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Cristina Di Silvio (USFTI): un’Europa inclusiva per un futuro comune al sesto Convegno di Meritocrazia Italia

Il sesto convegno nazionale di Meritocrazia Italia, tenutosi presso il suggestivo Teatro Rossini di Roma, ha offerto una piattaforma di discussione ad alcune delle menti più brillanti e influenti del panorama internazionale.

Un evento di grande spessore, arricchito dalla partecipazione di numerosi esperti provenienti da settori quali economia, istruzione e relazioni internazionali. Per la giustizia è intervenuto Giuseppe Santalucia Presidente ANM.

La politica ha visto confrontarsi sul palco Chiara Appendino del M5S, Debora Serracchiani del PD, Alessandro Cattaneo di Forza Italia, Andrea Ostellari e Roberto Vannacci della Lega, Raffaella Paita di Italia Viva, Enrico Costa di Azione. Sono inoltre intervenuti gli ex ministri Luigi Di Maio (oggi Rappresentante Speciale UE per la regione del Golfo), Alfonso Bonafede, Alfonso Pecoraro Ascanio e Nunzia Catalfo.

Tra le interviste più significative, spicca quella della dott.ssa Cristina Di Silvio, Direttore delle relazioni internazionali con la Comunità Europea dell’Istituto del Commercio con l’Estero degli Stati Uniti d’America, la cui riflessione ha affrontato con lucidità e profondità il tema dell’identità europea e delle sfide legate all’immigrazione.

Nella conversazione che abbiamo avuto con la dott.ssa Di Silvio, a margine del dibattito, la stessa ha esordito sottolineando l’onore di essere presente per discutere di questioni tanto cruciali per il futuro del continente europeo. Ha evidenziato come l’Italia, con la sua ricca cultura, il suo patrimonio industriale e la sua posizione geopolitica, abbia un ruolo centrale nella costruzione di un’Europa più unita e resiliente. In un momento storico in cui l’identità e la diversità europee sono temi centrali del dibattito pubblico, Di Silvio si è interrogata sul significato dell’espressione “Diversamente Europei”, fulcro della sessione del convegno. A tal proposito, ha citato le parole sagge del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha ricordato come la storia italiana sia stata sempre caratterizzata da emigrazioni e immigrazioni, sottolineando i valori di coesione sociale, accoglienza e integrazione.

Partendo da questa riflessione, Di Silvio ha ricordato un interessante studio condotto da due professori dell’Università di Bologna, la prof.ssa Luiselli e il prof. Pettener, che ha messo in luce come la popolazione italiana sia un amalgama di diverse etnie e culture stratificatesi nel corso dei millenni. Da un punto di vista genetico, gli italiani non esisterebbero come un’entità omogenea, ma come un mix di popolazioni provenienti da percorsi evolutivi differenti. Questa complessità, ha spiegato Di Silvio, rende l’Italia un esempio paradigmatico di accoglienza e integrazione, con una storia di migrazioni che risale alla preistoria e prosegue fino ai giorni nostri.

La relatrice ha poi spostato l’attenzione sulle cause della migrazione, elencando le difficoltà socio-politiche, economiche e ambientali che spingono le persone a lasciare i propri paesi. Ha descritto come, storicamente, i migranti siano stati attratti da nazioni in grado di offrire opportunità di lavoro, una migliore qualità della vita, istruzione e assistenza sanitaria. Tuttavia, ha anche sottolineato che l’insicurezza economica e sociale dei paesi di origine è spesso alla base di questi spostamenti di massa.

La dott.ssa Di Silvio ha espresso il suo convincimento che se l’Europa, e in particolare l’Italia, saranno in grado di offrire stabilità, sicurezza e opportunità ai nuovi arrivati, questi diventeranno parte integrante della società, contribuendo al suo sviluppo. Così, questi “diversamente europei”, spinti da necessità e speranze, saranno desiderosi di partecipare attivamente alla vita del continente, portando con sé le loro diverse esperienze e prospettive.

Nel suo discorso, ha anche menzionato le politiche dell’Unione Europea, che incoraggia la migrazione legale per affrontare la carenza di manodopera e stimolare la crescita economica. Tuttavia, ha evidenziato che l’integrazione di questi nuovi cittadini richiede un impegno collettivo: accoglienza, istruzione e la capacità di valorizzare il loro potenziale intellettuale e fisico sono fondamentali per il successo di questo processo.

Di Silvio ha inoltre citato il prof. Carlo Bastasin, il quale ha ricordato che uno dei maggiori contributi dell’Europa alla civilizzazione è stato quello di considerare l’umanità come una comunità unica, integrando la diversità e il dissenso all’interno di una cornice democratica. Secondo Di Silvio, questo concetto è fondamentale per affrontare le sfide attuali legate all’immigrazione.

La relatrice ha concluso la nostra conversazione spostando lo sguardo sugli Stati Uniti, paese in cui l’immigrazione ha sempre svolto un ruolo cruciale. Citando dati del Pew Research Center, ha evidenziato come gli USA siano la nazione con il maggior numero di migranti al mondo, con 44,8 milioni di persone nate all’estero. Tuttavia, ha notato che anche negli Stati Uniti, come in Europa, le sfide legate all’integrazione e alla gestione dei flussi migratori sono complesse e richiedono politiche attente ed efficaci.

Di Silvio ha infine richiamato l’importanza del “Piano Mattei per l’Africa”, un progetto del governo italiano volto a favorire lo sviluppo e la stabilità in Africa, con l’obiettivo di ridurre i flussi migratori verso l’Europa. Ha concluso affermando che solo attraverso politiche inclusive e sostenibili, l’Italia e l’Europa possono costruire un futuro di prosperità e coesione, trasformando i migranti in cittadini attivi e produttivi, pur rispettando la loro diversità culturale.

Il sesto convegno nazionale di Meritocrazia Italia si è dunque rivelato un’importante occasione di confronto su tematiche fondamentali per il futuro dell’Europa e del mondo. Grazie all’intervento di personalità come la dott.ssa Di Silvio, la discussione ha saputo affrontare con intelligenza e lungimiranza questioni delicate, offrendo spunti di riflessione e soluzioni concrete per una società più inclusiva e meritocratica.

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