Interviste & Opinioni

Caso dossier. Molto grave. Ma il presidente Mattarella parla d’altro

Riceviamo e pubblichiamo
Quando sento molti, politici e non, dire che le parole del Presidente della Repubblica non si commentano, da vecchio liberale trasalisco.
In una democrazia occidentale è possibile commentare e dissentire dalle parole non solo del Papa dei cattolici, ma anche da quelle di Cristo : come si può pensare, quindi, di non poter commentare e dissentire dalle parole del massimo rappresentante delle istituzioni italiane che è tale non per mandato divino, ma per investitura, seppur mediata dal voto delle Camere, popolare?
Il Presidente Mattarella ha avvertito ieri il dovere di richiamare, solo, tutti al rispetto della libertà di stampa che è sacro.
Ma che nessuno ha messo in discussione. In nessun momento, in nessun luogo e  nessuno dei rappresentanti del centro destra coinvolti, 60 nomi,  in questo
triste spettacolo da dittatura sudamericana.
In gioco c’è ben altro.
Ha fatto benissimo quindi la Presidente Meloni a reagire istituzionalmente  sottolineando il vero problema che è il diritto di liberi cittadini, seppur impegnati pubblicamente, di non vedere violato il loro diritto alla privacy poiché nessun motivo esisteva perché ciò che è accaduto si verificasse.
È accaduto: è stata violata in modo surrettizio la privacy di 60 esponenti del centro destra. Non è in discussione la
libertà di stampa, ma senza dimenticare che esiste anche una deontologia a cui un giornalista deve obbedienza.
Pertanto la Presidente Meloni ha ragione nel pretendere che si vada sino in fondo per comprendere perché tutto ciò sia incredibilmente accaduto.
Ridicolo, in alcune trasmissioni televisive, il paragone con il caso
Watergate e i due giornalisti che fecero emergere lo scandalo.
In quel caso una gola profonda raccontò
l’esistenza di gravi attività spionistiche dall’interno della Casa Bianca.
Nel nostro caso è inesistente non solo  un’indagine, ma neppure i podromi di essa per nessuno di ognuno  dei nomi coinvolti.
Nasce spontaneamente una domanda:
cosa sarebbe accaduto se, con un governo di centrodestra, i 60 nomi coinvolti fossero stati tutti di centrosinistra?
Ci sarebbe stata la stessa attività di minimizzazione e il Capo dello Stato avrebbe dribblato allo stesso modo parlando solo di difesa del diritto alla libertà di stampa?
O avremmo avuto una durissima reazione del Presidente della Repubblica e tutta la sinistra a urlare in piazza la prova definitiva dell’ arrivo del fascismo?
Mi assumo tutta la responsabilità di esprimere un forte dubbio puntando sulla seconda opzione.
È fortemente necessario che l’Italia diventi un Paese normale.
Bisogna scardinare il vischioso sistema consociativistico che non è morto con la fine finta della prima repubblica, ma è semmai più forte di prima.
Continuando a essere una maligna metastasi per il Paese e il futuro dei nostri figli.
Bisogna assicurare un’alternanza di governo tra concorrenti democratici alla guida dell’Italia.
Ben venga quindi la proposta di riforma istituzionale che il governo di centro destra sta organizzando.
Da questo ultimo caso dossier, si eleva un puzzo fetido e non sopportabile.
Si accertino le responsabilità istituzionali e chi le ha,  paghi le giuste conseguenze.
Francesco Magisano

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