittura, attuando sanzioni contro di essa ed impossessandosi, illegalmente, del denaro degli imprenditori russi depositato nelle banche occidentali.
Risibili anche le giustificazioni ufficiali della nostra partecipazione alla guerra perché l’Ucraina era lo Stato aggredito: anche altri Stati nel mondo hanno in corso guerre e hanno subito aggressioni sanguinarie, ma nessuna sensibilità è stata manifestata verso questi dalla Von der Leyen, probabilmente perché sprovvisti di terre rare.
Con questa politica estera la U.E non solo non ha inteso tutelare gli interessi economici dei suoi popoli, ma ne ha minato anche la sicurezza esterna schierandosi contro la nazione più estesa del mondo e, fra l’altro, in possesso delle armi nucleari più potenti costruite sul nostro pianeta, al fine esclusivo, considerata l’odierna ostilità nei confronti del Presidente Trump, di avvantaggiare non gli interessi americani, ma quelli della famiglia Biden.
Lo scenario internazionale che si sta delineando con la nuova Presidenza Trump non lascia alcun margine o alcun ruolo a questa Europa, sicuramente anche per la forte ostilità manifestata, nel recente passato, dai dirigenti europei contro l’attuale Capo di Stato americano. Trump da un paio di settimane ha avviato un dialogo diretto con Putin e recentemente i due sono stati al telefono più di un’ora; sia da parte americana che russa sembra non ci sia alcuna volontà di riconoscere un ruolo alla U.E in  queste trattative di pace, anzi da entrambe le parti si guarda all’Europa con fastidio e distacco soprattutto per le scelte sovietiche in tema di libertà d’opinione adottate dalla U.E in questi anni, come ha affermato il vice premier americano, Vance, a Monaco  la scorsa settimana.
La nuova, pragmatica era trumpiana vuole ridisegnare un diverso scenario geopolitico nel quale l’America imperialista, quale è sempre stata, possa recuperare un ruolo di centralità nel contesto di un nuovo mondo, che ha visto l’affermazione della recente alleanza economico-politica del BRICS e la creazione tra queste potenze demografiche e finanziarie di una nuova moneta di scambio, che ha soppiantato il vecchio dollaro. In questo contesto mondiale così mutato l’Europa, piccola economicamente e demograficamente, è diventata una zavorra a tutti i livelli per l’America di Trump, da qui l’affermazione che la U.E. deve imparare a provvedere a sé stessa e alla sua sicurezza: sta venendo meno tutto quel sistema che, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, ha visto delegata la sicurezza europea agli Stati Uniti.
Trump vuole ridurre le spese americane in Europa e d’altra parte guarda alla NATO come ad un organismo dispendioso e anacronistico visto che non c’è più l’Unione Sovietica da contrastare, essendo scomparsa da più di un trentennio, così come è molto critico verso l’OMS per il suo ruolo e le sue responsabilità nel periodo Covid.
Vance, vice di Trump, nei giorni scorsi a Monaco per la Conferenza sulla sicurezza Europea, ha affermato che il vero nemico dell’Europa è sé stessa. Vance ha denunciato alcuni gravi eventi verificatisi in Gran Bretagna ed in Germania, che hanno visto attaccata rispettivamente la libertà di professare la propria fede e la libertà d’opinione, definendo questo attacco alle libertà fondamentali espressione del vecchio sistema sovietico. Il vice premier americano ha tenuto una vera e propria lezione di democrazia rivolta alla U.E , ma anche alla Gran Bretagna, dichiarando che le volontà dei popoli devono essere sempre rispettate e non è ammissibile quanto è accaduto nelle recenti consultazioni elettorali tenutesi in Romania, dove i risultati delle presidenziali, non essendo stati graditi alla U.E., infatti il vincitore al primo turno è stato il sovranista Calin Georgescu, con una decisione senza precedenti, sono stati annullati dalla Corte Costituzionale rumena per sospette ingerenze russe sui social.
Questo è l’antifascismo, quale contenuto imprescindibile della Democrazia Europea, promosso da chi ancora non riesce a riconoscersi di fatto fascista, rossofascio o ancor peggio sovietico!

“La libertà di espressione, temo è in ritirata in Europa ed in Gran Bretagna.
Questo attacco alle libertà fondamentali sono espressioni del vecchio sistema sovietico” .

Vance

Giova ricordare che quando la Meloni vinse le elezioni vi fu una infelice esternazione o velata minaccia della Von der Leyen in cui affermava che se gli italiani non avevano imparato come votare, secondo le linee guida europee, lei aveva gli strumenti per far cambiare loro idea.

“Se va male abbiamo gli strumenti”
 Von der Leyen

Vance ha ribadito che una sana democrazia si basa sul rispetto delle opinioni della propria gente, che apportano un adeguato confronto e una crescita della società tutta, ma anche sull’accettazione del giusto avvicendarsi politico. I governi devono rispettare le volontà popolari e i valori democratici vanno vissuti.  Ha fatto capire che se questo costume illiberale delle dirigenze europee e questa censura non verranno dismessi non ci saranno più le condizioni per condividere un sano confronto ed un comune cammino con l’America democratica.

“Il maggior nemico dell’Europa non è la Cina o la Russia, ma è all’interno e l’Unione Europea è a rischio di perdere i suoi valori fondamentali condivisi con gli Stati Uniti”
Vance

La situazione europea in tema di libertà democratiche deve apparire molto grave a chi, come la nuova amministrazione statunitense, guarda dall’esterno i nostri sistemi di potere; sembra anche molto grave essere bacchettati da un Paese alleato, dove spesso alcuni valori democratici appaiono sviliti.
Il vice presidente americano, dopo aver denunciato la perdita dei valori della libertà e del rispetto verso i propri popoli da parte dei potenti del Vecchio Continente, ha affermato che l’Europa deve provvedere alla sua difesa.

“Gli Stati Uniti sono diventati la discarica dei problemi di tutti gli altri Paesi”
Donald Trump

Le parole di Vance, insieme alla dichiarazione di Trump di avviare il dialogo di pace con la Russia senza la partecipazione Europea e senza la povera Ucraina, sedotta e ora abbandonata dalla nuova politica americana, hanno sconvolto i vertici europei.
Macron, preoccupato o forse per soddisfare il proprio ego, ha convocato un precipitoso summit di alcuni stati della U.E. all’Eliseo.  La scelta di escludere quasi tutti gli altri Capi di Stato della U.E. dimostra che vi è una loro scarsa considerazione.
Non è stato invitato lo scomodo Orban.
Da questo incontro informale a cui ha partecipato, a chissà quale titolo, anche la bellicosa Gran Bretagna, esce fuori come sempre un’Europa divisa su tutto, incapace di portare avanti una politica comune e confusa a livello strategico, che vuole ritagliarsi un posto al tavolo delle trattative e affiancare l’Ucraina. La mancanza di una visione unitaria affonda purtroppo le sue radici nelle modalità con cui fu pensata e realizzata l’Unione europea che non è uno Stato federale ed è quindi incapace di parlare con una sola voce.
La posta in gioco è molto alta, si tratta di delineare nuove sfere di influenza internazionale, che avranno certamente un ruolo anche nello sfruttamento delle risorse ucraine, e di realizzare la ricostruzione arcimiliardaria dell’Ucraina.
Le guerre sono un grande business sia prima che dopo, lo sa bene l’imperialista America che, per esportare la democrazia, prima demolisce e poi ricostruisce. Trump ha avuto il merito di svelare al mondo cosa si nasconde nel vaso di Pandora, che non è sicuramente l’altruismo disinteressato dell’Europa, ma probabilmente il tentativo di Biden e compagni di impossessarsi privatamente delle preziose terre rare e delle altre risorse ucraine, innescando una guerra per procura che ha visto coinvolta l’Europa quale servo sciocco.
Si è tenuto, in Arabia Saudita, il primo incontro tra il ministro degli esteri russo e quello americano per discutere dell’Ucraina, senza l’Ucraina, segno che, come accadde all’indomani della Seconda Guerra Mondiale, le sorti dell’Europa allora ed ora dell’Ucraina sono nelle mani delle due grandi potenze. Inutile dire che questo primo approccio prelude all’incontro, ben più importante, tra i due Capi di Stato. In questo clima internazionale di fermento ed incertezza i leader dei Paesi europei sembrano essere ancora troppo coinvolti emotivamente contro la Russia per formulare delle proposte obiettive e ragionevoli, o poco affidabili e credibili per il loro cambia casacca, come l’Italia, che dopo aver appoggiato le scelte di Biden ora si è legata a Trump. Ma soprattutto i Capi di Stato europei non si sono resi conto di avere un ruolo marginale, infatti qualcuno, come l’Inghilterra, ha proposto di inviare truppe in Ucraina per controllare l’evolversi della situazione, la Von der Leyen, che vive in un mondo parallelo, ha addirittura proposto di continuare la guerra, non si comprende con quali armi visto che erano in buona parte americane e visto che gli Stati europei hanno svecchiato tutti i loro arsenali, senza ancora aver avuto modo di approvvigionarsi.

“Noi non siamo preparati ad affrontare una guerra in Italia o un attacco, perché negli ultimi anni abbiamo costruito una difesa, una delle migliori al mondo per le operazioni di pace a livello internazionale, ma ci siamo dimenticati che qualcuno potrebbe attaccarci ed anche la Nato ha un problema di armi: non solo di quantità, ma anche di qualità”
Crosetto
 
Il Presidente della Commissione Europea ha proposto di aumentare le spese militari insieme all’Inghilterra, sempre a spese dei cittadini europei, dimenticando che questi, grazie alle politiche europee, verranno a breve privati anche della possibilità di curarsi.
Questi leader europei sembrano incapaci di una sana autocritica e di una valutazione realistica del nuovo scenario internazionale che si sta aprendo e che gli lascia poco spazio di decisione ed azione a causa dei loro passati comportamenti poco coerenti e diplomatici. La situazione  dell’Italia non è migliore: non può distaccarsi dal gruppo europeo di cui ha condiviso tutte le scelte bellicose e si trova ora in una posizione imbarazzante a livello internazionale anche per le ultime dichiarazioni di Mattarella a Marsiglia, che sicuramente non hanno favorito l’inizio di un clima distensivo nei confronti della Russia, anzi se ci fosse stato un pur minimo margine di azione per l’Italia al tavolo delle trattative è stato mandato in fumo in pochi minuti da quelle esternazioni. Il nostro Presidente ha dichiarato che l’attuale Governo russo è assimilabile per la sua politica al nazismo, dimenticando che l’alleato del Terzo Reich fu l’Italia fascista di Vittorio Emanuele III e di Mussolini e che la Russia ebbe un ruolo decisivo nella sconfitta della Germania nazista pagando un prezzo altissimo, secondo le stime più recenti 27
milioni di vittime. Un Quirinale confuso, stravolge la storia e va a ruota libera.

“…il progetto del Terzo Reich in Europa.
L’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura”
Mattarella
 
Queste esternazioni purtroppo, in un momento in cui l’America propone un dialogo di pace, non aiutano l’Italia né ne facilitano il ruolo nel nuovo scenario che si sta aprendo, anzi rischiano di emarginarla sul piano internazionale e alzano una barriera  insormontabile con la Russia, anche contro il volere della maggioranza degli italiani che non ha mai guardato in modo ostile ad una Russia legata, fino a quattro anni fa, da rapporti commerciali con il  Made in Italy per un valore di oltre venti miliardi.
Incomprensibili sono le posizioni e le dichiarazioni della leader del Partito Democratico, Elly Schlein, che chiede alla Meloni di prendere le distanze da Trump dopo le dichiarazioni del suo vice e di difendere la U.E., senza rendersi conto che parla di quella Unione Europea che ci ha coinvolto in una guerra che sta distruggendo la nostra economia per difendere uno Stato non appartenente né alla Nato né alla U.E., una Unione Europea che ha sempre guardato con indifferenza a tutte le altre guerre, non ultima quella di Gaza, una Unione europea che sta minando, la serenità e la sicurezza di tutti i suoi cittadini attraverso l’immigrazione clandestina incontrollata ed ha più che dimezzato il loro potere d’acquisto attraverso tante altre sue leggi inadeguate.
La domanda resta ferma sul perché alcuni leader politici del nostro Paese non si rendono conto che mettere alla gogna l’Italia si traduce in un suicidio politico, diplomatico, economico e sociale del Paese e degli Italiani.
La Schlein con queste sue lungimiranti posizioni potrebbe tranquillamente sostituire la Von der Leyen e poi si che a questa Europa resterebbe solo di tirare lo sciacquone.

 

 

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