ll “sasso” insegna a chi vuole capire
Un autore anonimo, illuminato dall’eloquenza del sasso, ha scritto:
“La persona distratta vi è inciampata.
Quella violenta, l’ha usato come proiettile.
L’imprenditore l’ha usato per costruire.
Davide uccise Golia
E Michelangelo ne fece la più bella scultura.
La differenza non l’ha fatta il sasso, ma l’uomo”.
Se noi umani accettassimo l’eloquente insegnamento del “pedagogo muto” chiamato sasso, capiremmo che è sempre la diversa qualità degli uomini che le progettano, producono, usano e valutano a qualificare le cose, gli oggetti, i mezzi privati e pubblici.
La stessa automobile guidata da due autisti diversi produce effetti diversi: salva, danneggia o uccide passeggeri o passanti, perché è sempre e solo la qualità del soggetto a qualificare l’oggetto che ha in uso.
Anche lo stesso bisturi in mano a due chirurghi diversi, usato con maggiore o minore perizia produce effetti diversi: salva o uccide.
Ecco perché in Italia non è bastata la Costituzione più bella del mondo, per fare altrettanto belli i “sassi istituzionali“: scuola, stampa, politica, burocrazia, giustizia, mercato, finanza e governo, perché affidati a soggetti di diversa qualità intellettiva e morale, non sempre e non tutti idonei a qualificare in positivo le istituzioni col proprio servizio responsabile e onesto.
Così eccellenze e deficienze si alternano sempre e dovunque nella macchina dello Stato, e di riflesso nelle imprese e nelle famiglie: solo per merito o colpa degli addetti.
Esaltare o denigrare a tempo pieno le istituzioni, non è solamente miope, è demenziale. Perché se quel mezzo è affidato ad un autista “diversamente abile”, ciò che dovrebbe essere soluzione, è garantito che si tramuti all’istante in problema.
È il burocrate o il politico imbranato che andrebbe tenuto a rispettosa distanza da qualunque istituzione, o rimosso all’istante, se esiste la prova inoppugnabile che produce solo danni e vittime.
Perché, chi usa da cani la forza legale dello Stato, non distrugge solo cittadini, imprese e famiglie oneste che dovrebbe servire e tassare.
E non mina solo la credibilità e la fiducia nelle istituzioni, ma danneggia in massa tutti i dipendenti pubblici meritevoli di stima e il rispetto, che quotidianamente servono con responsabilità ed onestà utenti e contribuenti.
Lo Stato liberale vive rendendo produttivi i cittadini e si autofinanzia tassandoli. Ma se alcuni addetti ai lavori assolvono queste due funzioni da cani, danneggiando il popolo contribuente e lo Stato impositore, vanno resi inoffensivi.
Chi pensa che in Italia sia urgente riformare lo Stato, chieda lumi al “sasso pedagogo moto“, le suggerirà di cominciare dalla riforma dei cervelli umani. Da quella pericolosa minoranza di burocrati, banchieri e politici che ormai sono giuridicamente e giudiziariamente ingovernabili.
Franco Luceri