Caso Ramy, NSC Puglia contro Marta Collot
“Marta Collot, esponente di Potere al Popolo, ha definito assassini i carabinieri: parole gravissime che aprono una profonda riflessione sulla responsabilità dei politici nel commentare situazioni così delicate e complesse, con tutto il relativo impatto”: lo dichiara la Segreteria Regionale di NSC Puglia, in merito alla tragica morte del giovane Ramy a Milano.
Commentando l’inseguimento del diciannovenne avvenuto il 24 novembre scorso, Marta Collot lo aveva bollato come “omicidio”.
Dichiarazioni che hanno certamente scosso l’opinione pubblica, sollevando un acceso dibattito sulla condotta delle Forze dell’Ordine.
“È fondamentale sottolineare – afferma il Nuovo Sindacato Carabinieri Puglia– che, secondo le ricostruzioni ufficiali, non è emersa alcuna prova che giustifichi tali accuse gravissime e prive di fondatezza: inoltre, l’assenza di armi da fuoco da parte dei colleghi durante l’operazione, dimostra che non vi è stata alcuna intenzione di provocare danni, limitandosi a quello che, legittimamente, recita l’articolo 55 del Codice di Procedura Penale, secondo cui la polizia giudiziaria deve, anche di propria iniziativa, prendere notizia dei reati, impedire che vengano portati a conseguenze ulteriori, ricercarne gli autori, compiere gli atti necessari per assicurare le fonti di prova e raccogliere quant’altro possa servire per l’applicazione della legge penale”.
“Le Forze dell’Ordine, infatti – prosegue NSC Puglia– hanno il compito di garantire la sicurezza pubblica e di intervenire in situazioni di emergenza, sempre con la massima responsabilità: in questo particolare contesto, appare chiaro come ci si debba interrogare se sia opportuno che le istituzioni competenti ricorrano alle vie legali nei confronti dell’esponente politico”.
“Il diritto di opinione, garantito grazie alla nostra Costituzione – osserva la Segreteria – appare, a buon titolo, violato proprio in considerazione della violazione di altri diritti di valore costituzionale”.
“Le parole utilizzate – aggiunge NSC Puglia – sono diventate l’esercizio dialettico di pensieri e opinioni che non solo ledono l’immagine dell’Arma dei Carabinieri e delle Forze dell’Ordine in senso più generale, ma rischiano di minare la fiducia della popolazione nei confronti di un’istituzione fondamentale per la sicurezza di tutti”.
“L’auspicio è che, in futuro – conclude la sigla – dichiarazioni del genere, probabilmente scaturite dall’impeto, vengano sostituite da opinioni ragionate e scevre dall’emettere sentenze, ancor più da parte di chi non ha competenze né titoli: soprattutto nelle situazioni di criticità, appare necessario un approccio sereno e costruttivo al dibattito, auspicando coscientemente che la giustizia prevalga sempre”.