Gioventù bruciata
L’Opinione di Roberto Chiavarini
Quando ero piccolo, tra gli 8 e gli 11 anni, giocavo al pallone per strada.
E si giocava ogni giorno, col caldo col freddo, con la pioggia e con la neve …
Che gioia rincorrere quel pallone … quante sensazioni belle … e poi l’album delle figurine dei Calciatori che ci legava ancor di più a quello sport …
Ricordo che una domenica pomeriggio di inverno, ci riunimmo per strada noi compagni di giochi e andammo da un giornalaio che lavorava in una casa-bottega in via “Porta Lecce”, a Brindisi, per comprare delle bustine di figurine della Società Editrice “Panini” …
… ci aprì quell’uomo (soprannominato dai ragazzini del quartiere “Tocaiatti”, forse per via dei tanti gatti che aveva in casa e che accarezzava in continuazione) anche se era domenica e, per ciò, la sua attività era chiusa al pubblico.
IL nostro entusiasmo era contagioso e quell’edicolante fece uno strappo alla regola e ci aprì …
Ognuno di noi ragazzi, comprammo una certa quantità di bustine secondo le nostre personali disponibilità, che rappresentavano sempre poche decine di lire.
In quel periodo, una figurina in particolare era introvabile, quella di un calciatore della fiorentina e che, negli scambi che avvenivano tra noi piccoli collezionisti, valeva tantissimo.
Ricordo ancora che quel pomeriggio piovigginava e il cielo era plumbeo.
Aprii la mia prima bustina e in testa alle altre quattro figurine, c’era proprio quella introvabile del calciatore della Fiorentina…
e mentre la sfilavo pian piano, incredulo per la gioia che provavo in quel momento, fui pervaso da un senso di felicità nel vedere il colore viola della maglia che indossava quel calciatore… Mentre il mondo di allora era ancora tutto in bianco e nero…
… una sensazione positiva che ancora oggi la mia mente rievoca, quando vede un oggetto qualsiasi colorato di quello stesso viola.
La cosa ancor più bella dei miei ricordi è lo stare insieme ai miei compagni, a quel senso di appartenenza, di solidarietà, di condivisione, di affetti, di partecipazione individuale in favore della nostra piccola comunità …
… della gioia di un goal… degli abbracci …
… e quel pallone di gomma baciato da tutti noi dopo un goal che, se pur sporcato dalla raccolta di batteri disseminati sul selciato da noi trasformato in un campo di calcio, ci faceva produrre la ricchezza più importante per un adolescente: gli anticorpi…
Altro che mascherine, disinfettante per le mani e distanze di almeno un metro tra un individuo e l’altro… da manicomio… da Lager… da campo di concentramento…
E se Maometto non va alla montagna la montagna va da Maometto.
Cosa c’entra questo proverbio?
Rispetto ai Potentati passati che deportavano le genti nei luoghi di raccolta di carne umana, oggi, diversamente e apparentemente in maniera più democratica, le genti vengono circoscritte nelle loro case ad auto protezione di un nemico invisibile…
http://www.corrierenazionale.net
Il risultato è lo stesso, ma nel primo caso, concettualmente, si operava un’azione violenta di sottrazione della libertà degli individui deportati, mentre oggi, si opera un “Atto d’amore” nell’interesse e per la tutela della salute dei cittadini, distanziati e isolati gli uni dagli altri…
Insomma, una sorta di “arresti domiciliari”.
Ma in entrambi i casi si pone in atto la sottrazione della libertà di movimento degli uomini.
E poi, sempre alla nostra età adolescenziale, la frequentazione della Parrocchia del Convento dei Padri Francescani, dei giochi organizzati per noi ragazzi in occasione delle Festività di Pasqua e di Natale… Quanta sana cultura religiosa, etica e morale…
Guardo i giovani di oggi, seduti davanti a un computer o al proprio telefonino, con gli occhi gonfi già a quell’età, isolati e prigionieri di un mondo virtuale che non esiste…
Quanta amarezza pervade il mio cuore, quando osservo quella “gioventù bruciata”, impoverita dalla mancanza di condivisione adolescenziale e umana …
Ecco spiegate le conseguenze di quella epidemia che, probabilmente, per mera ipotesi naturalmente, se non smentita dalla storia, potrebbe essere stata indotta… per creare, magari, un cortocircuito generazionale, per creare l’isolamento dei ragazzi, interrompere le trasmissioni di una cultura che si tramandava da millenni in una costante evoluzione naturale, di padre in figlio e dei figli ai figli che sarebbero venuti al mondo …
Mentre oggi irrompono tra i molti giovani che ne fanno uso e abuso, droghe sempre più devastanti… Che fanno implodere le menti dei giovani in una sofferenza psicologica senza ritorno (basti consultare internet per rendersi conto del degrado e del danno generazionale che le nuove droghe sintetiche stanno disseminando tra quei “cuccioli d’uomo”, facile preda dei predatori senza scrupoli) …
Benvenuti uomini del futuro.
Roberto Chiavarini
Opinionista di
Arte e Politica