Interviste & Opinioni

Chi salverà Israele?

Le soldatesse israeliane dell’Avamposto di Nahal Oz ed i riservisti ammutinati potrebbero salvare Israele e forse anche il Mondo.

Con spunti, discussione e idee del papà Carlo Quattrocchi (88 anni)  

Oggi più che mai Israele dovrebbe rinascere e rinnovarsi con una generazione di giovani sicuramente opposta a quella che ha portato  questo eccellente paese, non laico ma aggressivo, all’attuale sfascio etico-morale-politico, rappresentato dallo spettrale agire del Governo Netanyahu, ormai indagato a livello internazionale per evidenti “crimini contro l’Umanità”… Era inimmaginabile che nel futuro si sarebbero creati i presupposti per un apposito Tribunale Penale Internazionale e la triste eventualità di manette e carcere per un Capo di Stato.

Ma chi salverà Israele dai recenti assurdi errori e boomerang, come ad esempio la ritorsione negativa verso ogni  tecnologia elettronica prodotta o venduta da Israele, innescata a seguito dell’utilizzo di esplosivi interni ai cerca-persone, inseriti da “un presunto attivissimo servizio segreto”?  Si ricorda che nei cerca-persone, nei cellulari,  nei dispositivi elettronici di elettrodomestici e quant’altro di 5G-6G possa essere modificato… è stato aggiunto un diabolico esplosivo, che è stato innescato a comando, generando morte o gravi lesioni ai terroristi, ma anche ad innocenti  tra i civili…Purtroppo questo, più che mai, chiamasi “crimine contro l’Umanità” secondo il Diritto Internazionale, ormai vilipeso da questo tipo di Israele.    Per i dettagli esiste  un articolo: https://www.corrierepl.it/24/09/26/il-boomerang-su-israele-dei-comandi-elettromagnetici-mortali-ora-i-giovani-occidentali e-non-si-uniscono-per-la-liberta-e-la-pace/ ). Questo link, peraltro, rende quasi obbligatorio un saggio comportamento per il candidato Trump alla Presidenza USA: abbandonare politicamente – non affettivamente – il genero, che è parente di Netanyahu.  

Ebbene, cari lettori, chi salverà Israele dall’abisso di sangue in cui si è cacciato, adescando l’organizzazione dell’orrendo massacro di Gaza dopo il 7 ottobre 2023, sono: 1) il gruppo di soldatesse che in quei giorni di ottobre 2023 era di guardia all’avamposto vicino Gaza, chiamato Nahal Oz, e 2) il gruppo dei 130 soldati israeliani riservisti, i quali, con garbata lettera ai vertici guerrafondai di Netanyahu, hanno confessato di non riuscire più a spargere altro sangue palestinese o libanese. Entrambi questi  GRUPPI DI SOLDATI ORA RISCHIANO CARCERE,  forse sofferenze e finanche la morte …
Questa categoria di giovani israeliani paradossalmente potrebbe essere definita come “whistleblower militari”.  [Per paradosso essi potrebbero essere assimilati ai rari whistleblower di una certa debole Pubblica Amministrazione Italiana, spesso artefice di APICALI ABUSI D’ UFFICIO, la quale, in casi particolarmente indegni, prima isola la disillusa vittima che ha avuto il coraggio della denuncia di presunti illeciti…addirittura licenziandola e poi la demolisce psicologicamente facendo durare la causa per anni ed anni…più del consentito! Come è successo nella  coraggiosa famiglia  di chi vi sta scrivendo]

Tornando al dramma dei suddetti giovani di Israele, essi si oppongono all’attuale Esercito Israeliano:  saranno loro quelli che salveranno Israele dal baratro dell’isolamento internazionale e dalla distruzione totale. Infatti la mancanza di risorse energetiche proprie e l’esiguità dello spazio territoriale di Israele possono causarne l’implosione e la successiva scomparsa. Infatti  purtroppo sono anche irrisori i giacimenti di gas o petrolio sepolti a largo del mare di Gaza, se rapportati al “business as usual” .

E se loro, quei giovani e quelle giovani israeliane, non riusciranno a salvare Israele, purtroppo esso è destinato a scomparire sotto razzi ipersonici, droni attrezzati, bombe sporche e quant’altro pervenisse, a scanso dello scudo Air-Dome e consimili – Tad Usa in arrivo – ovvero ordigni provenienti da tutti i paesi del mondo civile limitrofo e non, sia esso musulmano o cristiano ortodosso, che hanno detto “basta” alle prepotenze di Israele. Questo è avvenuto negli ultimi giorni, quando Israele ha deciso di minacciare e forse poi  bombardare le postazioni ONU in Libano, dove peraltro sono presenti ed interposti anche circa mille soldati italiani. Infatti, le prime reazioni anti-Netanyahu di Crosetto e di altri governativi stanno sortendo un effetto “boomerang” sulla decennale amicizia tra Israele e l’Italia, anche perché questi episodi hanno effetti a catena di tipo “domino”.  Infatti, non appena dovesse iniziare un paese a “mollare” i Sionisti, per liberare il vero Israele e la Palestina… – Già hanno iniziato la Spagna e la Francia, subito quindi bombardata al centro Totalfina in Libano – altri  paesi restii al massacro si opporrebbero a qualsiasi aiuto verso Israele.  

Paradossalmente, prima o poi anche i paesi anglosassoni potrebbero “mollare” questo Israele, non coprendo tutto il debito delle banche Sioniste e riattivando legami con le banche commerciali nuove dei BRICS, visto che ormai le rotte per gli idrocarburi potrebbero anche non passare più dalle parti di Israele, ormai lorda di sangue e visto che i paesi che detengono Oil & Gas sono ormai tutti entrati nel BRICS o vi entreranno a breve, nella riunione del 22-25 ottobre a Kazan in Russia.   

A questo punto, se questo sgraziato e purtroppo disgraziato Israele non scomparisse, lasciando il posto a quelle soldatesse e soldati di cui sopra, si configura la possibilità di un “cartello del gas” svolto da chi detiene l’80% del gas naturale mondiale, ovvero Russia ed Iran.    Se questo accadesse tutto il mondo occidentale rimarrebbe senza gas naturale, di fatto, il quale, a quel punto andrebbe a scorrere solo nei pipeline e negli stoccaggi gas dei paesi del BRICS, lasciando l’Occidente con le candele e panni/piatti lavati a mano o con orti per commestibili a km zero.    Forse mancano poche settimane, mesi o anni a tutto questo: speriamo che quei ragazzi e tanti altri militari, cittadini e religiosi ce la faranno a far cambiare rotta DALL’INTERNO di Israele stesso!   

Ma torniamo alle soldatesse dell’Avamposto di Nahal Oz e ai 130 riservisti che hanno detto «…signornò…» perché «…questa non è più guerra di difesa…» (fonte: inviata di “Avvenire” Lucia Capuzzi a Gerusalemme sabato 12 ottobre 2024, https://www.avvenire.it/mondo/pagine/sciopero-militari-israele ). 

In sintesi: 1) la storia delle soldatesse di Nahal Oz è stata ben riassunta dal giornalista Manlio Dinucci, su canale Byoblu (canale 262, il 14 ottobre 2024, in serata, https://www.byoblu.com/tag/dinucci/ ), raccontando che queste ragazze-soldato, fisse sugli schermi delle telecamere da mesi con turni massacranti, di cui si può vedere la fotografia nel blog PANGEA GRANDANGOLO del Dinucci (https://www.byoblu.com/category/grandangolo-pangea/), erano di turno nella zona di confine vicino a Gaza, in quell’Ottobre 2023, che sarebbe poi stata teatro delle circa mille morti israeliane e dei circa duecento rapimenti di Hamas, considerando sempre che una certa parte dei morti sono stati ammessi dagli stessi elicotteristi israeliani, i quali spararono all’impazzata, senza poter sapere se si trattasse di civili israeliani o di terroristi di Hamas, eseguendo gli ordini dei superiori militari, di questo Israele. 

Anche il “The Wall Street Journal” ha parlato delle numerosissime lettere, telefonate e mail che le ragazze israeliane di Nathal Oz hanno svolto verso i loro superiori militari, per avvisare che da giorni vi erano dei movimenti di persone presunte di Hamas e di mezzi meccanici nella zona di confine, senza che arrivassero i rinforzi adeguati. Anzi, le truppe israeliane furono per la maggior parte spostate a Nord ed il Rave musicale fu paradossalmente spostato vicino a quel debole confine con Gaza. Inoltre, al momento dell’attacco, le soldatesse suddette hanno avvisato senza avere nessun riscontro dai superiori militari. Dopodiché, molte di loro sono state uccise e altre sono state anche rapite e trascinate a Gaza. In particolare, Roni Lifshitz, di 21 anni aveva visto sullo schermo una ventina di pick-up con uomini di forze di Hamas, che additavano alla rete di confine in più punti precisi. Roni, a quel punto, parla con la madre, dicendo circa “…non vi stanno dicendo tutto…non ci sarà un cessate il fuoco e io sono distrutta…” : successivamente le soldatesse che hanno predetto il 7 ottobre 2023 (commemorato dalla Meloni con il rabbino capo di Roma, a metà ottobre 2024, senza poter commemorare le decine do migliaia di morti palestinesi, massacrati da quasi subito e nei giorni seguenti!), hanno creato una sorta di movimento-comitato per la VERITÀ-GIUSTIZIA, su quel giorno, ma dicono di essere state messe a tacere circa i loro avvisi molteplici, che avevano dato ai militari del governo Netanyahu sulla preparazione del blitz del 7 ottobre 2023. Quindi, solo se la loro battaglia di VERITÀ-GIUSTIZIA sarà vinta e quindi si dimostrerà che era tutto preordinato per poi iniziare il genocidio a Gaza/Libano/(e forse Iran), allora anche Israele rinascerà da queste macerie di sangue e satanismo.  2) Con una lettera aperta, un gruppo di giovani riservisti israeliani ha dichiarato il rifiuto a combattere fino a quando non ci sarà un accordo per liberare gli ostaggi. Ci basiamo sulla fonte “Avvenire” italiana di metà ottobre 2024: «…Not in their name…», «…non nel loro nome…»: Michael Ofer Ziv sintetizza così il motivo che ha spinto lui ed altri 129 soldati israeliani a dichiarare lo sciopero dal servizio fin quando il premier Benjamin Netanyahu non raggiungerà un accordo per il rilascio dei 101 ostaggi ancora prigionieri a Gaza. «…Non sono più disposto a uccidere o a morire per un governo che non rappresenta né me né gli interessi del Paese. È il mio punto di vista ma è anche il sentire comune di quanti hanno deciso di firmare la lettera aperta all’esecutivo e al ministero della Difesa….», afferma il 29enne impiegato nel settore dell’high-tech che, tra ottobre e dicembre, per tre mesi, ha prestato servizio come riservista e ufficiale di fanteria nella Brigata Gerusalemme, nel nord di Gaza. Prima di entrare nella Striscia, è stato per alcune settimane a Sde Teiman, la base diventata tragicamente nota per gli abusi sui detenuti palestinesi.

Precisò: «…Ma non mi trovavo nella parte “incriminata” del compound…». Il documento, sottoscritto a settembre, è diventato pubblico in questa settimana dell’Ottobre ‘24, suscitando scalpore nell’opinione pubblica nazionale. L’esercito – Tzahal, dall’acronimo – è uno dei pilastri di Israele: ragazzi e ragazze prestano servizio militare obbligatorio da uno a tre anni. Al termine, inoltre, sono arruolabili come riservisti per i successivi vent’anni.   Un altro dice: “… Non si tratta più, dunque, della salvaguardia del Paese, bensì della volontà del premier di prolungare a oltranza il conflitto per raggiungere i propri obiettivi. Cioè restare al potere il più a lungo possibile ed evitare i processi. Un’agenda che si combina perfettamente con quella della sua base sociale: i coloni e gli ultraortodossi ai quali la deflagrazione offre l’opportunità di realizzare il proprio eterno sogno della “grande Israele”, mediante la rioccupazione della Striscia e del sud del Libano. Tzahal, come dice la parola stessa, è un esercito di difesa: deve garantire la sicurezza del Paese. E quest’ultima non si ottiene solo con la forza, bensì con la politica e il negoziato. Proprio quanto Netanyahu ostinatamente rifiuta…”.  

  Ecco quindi i futuri ministri del rinato Israele possibile, che magari andranno a far visita al loro Stato Palestinese vicino, ricostruito anche con gli introiti della fusione in altiforni dello stragrande materiale bellico israeliano, mentre scuole, parchi, campi arati possono essere ricreati nel nuovo Stato Palestinese, prendendosi per mano tra ditte arabe di giovani sopravvissuti e ditte israeliane che faranno loro scuola per rinascere.  Tutto questo dipende da quei giovani soldati e soldatesse e dal cambio di rotta di TRUMP, anch’esso destinato all’oblio se non molla Netanyahu.

E in Italia che si dovrebbe fare? Interessante è il connubio tra Rizzo e Vannacci, che ha esordito il 18 ottobre 2024 pomeriggio a Piazza S. Chiara a Roma. Lanciamo un hashtag: #sesonorosefiorirannorizzovannacci.

 

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