Camera dei deputati

Alzheimer, inaugurata mostra in Galleria dei Presidenti: gli scatti del quotidiano della figlia di una paziente affetta da Alzheimer. Patriarca: “Accendiamo una luce per orientare scelte verso chi soffre”

Una caffettiera traboccante di caffè macinato, posate messe ad asciugare nella carta igienica, forbici immerse nella zuccheriera. Sono alcune delle immagini del quotidiano immortalate dalla figlia di una donna malata di Alzheimer. Lei è l’artista fiorentina Serena Becagli e i suoi scatti da oggi sono esposti nella Galleria dei Presidenti di Montecitorio. A inaugurarli è stata, questa mattina, la deputata Annarita Patriarca, fondatrice e co-presidente dell’intergruppo parlamentare per le neuroscienze e l’Alzheimer insieme alla senatrice Beatrice Lorenzin, co-presidente dell’intergruppo.

L’onorevole Patriarca ha spiegato che “Iniziative come queste intendono accendere una luce per non dimenticare. Abbiamo bisogno di conoscere e far conoscere che cosa è l’Alzheimer e il sacrificio dei caregiver, per fare in modo che, attraverso la sensibilizzazione, si dia una mano a chi ha bisogno e si orientino le scelte nella direzione di chi soffre e di chi dedica la sua vita ai pazienti. Questa mostra – ha aggiunto Patriarca – è un atto di amore di una figlia verso sua madre. Con questi scatti si trasformano in poesia gli effetti di questa patologia, riempiendo di significati diversi i gesti che sono solitamente rituali e automatici”. Sono intervenuti anche i deputati Luciano Ciocchetti, vicepresidente dell’Intergruppo, Luana Zanella e Gian Antonio Girelli.

“Queste foto hanno un grande impatto comunicativo – ha detto Lorenzin. L’obiettivo è far comprendere meglio che cosa accade nella mente di una persona affetta da Alzheimer. La malattia non può annullare quello che si è nel profondo e ci induce a trasformare le nostre abitudini del quotidiano per renderle più vicine a queste persone”. Il professor Raffaele Lodi, Presidente della Rete IRCCS delle Neuroscienze e della Neuroriabilitazione, ha spiegato: “Da anni ci stiamo dedicando all’individuazione di biomarcatori e marcatori clinici che ci consentano di individuare il prima possibile i soggetti che svilupperanno la malattia. Il processo degenerativo alla base dell’Alzheimer inizia almeno venti anni prima della comparsa dei primi sintomi. Questa è la finestra temporale alla quale la nostra rete scientifica si sta dedicando per individuare con massima tempestività i soggetti a rischio e avviare il prima possibile un approccio terapeutico. Attualmente non sono disponibili terapie farmacologiche ma sono disponibili terapie abitative e sociali che impattano positivamente sull’evoluzione della malattia. Corretti stili di vita e di alimentazione e i rapporti sociali hanno effetti positivi posticipando l’esordio della malattia e rallentandone l’evoluzione progressiva”.

Sabato 21 settembre, nella Giornata dell’Alzheimer, la facciata di Montecitorio si illuminerà di viola, colore del “non ti scordar di me” simbolo dell’Alzheimer.

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