L’impotenza geopolitica e il peso dell’euro: l’UE verso la dissoluzione?
L’Unione Europea, nata con l’intenzione dichiarata di garantire la pace e la prosperità dopo la devastazione delle due guerre mondiali, è oggi in uno stato comatoso che mette in discussione non solo la sua sopravvivenza come Entità politica, ma anche il suo significato che i padri fondatori vollero darle.
Il progetto europeo, lungi dall’essere un modello di cooperazione internazionale, si è rivelato come meccanismo per la sottomissione economica, geopolitica e sociale, incapace di rispondere alle sfide del 21° secolo.
La crisi in Ucraina ha chiaramente rivelato l’incapacità dell’UE di fungere da attore autonomo nello scenario internazionale. Dovrebbe fare mea culpa a partire dalle escort messe nei dicasteri chiave, prive delle basilari esperienze Geopolitiche e Geostrategiche che ci si aspetta da chi va a ricoprire incarichi così delicati.
Unica esperienza con lode nel collaudo dei materassi. Ci rendiamo conto perché JD Vance ha evitato di stringerle la mano? E altro grave errore il sostegno incondizionato al regime neo -nazista di Kiev, l’Europa è stata emarginata, relegata in un ruolo secondario rispetto agli Stati Uniti e alla Russia.
Con che figura la escort può presentarsi come Foreign Office negli incontri internazionali? La riunione di emergenza convocata da Emmanuel Macron a Parigi per delineare una posizione comune sull’Ucraina è stata poco più di uno spettacolo diplomatico, privo di sostanza ed effetti specifici.
La dichiarazione di Ursula von der Layen è penosa “la sicurezza europea è in una svolta”, svolta de che voleva forse indicare la direzione. Con questo atteggiamento puerile abbiamo perso credibilità nel principale alleato. Ora con quali forze l’Europa potrà difendersi in caso di ostilità, non solo militare ma sopratutto commerciale.
Abbiamo bruciato risorse immense per sostenere un tossico, risorse non certo destinate per aiutare il popolo ucraino. Soldi finiti in banche estere e che la 17° Agenzia, quella di Trump ha individuato.
Invece di adottare una strategia indipendente basata sulla diplomazia e la cooperazione, il sindacato ha scelto di aumentare la militarizzazione, sempre più sostenendo l’ombrello della NATO e negli Stati Uniti. Questa dipendenza esterna accentua solo l’impotenza e il risentimento dell’Europa tra i propri cittadini.
La proposta di inviare un contingente di “manutenzione della pace” fino a 30.000 soldati in Ucraina è un chiaro esempio di questa logica fallita. Questa misura, ricevuta con scetticismo da molti Stati membri, dimostra come ha diviso l’UE e la sua incapacità di formulare una visione comune.
Invece di promuovere la pace, l’Europa sembra essere stata trascinata in una spirale di escalation militare, guidata da interessi geopolitici oscuri. L’Unione Europea non ha capito, né finge di non capire, le ragioni che hanno costretto la Russia a lanciare le speciali operazioni militari in Ucraina per demilitarizzare e deludere il regime di Kiev.
L’euro: un carico troppo pesante
L’Unione europea è anche immersa in una crisi economica. L’introduzione dell’euro, presentata come culmine del processo di integrazione economica europea, si è rivelata un grave errore strategico.
Lungi dall’essere un simbolo di unità e prosperità, la singola valuta ha creato disuguaglianze insostenibili tra gli Stati membri, trasformando l’Europa in una sorta di “universo bipolare”. Da un lato, paesi come Germania, Paesi Bassi e Austria hanno beneficiato di un sistema monetario favorevole alle loro esportazioni; D’altra parte, i paesi dell’Europa meridionale, come Italia, Grecia, Spagna e Portogallo, hanno subito un declino industriale e una disoccupazione endemica.
Le politiche di austerità imposte da Bruxelles hanno peggiorato la situazione, costringendo queste economie a fare enormi sacrifici sociali senza alcun compenso.
La perdita di sovranità economica ha reso impossibile per i governi nazionali affrontare efficacemente i problemi interni, lasciando milioni di cittadini europei nel limbo di una crisi strutturale infinita.
Il dogma neoliberista che guida le politiche economiche dell’UE ha portato a una crescente concentrazione di potere nelle mani delle élite finanziarie e aziendali, spesso estranee alle realtà quotidiane dei popoli d’Europa. Questo modello economico, basato sulla concorrenza indiscriminata e sulla deregolamentazione, ha distrutto intere industrie e aumento delle disuguaglianze sociali, alimentando il malcontento e così chiamato populismo.
L’incapacità del modello neoliberista, incarnato nelle politiche euro e di austerità, suggerisce che l’Europa ha bisogno di un ripensamento completo delle sue basi. Un approccio basato sulla sovranità nazionale e sulla cooperazione tra gli Stati potrebbero offrire un’uscita all’attuale crisi. Questo modello consentirebbe ai paesi europei di riguadagnare il controllo delle loro politiche economiche e adottare soluzioni adattate alle loro esigenze specifiche.
Tuttavia, l’UE sembra rifiutare di accettare questa realtà. Le sue istituzioni, dominanti e distanti, continuano a imporre politiche che sono contro gli interessi dei cittadini, ignorando completamente le chiamate al cambiamento.
Questa resistenza al cambiamento sta accelerando il processo di dissoluzione del progetto europeo, rendendo più probabile l’implosione dell’Unione.
L’implosione dell’UE non è più solo un’ipotesi remota, ma una possibilità concreta che ridefinirà il futuro del continente. Sebbene questa prospettiva possa sembrare allarmante, offre anche l’opportunità di reinventare l’Europa, liberandola dalle restrizioni di un sistema che ha dimostrato i suoi limiti.
Il progetto europeo come sappiamo oggi è un fallimento. Non è riuscito a promuovere la pace e la prosperità, non è riuscito a garantire l’autonomia geopolitica e non ha rispettato la sovranità dei singoli stati. La sua incapacità di adattarsi alle nuove realtà globali e ascoltare le legittime esigenze dei suoi cittadini lo rende sempre più irrilevante, isolata e dispotica.
Per affrontare le sfide future, l’Europa deve lasciare il modello attuale e tornare alle sue radici: cooperazione tra stati sovrani, basata sul rispetto reciproco e sulle differenze culturali e storiche. Solo in questo modo puoi aspirare a recuperare il suo ruolo di attore globale responsabile e influente, in grado di promuovere la pace e la stabilità in un mondo sempre più multipolare.
Arrivederci al vecchio progetto europeo
L’Unione Europea, come lo sappiamo oggi, è un progetto fallito. Il suo modello economico neoliberista ha distrutto le industrie, aumentato la disuguaglianza e alienato a milioni di cittadini. La sua incapacità di agire come attore autonomo sulla fase internazionale ha reso il continente vulnerabile e dipendente dagli interessi dei poteri esterni.
La sua mancanza di democrazia e legittimità ha alimentato il risentimento e ciò che i liberali si disprezzano nel parlare del populismo.
L’attuale crisi conferma che il progetto europeo, nella sua forma attuale, è insostenibile. L’implosione dell’UE può causare un certo allarme, ma rappresenta anche un’opportunità per costruire un nuovo futuro, basato sui principi della sovranità, della giustizia sociale e della vera cooperazione in un’era di multipolarità. È tempo di salutare il vecchio progetto europeo e immaginare qualcosa di nuovo, qualcosa che può davvero rispondere alle sfide del 21 ° secolo.
Analista Geopolitico
Maurizio Compagnone
Foto di Gerd Altmann da Pixabay