Politica internazionale

Germania verso il voto, CDU favorita

Alle urne 59 milioni di tedeschi, nell’incerto clima politico europeo tra atlantismo ed europeismo filo russo, la Germania si prepara a dare la sua risposta politica

A Berlino è tempo di verità e certezza politica, chissà quale verità e chissà quale politica, visto il clima di incertezze e fallimenti politici da parte della coalizione che faceva capo alla SPD di Scholz e ai Verdi di Robert Habeck ora attestata al 15% nei sondaggi, rispetto al 25,7% delle scorse elezioni. Qualcuno rimpiange il passato e in Germania, il passato si chiama Angela Merkel, il presente invece porta l’incubo dell’Alternative Fur Deutshland, l’ultra destra nazionale, partita con un 10,3% nella scorsa campagna elettorale e arrivata al 21,3% in questa tornata elettorale che vede anche i partiti minoritari alla riscossa, e in corsa verso Berlino.
Il Linke, partito di sinistra, escluso dallo stesso Scholz nella più ampia piattaforma social democratica, svetta con un 7,5% e lancia una probabile formazione di governo, con assetto tripartitico e con un Grosse Koalition del tutto uguale al governo precedente.

L’Europa comunque apre le porte alla probabile spinta dell’ala centrista tedesca il CDU-CSU, con un 29,5% sembra che sia il favorito a prendere le redini della cancelleria di Berlino

Friedrick Merz presidente dell’Unione democratica cristiana tedesca ha escluso qualsiasi  avvicinamento all’Afd guidata da Alice Weidel e punta su una formazione politica bipartitica, non troppo affollata. Niente larghe intese, per la favorita CDU e niente improvvisi e repentini capovolgimenti di fronte, a destra e a sinistra. Pare che la stabilità politica della CDU e la fermezza di Merz nel prendere le distanze dalla realtà politiche emergenti in Germania, siano il motivo per cui la stessa CDU, sia la favorita al di sotto della soglia del 30% .
Il popolo tedesco comunque, vive la vigilia del verdetto con l’interrogativo sulle condizioni economiche della Germania, locomotiva della spinta economica produttiva europea. Le ultime stime di Gallup e Reuters parlano  di quella fascia di popolazione che afferma che le cose stiano migliorando scesa dal 43% nel 2023, al 27% nel 2024.

Altantisti, Europeisti, Filo russi. La Germania o meglio, la nuova classe politica tedesca sarà chiamata alla sfida più importante nel panorama politico internazionale e nella politica interna, con il rischio dell’avanzata populista, il clima politico interno si scalda sempre di più, con attori internazionali, pronti ad appoggiare e promuovere i venti sovranisti e populisti

Elon Musk e Donald Trump, sarebbero i principali sponsor d’oltreoceano di Alternative Fur Deutshland, con Alice Weidel promotrice della re-migrazione e in linea con le politiche di Trump in merito alle migrazioni di massa dalle coste africane verso il continente europeo. Ci sarebbero inoltre le questioni riguardanti l’Europa dell’est, il conflitto ucraino, i rapporti con il Cremlino e le forniture di Gas dopo il flop nel gasdotto Nordstream. Un’agenda, quella tedesca che dovrebbe tener conto degli assetti economici internazionali tenuti da Berlino verso l’est europeo, dove la Germania ha delocalizzato le congiunture economiche produttive, oltre all’aspetto economico, ci sarebbero da valutare le posizioni politiche internazionali atlantiste con il fantasma dei dazi di esportazione e le posizioni di Russia e Cina in Europa.
Sulla scia dell’europeismo, Roma e di conseguenza Forza Italia auspica l’arrivo della CDU alla cancelleria tedesca, contrastando gli auspici della Lega e di Matteo Salvini sull’onda delle avanzate sovraniste e fedele alla Dottrina Trump, molto vicini ad un probabile exploit della AFD di Weidel. Se così fosse, in Europa bisognerebbe ripensare al perfezionismo (sulla carta) europeista, in nome di un atlantismo deleterio e nocivo per le economie dell’aera UE. C’è chi inneggia ad una nuova Europa, alimentando la crisi dell’antirazzismo e alle politiche xenofobe e omofobe, c’è chi invece non tiene conto dei disastri della guerra in Ucraina e della minaccia russa, manca chi dovrebbe, ad un tavolo condiviso, porre fine al conflitto in Ucraina spostando i contingenti militari attorno all’area conflittuale ucraina, promuovendo lo spirito del dialogo e della risoluzione pacifica e riattivando le dinamiche economiche e produttive per migliorare le condizioni dei popoli.
Tutto ciò, dovrebbe essere fatto attorno al tavolo della democrazia.

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