Interviste & Opinioni

Il dibattito presidenziale tra Donald Trump e Kamala Harris. I toni del dibattito

di Raffaele Gaggioli

Nel mondo politico americano, la performance dei vari candidati durante i dibattiti televisivi è importante tanto quanto le loro idee politiche (o forse anche di più). Più un candidato è capace mostrare sicurezza e chiarezza di idee, più gli elettori ancora indecisi possono essere convinti a sostenere la sua campagna elettorale.

A Donald Trump non è mai mancata la sicurezza. Forse anche grazie agli anni passati in televisione, la strategia dell’ex presidente nei vari dibattiti è sempre stata attaccare l’avversario ad oltranza, senza lasciargli il tempo di reagire o di contraddire le sue affermazioni fasulle.

Questa strategia ha permesso a Trump di vincere le elezioni presidenziali nel 2016 e di ottenere la nomination repubblicana per la corsa alla Casa Bianca ben tre volte (2016, 2020 e 2024). Anche se si era rivelata meno efficace durante le elezioni del 2020, la retorica di Trump recentemente sembrava aver riacquistato forza grazie alle crescenti difficoltà di Biden.

Durante il primo e unico dibattito dell’elezioni di quest’anno tra i due, Biden era infatti apparso stanco e disorientato, incapace di rispondere agli attacchi di Trump o alle domande dei moderatori.

La campagna elettorale di Trump era stata quindi costruita attorno agli attacchi personali contro Biden, in particolare la sua età avanzata e le sue numerose gaffe verbali. Sfortunatamente, né il candidato repubblicano né i suoi consiglieri potevano prevedere che Biden si sarebbe alla fine ritirato dalla corsa alla Casa Bianca in favore della sua vicepresidente Kamala Harris.

Sin dall’inizio della sua campagna elettorale, era chiaro che la Harris era intenzionata a combattere il fuoco con il fuoco. La nuova candidata democratica ha infatti iniziato ad attaccare Trump sin da subito, sottolineando i suoi numerosi guai legali, i fallimenti di molte sue imprese economiche e il suo supporto per la criminalizzazione dell’aborto negli Stati Uniti.

Durante il primo dibattito televisivo tra Trump ed Harris, è quindi toccato al candidato repubblicano doversi difendere dagli attacchi martellanti della sua avversaria. La Harris sembra aver puntato soprattutto sul punzecchiare l’ego di Trump e sottolineare la ridicolezza di molte sue affermazioni.

All’inizio del dibattito, la candidata democratica ha infatti insinuato che le folle ai comizi dell’ex presidente sono sempre più piccole. La reazione di Trump è stata quella che la Harris e i suoi consiglieri probabilmente si aspettavano. Il candidato repubblicano ha negato veementemente questa accusa, perdendo così il filo del discorso e lasciando il campo libero all’attuale vicepresidente.

Nel corso del dibattito, la Harris ha infatti attaccato Trump su più punti. Per cominciare, lo ha accusato di essere responsabile della disastrosa ritirata delle forze armate americane dall’Afghanistan nel 2021.

Secondo la Harris, la decisione di Trump di invitare i rappresentati dei Talebani a Camp David per negoziare il ritiro dei soldati americani (ignorando così la volontà del governo di Kabul, sostenuto da Washington) dimostra sia la sua debolezza, sia la sua totale inesperienza nel campo della politica estera.

Sempre in riferimento alle relazioni internazionali, la Harris ha sottolineato che Trump sembra più a suo agio con vari dittatori, in particolare Vladimir Putin, che coi tradizionali alleati degli Stati Uniti.

Privato della sua consueta sicurezza, la reazione di Trump ha inavvertitamente dimostrato le numerose lacune nel suo programma politico. Il candidato repubblicano non ha saputo fornire alcuna risposta né sul suo programma di politica estera, né su come intenda risolvere i problemi dell’economia e della sanità pubblica americana (“Ho il concetto di un piano” è stata la sua unica risposta al riguardo).

Trump non ha neppure saputo sfruttare i suoi punti di forza, come la lotta all’immigrazione clandestina. Il candidato repubblicano si è limitato a ripetere la notizia falsa di immigrati haitiani che rubano e mangiano animali domestici in Ohio. Infine, l’ex presidente ha anche accusato la Harris di voler fare operazioni transgender sugli immigrati che si trovano in prigione.

La Harris è emersa come la vera vincitrice di questo dibattito, anche se neppure la sua performance è stata perfetta. Secondo i critici, la candidata democratica si è concentrata troppo sull’attaccare l’avversario e ha evitato di rispondere a molte domande, evitando così di esporre il suo programma politico al di là del suo supporto per il diritto all’aborto.

Inoltre, la vittoria al dibattito non garantisce automaticamente la vittoria dell’elezione. Trump aveva già perso al dibattito con Hilary Clinton nel 2016, ma alla fine era stato lui a diventare presidente.

In ogni caso, la Harris ha ottenuto un’ulteriore vittoria dopo la conclusione del dibattito. Taylor Swift, cantante americana con oltre 280 milioni di follower su Instagram, ha deciso di sostenere la campagna elettorale della vicepresidente. Secondo alcuni esperti, il sostegno della cantante aveva già permesso a Joe Biden di vincere le elezioni presidenziali del 2020.

Anche se Trump sostiene di aver vinto questo dibattito, la reazione della sua campagna elettorale racconta un’altra storia. Non solo il candidato repubblicano ha accusato i moderatori di essere di parte, ma ora sembra che non abbia più intenzione di partecipare ad altri dibatti con la Harris.

Raffaele Gaggioli

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