Interviste & Opinioni

La Germania divisa

di Raffaele Gaggioli

L’AfD (Alternative für Deutschland) è un partito tedesco ben noto per le sue posizioni estremiste. Negli ultimi mesi, il partito ha invocato deportazioni di massa (indipendentemente dallo status legale del cittadino di origine straniera), sostenuto che sia necessario riallacciare i rapporti diplomatici con Putin e affermato più volte che è sbagliato generalizzare le SS naziste come criminali.

Queste affermazioni erano state condannate anche dagli altri esponenti dell’estrema destra europea, inclusa Marine Le Pen, al punto che l’AfD era stata espulsa dal suo gruppo europarlamentare. Tuttavia, né le controversie né l’isolamento politico hanno impedito all’AfD di continuare a crescere nei sondaggi.

Dopo essere diventato il partito tedesco più votato alle ultime elezioni europee, l’AfD è ora il primo partito di estrema destra a vincere un’elezione in Germania dal 1945. Il gruppo politico è ora la seconda forza politica in Sassonia e Brandeburgo, mentre in Turingia è riuscito ad ottenere più voti di tutti i suoi avversari.

La crescita di Afd ha molteplici motivi. Per cominciare, la cosiddetta “Coalizione semaforo”, composta da Partito Socialdemocratico (SPD), Partito Liberale Democratico (FDP) e Verdi, che attualmente governa la Germania è estremamente impopolare.

Molti cittadini tedeschi biasimano le loro politiche migratorie eccessivamente liberali per gli attacchi terroristici degli ultimi anni, in particolare le numerose scappatoie legali che hanno permesso agli estremisti islamici e criminali di evitare l’espulsione dal Paese.

Anche le politiche ambientaliste sostenute dai Verdi si sono rivelate controproducenti. La chiusura delle centrali termonucleari, avvenuta quasi contemporaneamente con l’invasione russa dell’Ucraina, ha infatti innalzato notevolmente il costo dell’energia in Germania.  

Inoltre l’estrema destra di AfD ha paradossalmente trovato numerosi sostenitori nelle regioni che, durante la Guerra Fredda, facevano parte della comunista Germania dell’Est. 

La riunificazione della Germania ha posto fine alla dittatura in questi territori, ma ha anche distrutto la loro economia. Lo smantellamento dell’economia comunista permise agli imprenditori della Germania dell’Ovest di prendere il controllo delle aziende dell’est, facendo perdere il lavoro a migliaia di persone.

 Anche i successivi tentativi di Berlino di risanare l’est attraverso investimenti finanziari e l’invio di esperti hanno prodotto pochi risultati. Ancora oggi, il Pil pro-capite dei cittadini dell’est è solo l’80 per cento di quello dei cittadini dell’ovest, con un tasso di disoccupazione del 7 per cento (mentre è sotto il 6 per cento nel resto del Paese).

Le difficoltà economiche avrebbero spinto i tedeschi di queste regioni a rigettare il liberismo politico dell’ovest, in favore di partiti politici alternativi. Difatti, l’estrema destra non è l’unica forza politica che ha beneficiato di questa situazione.

Le recenti elezioni si sono concluse anche con la vistosa crescita di BSW (Bündnis Sahra Wagenknecht), partito di estrema sinistra filo-russo ed euroscettico. Nonostante il partito sia stato fondato appena otto mesi fa, è già diventato la terza forza politica più grande nell’ex Germania dell’Est. 

A differenza dell’AfD, il BSW è inoltre già a governo di una regione tedesca. Il SPD ha formato una coalizione con questo partito per avere i numeri necessari a governare Brandeburgo senza il supporto dell’estrema destra.

I tradizionali partiti tedeschi stanno avendo diverse reazioni di fronte a questi sviluppi. Il cancelliere socialdemocratico Scholtz sta cercando di adottare una politica migratoria più severa nella speranza di recuperare punti nei sondaggi.

Il suo governo ha infatti ordinato la chiusura dei confini della Germania, promettendo maggiori controlli sui nuovi arrivi e l’espulsione dei rifugiati con precedenti penali. Tuttavia, il suo progetto sta incontrando numerosi ostacoli.

La chiusura dei confini tedeschi è stata criticata dai Paesi confinanti in quanto contraria agli accordi dell’Unione Europea. Inoltre diversi governi stranieri, tra cui l’Italia e l’Austria, hanno già minacciato di chiudere a loro volta i confini per impedire il ritorno degli immigrati espulsi dalla Germania. 

Nel frattempo, numerosi leader politici dei Verdi si sono dimessi a seguito dei disastrosi risultati elettorali degli ultimi mesi. Secondo alcune indiscrezioni, il prossimo congresso del partito potrebbe nominare un nuovo leader più moderato in grado di adottare un nuovo e più popolare programma elettorale.

Nel frattempo anche il centro-destra del CDU (Unione Cristiano-Democratica) è cresciuto notevolmente nei sondaggi, specialmente nella Germania dell’Ovest dove l’AfD non riesce a sfondare. La sua vittoria alle prossime elezioni tedesche è oramai quasi assicurata, ma la leadership del partito deve ancora decidere le future alleanze politiche.

Alcuni cristianodemocratici vorrebbero allearsi con l’AFD, in quanto i programmi elettorali di entrambi partiti prevedono una più dura lotta all’immigrazione. Allo stesso tempo, c’è il timore che quest’alleanza potrebbe allineare gli elettori più moderati.

Raffaele Gaggioli

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