Cronaca & Politica

Ucraina: Non si ferma l’offensiva ucraina nella Regione di Kursk. Putin accusa ancora una volta la NATO, di aver appoggiato le truppe ucraine nei territori russi

MOSCA – Guerra, clima estivo nella Russia di Putin. I muri del Cremlino conservano ancora l’austera grandezza che un tempo i padri fondatori gli avevano dato per rappresentare l’incarnazione del potere dei Soviet, l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, non avrebbe mai tollerato l’invasione da parte di un paese straniero nei propri territori. Ne sanno qualcosa Napoleone Bonaparte, Adolf Hitler e Benito Mussolini, quando con le loro rispettive armate avevano deciso di porre fine al potere socialista, considerato una vera e propria minaccia per l’Europa Occidentale, terra promessa del capitalismo occidentale. Altra storia, altri uomini, altri tempi.
Ahimè! Questa non è Kirov, non è Minsk, non è Mosca, non è nemmeno Stalingrado, ma è Kursk, storicamente teatro di battaglia tra la Panzer  Divsionen tedesca e l’Armata Rossa nella seconda guerra mondiale, al presente il nemico opera alle dirette dipendenze di un certo Volodimyr Zelensky, l’uomo della pace, colui che era stato anche proposto per il Premio Nobel per la pace, pensata un pò a cosa  si sera spinto l’Occidente. L’esercito ucraino scaglia le sue divisioni corazzate nei territori russi, i generali ucraini con arroganza si presentano davanti alle agenzie di stampa, con  i volti soddisfatti, l’avanzata ha avuto esito positivo e primo fra tutti è lo stesso Zelensky a chiarire i piani strategici sulla natura delle operazioni militari nei territori russi, “non vogliamo annettere parti di territori russi all’Ucraina. Attualmente controlliamo trentatrè centri nella regione di Kursk e abbiamo conquistato la cittadina di Sudhzà”, parole di un presidente che continua ad incoraggiare l’offensiva nei territori russi che nelle ultime ore ha una fase di stallo.

I russi hanno riconquistato una piccola fetta del territorio della regione di Kursk, scavando trincee e spostando alcuni reparti di fanteria meccanizzata nel villaggio di Kroupets, dove gli assalti ucraini sono stati respinti, costringendo i tank di Zelensky a rallentare l’avanzata. 

Si riesce a pensare che i russi stiano utilizzando la stessa tattica che ha permesso loro di vincere contro Napoleone e Hitler? In un clima praticamente estivo sarebbe difficile pensare ad una cosa del genere. Tuttavia lo Stato Maggiore Russo  annuncia la presa del villaggio di Kroupets, le Forze Federali Russe hanno respinto in parte l’offensiva ucraina sui territori a nord di Kursk, il primo vero assalto delle truppe di Mosca dal sei agosto, quando le forze ucraine hanno iniziato l’offensiva.
Una guerra che non si ferma per nessuna ragione al mondo, ognuno dei contendenti ha una sua leadersheap politica da mantenere e se da un lato, Mosca non ha nessuna intenzione di abbandonare i territori ucraini, compresa la Crimea, importantissima testa di ponte che consente a Mosca di avere una finestra nel Mar Nero, dall’altro lato Volodimyr Zelensky oltra ad essere orgoglioso del suo esercito, guarda con fiducia verso l’Europa dell’Ovest e verso il Donbas la regione russofona messa sotto pressione dal governo ucraino per la sua genesi filorussa. Insomma il conflitto Russo-ucraino ha radici ben più profonde sicuramente e motivazioni ancora più profonde ed esigenti che hanno spinto lo Zar Putin a progettare l’invasione che portava lo slogan all’inizio della campagna militare russa: “Bisogna denazificare l’Ucraina”, il famoso fraseggio di Putin che si riferiva al suo rivale Volodimyr Zelensky, quest’ultimo vittima della tirannia di Vladimir Putin, l’uomo che ancor prima del conflitto aveva dato il veto sulla Crimea, inviato gli omini verdi della Compagnia Wagner nei territori ucraini, spingendo il povero Zelensky a stringere sempre si più i rapporti con i paesi dell’Ovest.

Reciproci scambi di accuse tra i contendenti e una non chiara gestione degli Hub energetici ucraini come le centrali nucleari, rendono difficili i negoziati e lasciano parecchie e preoccupanti lacune sulla gestione dei siti nucleari strategici in Ucraina. La macchina bellica continua a fare il suo lavoro, guerra e dominio prendono il sopravvento su quei pochi spiragli di pace e dialogo.

Non c’è un minimo indizio sulle trattative di pace, inesistenti e che lasciano spazio alla guerra e alle rivendicazioni dall’una e dall’altra parte, con il classico lancio di stracci in sede diplomatica. Difficile la gestione degli hub energetici ucraini, con forte preoccupazione che riguarda la sicurezza dei siti energetici nucleari sui territori ucraini. Zaporizhzhia è la città che ospita una tra le dieci più grandi centrali nucleari del mondo, a Marzo del 2022 unità dell’esrcito russo controllano il sito nucleare più importante d’Ucraina ed è il cuore pulsante della fornitura di energia nel resto del paese, i russi ne controllano lo status e la funzionalità (a regime ridotto e con il carburante raffreddato grazie ai generatori diesel.

Giuseppe Campisi

foto it.euronews.com/

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