Scioperi e Diritti. Dilemmi di fine anno.
In piena fattibilità operativa, il Governo in area leghista, cerca e vorrebbe contenere l’ondata di scioperi che agitano le piazze.
L’intesa raggiunta per le regolarizzazioni e gli aggiornamenti del CCNL, non placa gli scioperi, con il sindacato pronto a scendere in piazza il 13 dicembre, con uno sciopero di 24 ore, nonostante l’ordinanza di contenimento emessa dal Ministro Matteo Salvini.
Accordi raggiunti, pace fatta tra governo e sindacati? Per amore del circuito economico nazionale, si fa questo ed altro. L’ordinanza emessa dal ministro Matteo Salvini, agita di nuovo le centrali sindacali per il 13 dicembre. Le quattro ore imposte da Salvini, sulla durata degli scioperi, non soddisfano l’area sindacale, pronta alla mobilitazione generale.
Eppure, sulle regolarizzazioni dei CCNL relativi al traporto pubblico locale, qualcosa si è mosso, proprio con quel passo decisivo che riguarda l’aumento salariale del 13%, con le 200 euro lorde in busta paga a marzo del 2025 -prima ripartizione triennale- e ad agosto del 2026, il governo riesce a trovare l’intesa con i sindacati e risponde alla compensazione dell’indice inflazionistico. Siamo distanti, dalle stime del costo del lavoro e dal salario fisso, ma in dissonanza con il pensiero sindacale, bisogna pur rispondere e valutare le fluttuazioni derivanti dalla circolazione monetaria. In sostanza con duecento euro in più sulla busta paga, aumenta il potere di acquisto delle famiglie, con buona pace dei dipendenti. Inoltre, nella busta paga di febbraio, sarà corrisposta l’una tantum per gli arretrati da 500 euro lordi. Affare fatto, ma dalla CGIL, per buona regola di sinistra, arriva il secco monito di Maurizio Landini: “Salvini attacca il diritto allo sciopero”.
https://www.cgil.it/ https://www.mit.gov.it/
Dal Ministero dei Trasporti, arriva puntuale il comunicato che esprime soddisfazione per gli accordi raggiunti a favore di 110.000 operatori di settore, ma il Ministro in persona, dalla Brianza, torna alla carica evidenziando una normativa sulla restrizione degli scioperi.
Dalla CGIL, gridano all’incostituzionalità, puntando sull’inalienabile diritto allo sciopero, confermato dal Ministro Salvini, ma con orari ridotti, in modo da evitare disservizi.
Maurizio Landini torna al braccio di ferro, con il governo, in merito al diritto di sciopero e alla sua costituzionalità. Il fantasma della Fornero, torna ad aleggiare nelle stanze della maggioranza e lo scorso 29 novembre, Landini si è espresso in maniera piuttosto incisiva, se non decisiva: “il problema è tutelare i cittadini da Matteo Salvini e non i cittadini dagli scioperi”.
Da Matteo Salvini, il punto cardine della sua metodica, sarebbe la precettazione con quattro ore di sciopero e con il diritto allo stesso, salvato. Un provvedimento, quello del Ministro Salvini, che trova anche l’appoggio del Ministro della Pubblica Istruzione dell’ala forzista, Paolo Zangrillo, “occorre bilanciare i diritti”, afferma Zangrillo ai microfoni di Sky 24, un’affermazione che denota la moderazione e il giusto equilibrio, all’interno di un sistema di governo, aperto alle proposte da parte dei sindacati, ma intollerante nella perduranza di continui e lunghi scioperi. Dal dicastero di Porta Pia, la rimarcazione di Matteo Salvini è ancora più perentoria, forte anche degli accordi raggiunti in prossimità delle festività natalizie, con le realtà sindacali dei trasporti locali: “da quando si è insediato questo governo, ci sono stati 1000 scioperi”, da qui, l’ordinanza precetto che riduce la durata degli scioperi, giudicata illegittima dal massimo esponente della CGIL, Maurizio Landini.
Tra lotte sindacali, trattative e accordi raggiunti, i temi a tutela dei cittadini intrapresi dal massimo organo sindacale, come la CGIL, si preannunciano come le battaglie di fine anno, e le sfide del nuovo anno che verrà.
A smorzare la passate polemiche in seno alla squadra di maggioranza, arriva il ministro forzista Paolo Zangrillo, un modo anche per confermare la linea di pensiero della premier Giorgia Meloni, a proposito della coesione tra le forze politiche di maggioranza. Equilibrio, ma anche un ampio ventaglio di riforme, chieste con veemenza dalla CGIL, con in primis la legge Fornero e le difficoltà di milioni di italiani alle prese con il potere d’acquisto e le dinamiche inflazionistiche.
L’agenda di governo ha visto il passo decisivo fatto, per arrivare ad un accordo finale con le centrali sindacali del trasporto pubblico.
L’approccio forzista sull’equilibrio dei diritti, non sarebbe un male, se pensato a beneficio di quell’economia circolare del territorio nazionale. Gli scioperi nella giusta misura, portano ad un tavolo di confronto, tra sindacati e governo è questo sarebbe del tutto legittimo, ma uno sciopero lungo, non porterebbe nessun vantaggio economico ai cittadini, ne tantomeno, alla macchina statale. Nel frattempo, Uber e Ncc sono già sul piede di guerra.