Politica internazionale

Russia, nemico mortale dell’Europa: uno sguardo ai recenti destini di Ucraina e Finlandia

E’ notizia degli ultimi cinque giorni che la Russia ha stanziato 400 navi della c.d. “Flotta ombra”nel Mar Baltico, stimolando prevedibili timori e terrori nel penultimo paese UE entrato nella nato: la Finlandia.

La Finlandia ha aderito all’Organizzazione dell’Atlantico del Nord il 4 aprile 2023. Il 31° paese entrato nella Nato in un contesto geografico che rende Helsinki un potenziale, nuovo agnello da preda per l’espansionismo russo. L’ex segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, allora ha esultato comprensibilmente per l’ingresso di Helsinki nella Nato: ““Oggi è un giorno storico, era difficile immaginare di celebrare in modo migliore l’anniversario della firma del Trattato del Nord Atlantico a Washington nel 1949″ ha detto giubilante.

La Svezia ha raggiunto l’obbiettivo di spegnere la propria neutralità con il suo ingresso nell’Alleanza Atlantica precisamente un anno dopo l’ingresso di Helsinki: l’11 marzo 2024.

Ma Stoccolma e Helsinki possono avere, geograficamente, un destino politico e militare assai differente perché la parte orientale della Finlandia confina con quella nord-occidentale della Russia mentre la Svezia non ha “attaccamenti geografici diretti” con la Federazione Russa. E su questo elemento d’imprescindibile importanza geopolitica, si gioca una potenziale nuova escalation, forse una nuova guerra che, a differenza dell’Ucraina, non andrebbe a colpire il paese più povero d’Europa per PIL pro capite – inferiore persino alla Moldavia e al Montenegro – ma uno stato che si colloca al nono posto nell’Unione europea in termini di PIL pro capite, con 40. 700 euro, ben al di sopra della media dell’UE (37. 600 euro). Il PIL della Finlandia rappresenta l’1,6 % del PIL totale dell’Unione. Un paese dunque florido, apparentemente forte che, ancora, Putin non ha militarmente toccato ma sta solo provocando. Con cosa? In primis giocando subdolamente nel Mar Baltico con la già citata “flotta ombra” di 400 navi giunte nei mari finlandesi per boicottare, spiare, sabotare. Kallas, ex primo ministro dell’Estonia e ora Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza nella Commissione, ha dichiarato che i sabotaggi in Europa sono aumentati da quando la Russia ha iniziato la sua guerra contro l’Ucraina nel 2022. “I recenti tentativi di sabotaggio nel Mar Baltico non sono episodi isolati, ma costituiscono un modello deliberato volto a danneggiare le infrastrutture energetiche dei nostri paesi” ha detto.

Dal 24 febbraio 2022, per impedire l’indipendenza geopolitica e sociale dell’Ucraina, la Russia l’ha invasa causando, sino ad ora, una mole di distruzione territoriale e civile che ammonta, per la Russia, ad un totale di circa  719.240 morti e, per l’Ucraina, a circa 80000 morti e 400.000 feriti: un totale di vittime civili e militari che supera persino quelle della Battaglia di Stalingrado, ammontanti a oltre 1 milione di perdite totali tra morti, dispersi e prigionieri. Ma la battaglia di Stalingrado è figlia della fase più acuta e remota della Seconda Guerra Mondiale, quando ancora la guerra era considerata un’efficace e praticabile strumento d’invasione e sopraffazione di popoli e nazioni. Nel 2022 si pensò che tali macabri teatri fossero un lontano ricordo mentre i fatti hanno dimostrato, ancor una volta, che i fatti storici, soprattutto militari, si ripetono con machiavellica precisione: l’uomo pensa di eliminare la guerra sognando l’Uomo Nuovo della Pace senza accorgersi che la guerra, insita nella natura umana, è ancora strumento di aggressione e risoluzione delle controversie internazionali o, nel caso di Putin, di mal celate volontà di espansione territoriale non solo per contrastare Nato e Occidente, ma per accrescere l’influenza russa in Europa, vero obiettivo di Putin. La Finlandia dovrà tenerne buon conto.

L’ucraina non è membro dell’UE e non può esserlo della Nato nonostante abbia siglato un Patto europeo di vicinato con l’obiettivo di costruire rapporti più stretti a livello economico, politico, strategico e culturale con l’Unione Europea. Il destino dell’Ucraina ha molte similitudini con quello della Finlandia non in termini prettamente materiali e, potremmo a buon diritto affermare, di calamità e sciagure che sull’Ucraina volente ad entrare nel grande teatro europeo, si sono rovesciate con la criminale invasione russa. Il destino dei due paesi potrebbe sembrare similare e, ad un tempo, assai complesso nelle diverse direzioni dell’invasore russo nel scegliere le sue prede: l’Ucraina, debolissimo e poverissimo Stato  europeo, facilmente preda di un attacco militare su vasta scala, ancor in essere e foriero di altri innumerevoli lutti; la Finlandia, più forte, attrezzata, bilanciata nelle sue quotidiane attenzioni alle minacce reali della Russia, ma diventata membro della Nato nel 2023. L’Ucraina è stata invasa perché  l’Occidente stava traghettando il paese verso orizzonti geopolitici che ponevano sotto la pelle della Russia il fantasma odiato della Nato. La Finlandia entra senza difficoltà nella Nato, pur confinando,come l’Ucraina, con la Russia: quale paradosso e discrasia!

Nel Mar Baltico iniziano reiterate provocazioni che potrebbero essere la genesi di un’escalation. Tali provocazioni sarebbero già iniziate, secondo l’UE: il cavo elettrico sottomarino Estlink 2(tra Estonia e Finlandia), è stato interrotto mercoledì scorso in quello che la autorità finlandesi sospettano possa essere un primo atto di sabotaggio da parte di Mosca, compiuto attraverso la petroliera Eagle 2 che si ritiene appartenere alla “flotta ombra” russa. Un primo passo verso un’estensione delle mire espansionistiche di Mosca a danno dei paesi scandinavi “colpevoli” di aver portato sotto le ali russe l’alito odiato della Nato? Per l’Ucraina non è avvenuto forse così? Non è stata e non viene sventrata e cosparsa di sangue per ragioni squisitamente geopolitiche basate sui calcoli di potere di Putin e del suo odio/timore per la vicinanza della Nato ai suoi confini?

I destini dei due paesi sembrano, allo stesso tempo,così distanti nel dramma, lontani nelle ripercussioni della comune lotta per la libertà. Un dato li accomuna: la comune volontà di autodeterminarsi politicamente. Ma un dato rimane scioccante : per impedire che l’Ucraina entrasse nella Nato, Putin l’ha invasa causando, ad oggi, l’accumulo di rovine e lutti per una guerra che trova le sue apparenti origini nella volontà russa di opporsi a qualsiasi “condizionamento occidentale”. La Finlandia è entrata nella Nato apparentemente sine ira et studio, senza che la sua decisione si rivelasse fatale come ci si sarebbe aspettato. Solo oggi spunta la “flotta ombra” che non equivale ad una guerra ma a semplici provocazioni da parte di un paese – la Russia – che continua a sentirsi provocato. Due pesi e due misure, dunque, per l’orso russo che accetta di confinare con alcuni paesi entrati nella Nato ma, con altri, preferisce squartarli militarmente sine pietas. Provocazioni, sabotaggi e guerra d’invasione e distruzione, dunque, da parte di Putin il quale pone a base delle sue azioni l’appropinquarsi alla Federazione Russa dell’alleanza militare atlantica. Ma forse non è così e la Russia mira ad una vera e propria espansione territoriale il cui obiettivo sarebbe l’annessione di nuovi territori europei.

Il corollario di questo assunto è semplice: Putin e la Russia non rappresentano un pericolo per l’occidente latu sensu ma per l’Europa, i popoli europei, nella loro legittima volontà di affermare la propria forza politica e, soprattutto, la costruzione del proprio ruolo militare nel mondo. Putin, dunque, come nemico principale e mortale dell’Europa, e non di tutto l’occidente.

L’Ucraina è in guerra da quasi tre anni; la Finlandia ha visto, per ora, solo le centinaia di navi della “flotta ombra” russa a provocazione delle sue coste. La Finlandia sarà il prossimo obiettivo europeo dell’espansionismo russo? Ancora non ci è dato saperlo.

All’anno venturo l’ardua e drammatica sentenza.

 

Yari Lepre Marrani

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