Cronaca & Politica

Guerra Russo-Ucraina: L’Italia sta facendo abbastanza?

Al termine dell’incontro del vertice Nato di Washington, la Premier Giorgia Meloni ribadisce il sostegno all’Ucraina con l’invio di sistemi antiaerei, reputati “il modo migliore per difendere una nazione aggredita”. Di parere simile sembra essere anche il presidente della delegazione italiana Lorenzo Cesa, il quale ha dichiarato in un’intervista rilasciata alla conclusione dell’incontro di Washington:
“Sul fianco sud, è cruciale nominare un italiano come inviato speciale per rafforzare la posizione dell’Italia. La solidarietà con l’Ucraina rimane una priorità, con un forte impegno politico, umanitario e militare”. Tuttavia, alle parole rilasciate dalla Presidente del Consiglio, il vice di Salvini, Andrea Crippa, risponde: “Quali sarebbero le armi difensive inviate all’Ucraina? I missili sono armi difensive? I missili sono sempre missili e uccidono le persone”. In seguito Crippa continua affermando che l’invio di armi alimenta solo guerra e morte sia tra lo Stato Ucraino sia tra lo Stato russo, pertanto continua dicendo: “ Sono favorevole a un processo negoziale che deve avere come unico scopo la pace”. Alla luce di tali dichiarazioni, il fronte politico italiano si trova dunque diviso a metà. Il 6 Marzo 2017, Matteo Salvini e Vladimir Putin avevano firmato un contratto di partenariato confidenziale tra la Federazione Russa e la Repubblica italiana. A distanza di cinque anni, tale alleanza è stata automaticamente rinnovata il 6 Marzo 2022, qualche giorno dopo i primi bombardamenti russi in Ucraina. Alla base di tale concordato sta lo scambio di informazioni su temi bilaterali e internazionali, sul lavoro per i giovani e sullo sviluppo economico.

Sin dal 2017, sono state dunque portate avanti tavole rotonde tra i deputati di “Russia unita” e “Lega Nord”per discutere anche su temi inerenti il commercio e gli investimenti tra i due paesi. La ragione di una chiara titubanza mostrata dalla Lega nei confronti di aiuti concreti all’Ucraina, è dunque un’intesa instaurata con la Russia sette anni fa e da cui non sembra volersi tirare indietro.

Nelle prime settimane che seguirono il sorgere della guerra russo-ucraina, il 24 febbraio 2022, l’Italia, insieme a molti altri paesi europei, ha sostenuto il Paese aggredito fornendo aiuto militare, politico, finanziario e umanitario. In quest’ultimo campo, gli strumenti funzionali volti  sono stati kit medici, tende da campo e finanziamenti di infrastrutture per l’accoglienza di rifugiati nell’Ucraina Occidentale. Lo scorso anno, è stata inoltre versata una somma pari a 10 milioni di euro alla Banca Europea per la ricostruzione e lo sviluppo della BERS, a sostegno del settore energetico ucraino. In ambito militare, allo scoppio della guerra, l’Ucraina godeva di un equipaggiamento scarso e poco efficace.  Sin dai primi giorni dall’inizio del conflitto, l’invio di armamenti italiani forniti all’Ucraina sono stati principalmente mitragliatrici MG, mortai da 120 cm, artiglieria trainata Fh70, lanciarazzi Milan e mezzi Lince.

Oggi, l’Italia si classifica tra i primi dieci paesi europei per il sostegno mostrato al Paese, raggiungendo un valore di spesa versato negli ultimi due anni pari a 800 milioni di euro. Tuttavia, dall’inizio della guerra, non sono mancate accuse da parte di altre potenze europee, le quali hanno più volte criticato l’Italia per non fare abbastanza. Stando ai dati ricavati su una tabella presente al Ministero della Difesa, Germania e il Regno Unito risultano essere i paesi maggiormente coinvolti in un impegno economico, stanziando, la prima, un importo pari a 17 miliardi di euro fino al 2027, divisi in 3,5 miliardi l’anno e 9,1 miliardi la seconda.

Cifre più basse le si riscontrano invece tra Polonia, Danimarca, Olanda, Norvegia , Svizzera, Svezia, Finlandia e Canada, la cui media complessiva di denaro donato all’Ucraina è di 2,74 miliardi ciascuno. Secondo un’intervista rilasciata al Corriere della Sera dal ministro della difesa Guido Crosetto, l’impegno del nostro paese nei confronti del Paese attaccato, è tre volte superiore a ciò che dichiarano i dati ufficiali, presentando un impegno di spese militari solo per il 2024 pari a 29 miliardi di euro, registrando dunque un aumento del 12,5% rispetto al 2022.

Viviana Maya Bellavista

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