Cronaca & Politica

Il Piano Sionista “Grande Israele”, parte da lontano. Ora Netanyahu ha deciso di portarlo a compimento

Editoriale

Sono oltre 100 anni che è in atto una diaspora tra Israele e Palestina e che ha procurato diverse centinaia di migliaia di vittime tra morti e feriti e milioni di profughi. SarĂ  un piano che prevede l’estensione dei confini israeliani ad Est, Sud-Est e Ovest. Il Piano sionista parte da lontano, da quando gli inglesi lasciarono la terra ai colonizzatori ebrei alla fine della 2° guerra mondiale.
L’idea, “Piano Sionista” è stata rispulciata dal massacratore del popolo della Striscia di Gaza, Bibi Netanyau, che non si accontenta piĂą del piano originale del padre fondatore del sionismo Theodore Herzl, il quale riteneva che i confini della Terra Promessa, dovessero estendersi dal fiume Nilo ad Occidente fino al fiume Eufrate ad Oriente.

Il vasto territorio che configurava lo Stato Sionista che sognava Herzl era ben piĂą ampio dell’attuale. Inglobava, la Palestina, il Libano meridionale fino a Sidone e al fiume Litani; le Alture del Golan la pianura di Hauran e la cittĂ  di Der’a in Siria. La Ferrovia Hejaz che collega la cittĂ  di Der’a ad Amman in Giordania fino al mar Rosso nel Golfo di Aqaba a due passi dalla splendida cittĂ  di mare israeliana Eilat sul mar Rosso. Anche gli analisti attenti hanno compreso che le guerre in atto nelle regioni del Medio Oriente, sono prodomiche agli interessi espansionistici di Israele.
Questo pericoloso sogno di Netanyahu rischia di incendiate tutto il Medioriente.
La conformazione del sogno impossibile Sionista di Netanyahu rivisto, richiederebbe la balcanizzazione del Medioriente tout court.


Lo potete vedere nell’immagine allegata.
I nuovi confini si estenderebbero dal fiume Nilo ad Ovest, fino al fiume Eufrate ad Est. Questo vasto territorio comprende la Palestina, la Giordania, il Libano, gran parte della Siria, la Turchia meridionale e la strategica cittĂ  di confine di Gazientep. La stessa Damasco rientrerebbe nelle mire dello Stato Sionista israeliano. Ma siamo così sicuri che dietro questo progetto ci sia Gerusalemme? Oppure come credo, la potente lobby finanziaria ebraica degli Stati Uniti AIPAC, che vuole spingere la politica estera degli Stati Uniti a perseguire l’influenza statunitense nella Regione per estendere l’egemonia in Medio Oriente, con la conseguente balcanizzazione dell’intero Medioriente e impossessarsi così delle ultime riserve di Petrolio ancora disponibili nei ricchi giacimenti del Medioriente e degli importanti giacimenti gassiferi offshore di Egitto, Libano e Siria, e quelli terrestri iracheni e curdi. La politica che persegue l’AIPAC e il genero del BRO D.J.Trump, Kushner nella regione, è afferente al Piano Yinon con il quale Israele mira ad estromettere la Russia dalle zone di influenza, fare implodere gli Stati confinanti per ridimensionarli in Stati piĂą piccoli e con poca influenza, che andrebbero però a soddisfare gli appetiti di leader locali ambiziosi.
GiĂ  nel 2017, in un report dell’ONU si leggeva che Israele ha colonizzato ampi territori fertili palestinesi sottraendoli con la forza ai leggittimi proprietari, privando il popolo palestinese di beni fondamentali e isolandoli da altre Regioni di confine. E chi si opponeva a lasciare le proprie case si vedeva abbattere il proprio bene.
Le Autorità israeliane precludono ai mussulmani di recarsi in preghiera nella grande moschea di Al-Aqsa, importante simbolo islamico in terra di Israele. I paesi islamici confinanti, iniziano a temere lo strapotere di Gerusalemme che irretisce i nemici con il potenziale nucleare di cui dispone. Loro affermano che sono in possesso di 80 testate nucleari, ma il numero è molto in difetto, forse sono tra i 400 e 500 gli ordigni in possesso.
Vedono con molto interesse alla balcanizzazione del ricco Medioriente, gli ex paesi colonizzatori come Gran Bretagna e Francia. Ecco spiegato il silenzio delle potenze occidentali, fatta eccezione per quelle di facciata di alcuni Paesi membri della UE, per il massacro che Israele sta perpetrando nella Striscia di Gaza territorio costiero palestinese che galleggia sopra una enorme bolla di Petrolio.

Tra Palestinesi e Mussulmani c’è un profondo legame legato alla legenda sul profeta Maometto.
Ai Palestinesi Israele non ha mai permesso di vivere dignitosamente del proprio lavoro. Viene reso difficile poter intraprendere una attivitĂ  imprenditoriale, poche le attivitĂ  che sono riuscite a superare la stringente burocrazia israeliana. Il popolo sopravvive solo grazie agli aiuti di ONU, Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna e ad organizzazioni umanitarie private oltre a singoli stati come la Russia, a rimesse dal Qatar e Iran. Oggi quelli che erano i principali paesi sostenitori Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna hanno cessato di aiutare il popolo palestinese.
Gli Stati Uniti d’America da sempre sostenitori di Israele sono stati tra i primi paesi a riconoscere lo Stato di Israele.
Lo stesso consigliere di Trump per il Medioriente, il genero Kushner aveva sostenuto gli insediamenti dei colonie russi nei territori occupati e il rigetto della risoluzione ONU 2334 riguardo all’occupazione illegale dei territori palestinesi nella Cisgiordania, dove Netanyahu ha programmato un vasto piano di edilizia residenziale per i coloni russi. La sovranitĂ  delle alture del Golan siriano da dove si domina la vallata siriana fino alla cittĂ  di Qunetra. Il Golan Israele l’ha trasformata in una roccaforte di attacco verso la Siria. Sulle colline sono presenti numerosi impianti di guerra elettronica, di ascolto (Echelon) dell’IDF e Shin bet. Svettano le numerose antenne di disturbo e di ascolto.
Cambia amministrazione ma nulla è cambiato, l’amministrazione Biden, appoggia i piani di Israele di annettere la valle del fiume Giordano insieme agli insediamenti illegali in Cisgiordania.
Unica soluzione prima che sia troppo tardi e imploda l’intera Regione, le autoritĂ  occidentali devono imporre con forza ad Israele il riconoscimento dello Stato palestinese e un trattato di non aggressione verso lo Stato palestinese. Lo stesso vale anche per lo stato Palestinese.
Sviluppare un piano di sviluppo per il benessere dei due Stati per vivere pacificamente.

Maurizio Compagnone
Analista Geopolitico

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