Matteo Renzi. Un’intelligenza sprecata sull’altare delle sue smanie da primo della classe
Francesco Magisano
D’altronde è fiorentino. Veloce, intelligente, sferzante come sa essere un toscanaccio della migliore tradizione alla Amici miei, Monicelli docet.
Il Matteaccio ricorda la rapida perfidia del professor Alfeo Sassaroli, interpretato in Amici miei da un immenso Adolfo Celi.
Sulla piazza politica italiana, che non vede muoversi giganti, Matteo Renzi è tra i più intelligenti, forse il PIÙ intelligente. Ma ha un difetto, grave, per chi vuole essere un leader nazionale:
è un centometrista. È per le distanze brevi. Poi sbraga. Non resiste. Non ce la fa a fare gavetta. Non sopporta di non essere riconosciuto come Lider Maximo. Resiste poco: non solo non è un maratoneta, ma è inadatto persino al mezzofondo. Sulle lunghe distanze perde fiato e lucidità, giravolta, fa la ruota come il pavone alla ricerca di nuovi amori. Non regge e non resiste in una posizione politica neppure se lo inchiodi. Ora, dopo aver sbirciato a destra, compreso che Giorgia Meloni è invece una maratoneta scaltra e determinata, eccolo pronto alla ennesima giravolta.
Ne disse di tutti i colori di Elly Schlein, di Giuseppe Conte e del circo 5Stelle.
D’improvviso eccolo giurare eterno amore alla Schlein e pronto a perdonare i 5Stelle per tutto quello che rimproverò loro fino a ieri l’altro.
Il carattere è quello del bimbo che se non giochi come dice lui, si prende il pallone
e non fa giocare più nessuno. Perché il pallone è suo. Attenta Elly, l’obiettivo è quello di farti saltare. Attento Giuseppi, l’obiettivo è quello di fagocitarti.
Ma il politico Renzi sbaglia a essere così scaltramente troppo sicuro di sé.
Se potessi rivolgergli un consiglio, gli racconterei una breve frase che mi regalò mio padre: ” ricorda, non c’è stupido più stupido di chi crede di essere circondato, sempre e comunque, da stupidi”