Europee: Destra e Sinistra lasciano a casa i centrini, ma sono veramente alternativi?
Dario Patruno
La Puglia diventa un unicum nel panorama politico italiano perché premia il Partito Democratico come primo partito, anche grazie al successo di Antonio De Caro. Subito dopo Fratelli d’Italia che ha goduto dell’effetto Giorgia.
All’indomani delle elezioni in Sardegna scrivevo che si andava inesorabilmente verso un sistema bipolare. (https://www.stampaparlamento.it/2024/02/28/solo-il-bipolarismo-ha-un-futuro-tertium-non-datur).
Il centro, affetto da tafazzismo, risulta diviso in due tronconi e preferisce perdere, diventando un centrino, esasperando ciò che divide piuttosto che possedere una idea che possa aggregare. Azione e Italia Viva sono legate alle forti personalità di due leader che non vanno d’accordo tra loro non riescono a raccogliere consensi forse per questa litigiosità a volte incomprensibile, non raggiungendo così la soglia di sbarramento del 4%.
A questo punto elaborassero un programma e si aggreghino alla destra o alla sinistra. E’ una questione di sopravvivenza, la prateria degli astensionisti è a disposizione. Oggi, alla luce dei risultati elettorali di domenica, questa affermazione rimane più attuale che mai.
Questo non significa che non possa esserci spazio per un centro politico che guarda a sinistra, ma appare lontana l’umiltà di alcune forze politiche di cambiare strategia, visto il risultato modesto che con la soglia di sbarramento al 4% non ha portato a Bruxelles parlamentari di Stati Uniti d’Europa e Azione, che insieme avrebbero raccolto oltre il 7% e portato a Bruxelles 6-7 componenti dell’assise.
Il centro a destra, viene rappresentato in maniera intelligente da Forza Italia che ha compreso di non dover competere con le destre e ha preferito puntare sul profilo moderato del Partito popolare europeo, aggregando la formazione di Noi Moderati che ha aggiunto quel punto e mezzo di percentuale che ha consentito di accrescere il consenso, sfiorando il 10%.
Altro tema è la personalizzazione della politica dove la gente non ha votato i simboli ma i candidati come autentici simboli di una identità personale e valoriale più che partitica. Questo vale per il generale Vannacci, eletto nella Lega, divisivo sì, ma che esprime posizioni chiare e che attira l’elettorato dalle idee sicure incline alla difesa dei valori umani e cristiani. E’ tra i pochi eletti ad aver sottoscritto l’appello dell’Associazione Pro Vita. La persona può essere attrattiva ma anche un formidabile boomerang per politiche non inclusive sul precariato, vedi il consenso perso dalla Lega per le politiche del Ministro Valditara sui precari che aumentano ogni anno e che hanno superato le 230.000 unità. Il paradosso è che l’Ue potrebbe sanzionare lo Stato con danni all’erario per violazione della Direttiva UE 1999/70/CE.
Altra tipologia di personalizzazione e di candidati simbolo attrattivi, è legata a vicende personali. L’elezione di Roberta Salis, ora agli arresti domiciliari per un procedimento penale in corso a suo carico a Strasburgo e Domenico Lucano, celebre per il suo approccio nella gestione dei rifugiati politici e immigrati in genere. Durante la sua amministrazione della cittadina calabrese, circa 450 tra rifugiati e immigrati si sono stabiliti nel piccolo villaggio ionico accanto ai suoi 1 800 abitanti.
Quindi come si vede l’elettorato si sposta perché osserva il comportamento delle persone più che dei partiti e ne sposa i loro comportamenti.
Circa l’astensione giunta al 49,69%, Pagnoncelli (IPSOS) su Avvenire afferma che le persone che si astengono appartengono a fasce della popolazione che vivono situazioni di difficoltà economica e non crede che la politica possa cambiare la loro condizione. (Il precariato nel lavoro crea nuove forme di povertà n.d.r).
In ogni caso sei forze politiche hanno acquisito il pass per Bruxelles e tendono a semplificare il quadro politico in vista del prossimo Parlamento nazionale. Tra un anno si vota per le Regionali e tra due anni alle Politiche.
Nella misura in cui la politica darà risposte in tempi ragionevoli, avrà reso un servizio al paese e questo riguarda la maggioranza che governa. La protesta se accompagnata dalla proposta, renderà un servizio a tutti e questo vale per l’opposizione.
A tutti richiamo la necessità di perseguire in Europa la pace. I padri fondatori istituirono nel 1951 la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) riunendo sei stati (Belgio, Germania, Francia, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi) per introdurre la libera circolazione del carbone e dell’acciaio e garantire il libero accesso alle fonti di produzione. Fu creata da paesi vincitori e sconfitti del conflitto mondiale per superare le divisioni tra Stati ex nemici e perseguire la pace tra le nazioni, evitando che la guerra mondiale tornasse. Forse dividere l’Europa in due blocchi (Nato e Patto di Varsavia) alla luce di quanto accade in Ucraina, non fu una scelta lungimirante.
L’elezione del Presidente della Commissione europea sarà il banco di prova anche di chi vuole una Europa unita nella Pace. L’Unione europea fu insignita nel 2012 del premio Nobel per la Pace. Trovare una persona che vada bene per tutti non è sintomo di bene. Se dovessero accordarsi Schlein e Meloni facendo convergere i voti sulla von Der Leyen, il messaggio potrebbe essere che hanno vinto le lobbies della prosecuzione della guerra in Ucraina. Ci vorrebbe una figura nuova, altrimenti la disaffezione dal voto, anche nei 27 paesi dell’Ue, aumenterà e questa volta, non a torto.
A proposito, non so se i parlamentari europei conoscano almeno una lingua dell’Ue a livello di C2, oltre a quella madre, altrimenti saranno 76 comparse e non protagonisti, in grado di comprendere le insidie e le complessità delle sfide che attendono i singoli paesi nell’elaborare i testi normativi. La loro indennità è pari a 10.075,18 euro lordi che diventano 7.853,89 euro netti, dopo aver detratto le imposte dell’Ue e i contributi assicurativi (cifre al 1luglio 2023). Non sono pochi e li devono meritare per il bene comune di 450 milioni di persone.