Il corridoio adriatico baltico priorità europea?
Uno degli ultimi atti della legislatura del Parlamento europeo è stata l’approvazione del nuovo Regolamento sui Corridoi TEN-T.
di Vincenzo Caccioppoli
Il testo ha l’obiettivo di eliminare gli attuali intasamenti e completare alcuni importanti collegamenti, aggiornando il piano europeo per una rete di ferrovie, strade, vie navigabili interne e rotte marittime a corto raggio collegate attraverso porti e terminali in tutta l’Unione.
In questa revisione, il progetto per la realizzazione di un corridoio che colleghi la zona adriatica con quella baltica all’interno delle priorità strategiche dell’intera Unione Europea. Questa decisione implica una pluralità di conseguenze che, essenzialmente, si traducono in: la possibilità di accedere ad una quantità di finanziamenti decisamente importanti (si stimano 35 miliardi di Euro); il vantaggio di poter pianificare a priori una politica riferita alle rotte merci e passeggeri più proficua per la nostra economia nazionale; l’opportunità di dotare questa rotta dedicata ai trasporti multi modali di strutture logistiche in grado di supportare adeguatamente il traffico che si verrà a creare lungo tutto il corridoio.
Le novità per l’Italia stanno principalmente nel fatto che sono state rafforzate le proiezioni dei corridoi TEN-T verso il Mediterraneo, i paesi balcanici e verso i paesi dell’Est con riferimento ai seguenti corridoi. Il corridoio Mar Baltico – Mar Adriatico (Baltic – Adriatic Sea) è stato prolungato da Ravenna a Bari-Taranto, consentendo una connessione strategica con il Corridoio “Scandinavia Mediterraneo” (SCAN-MED) a Nord attraverso il nodo di Bologna e a Sud attraverso il nodo di Bari. Questa importante novità è una grande occasione soprattutto per quanto riguarda l’efficientamento della rete infrastrutturale portuale italiana. Il tasso di crescita italiano dei volumi trasportati considerato del decennio è uno dei più
scarsi di tutta l’Europa (più 34,9%) contro il più 67,6% tedesco, il più 88,6% spagnolo, il più 82,1% olandese e il più 192,6% belga (Anversa, nel periodo intercorrente tra il 2000 e il 2010, è tornata ad essere uno dei maggiori porti continentali). L’eurodeputato Carlo Ciccioli, membro della commissione Trans del parlamento europeo, ha rivolto, due giorni fa, un appello in audizione con il commissario ai trasporti il greco Apostolos Tzitzikostas. proprio in merito a questa fondamentale opera per il nostro paese e per il sistema portuale adriatico “La realizzazione del Corridoio Adriatico-Baltico non è solo un’opera fondamentale per migliorare i collegamenti tra Nord e Sud Europa, ma rappresenta una vera opportunità per lo sviluppo economico e commerciale delle regioni adriatiche, incluse le Marche”, ha dichiarato CICCIOLI. D’altra parte proprio le Marche sono l’esempio di come lo sviluppo dei porti, in questo caso quello di Ancona siano un importante volano per tutta l’economia di una Regione.
L’economia del mare delle Marche ha un valore di 5,4 miliardi di euro e pesa per il 19% circa sull’interscambio complessivo di import-export del manifatturiero. Un dato che registra, nel quinquennio, una crescita del +27% rispetto al 2018 quando il valore era di 4,3 miliardi di euro. L’andamento emerge dall’analisi del Rapporto 2024 sull’Economia Marittima di SRM presentata due settimane fa.Ecco perché pare assolutamente essenziale che i porti si inseriscano in un sistema virtuoso
che possa agevolare tutti i soggetti che operano nel mercato dei trasporti.
Ora, per esempio, il corridoio Adriatico-Baltico si struttura in una lunga e importante via di comunicazione che, per la maggior parte, prevede tratte da percorrere su terra ferma. I porti, per loro natura, sono adatti ad attirare una grande quantità di TEU (Twenty-Foot Equivalent Unit) ma, fisiologicamente, questo grande flusso di merce deve trovare una rete distributiva interna in grado di portare a destinazione la merce verso l’entroterra.
L’estensione geografica del Corridoio Baltico-Adriatico copre un’estensione complessiva di circa 5.200 chilometri di linee ferroviarie che collegano il Mar Baltico al Mar Adriatico, unite a circa 80 terminal multimodali e porti marittimi, che servono bacini industriali come Slesia, Ostrava, Vienna, Bratislava, Veneto e Bologna. I paesi attraverso cui passa il Corridoio Baltico-Adriatico hanno un PIL di circa 3.200 miliardi di euro (fonte: Eurostat 2021), con una popolazione di circa 125 milioni di persone. Insomma si tratta di un’opera mastodontica che al primo posto dei nove corridoi previsti dal nuovo progetto infrastrutturale europeo TEN-T.
Il fatto che ad avere la supervisione su questa opera sia il vicepresidente esecutivo Raffaele Fitto, che da semplice eurodeputato aveva seguito molto da vicino la questione del corridoio, lascia adito alla speranza che ci possano essere ulteriori sviluppi favorevoli alla logistica europea e soprattutto a quella del nostro paese. anche perché sulla realizzazione dell’opera pesano ancora alcune incognite, come ha spiegato il commissario greco ai trasporti “Il Corridoio Adriatico-Baltico rappresenta una necessità geografica e geostrategica per il futuro dell’Europa e delle sue infrastrutture. Il completamento di questo progetto richiede due condizioni fondamentali: in primo luogo, mobilitare risorse, riconoscendo che i fondi pubblici da soli non saranno sufficienti, e, in secondo luogo, avviare una pianificazione nazionale concreta, evitando ulteriori ritardi. Quindici anni possono sembrare tanti, ma in un progetto di tale complessità e portata non lo sono affatto.
Bisogna procedere con celerità”.