Edizione 2024 del Libro d’oro delle famiglie nobili e notabili
Autore il Conte Enzo Modulo Morosini
E’ in uscita il tanto atteso Libro d’oro delle famiglie nobili e notabili del Conte Enzo Modulo Morosini Enzo Biallo Editore. Una pubblicazione senza eguali, con annesso Armoriale Generale Italiano prevede un aggiornamento biennale, in modo tale che l’opera risulti aggiornata nelle sue ben 1.400 pagine ricche di illustrazioni a colori, con un’elegante copertina rigida, blu scuro con caratteri d’oro.
Il concetto di nobiltà è stato per secoli parte vitale e indissolubile della storia europea, plasmando il panorama politico, culturale e sociale del Continente antico. La classe nobile si distingueva per nascita e status sociale ed era caratterizzata da un insieme di valori e principi che enfatizzavano l’onore, la cavalleria e la lealtà. Mi pregio per il secondo anno di scriverne la postfazione nella quale il mio exursus a ritroso è volto ritracciare il prezioso cardine di cotanta Opera del Conte Enzo Modulo Morosini, oggi qui introdotta tramite la postfazione. “Il Suo prezioso ordito sullo storico e indissolubile intreccio araldica, storia, religione, toponomastica, arte, si dipana con la forza e i toni della Scrittura Nobile e Sapienziale dell’Araldo esperto.
In rispetto alla nobilissima tradizione dei blasonari, il pregiatissimo Libro d’oro delle famiglie Nobili e Notabili del Conte Enzo Modulo Morosini, opera di Altissimo valore storico, si fa sigla di eternità di una civiltà Nobile e Superiore, effigiandola e incidendola nel qui presente libro aureo.
La nobiltà ebbe origine nell’Europa medievale, quando il feudalesimo era il sistema sociale e politico dominante. I signori feudali concedevano terre ai vassalli, che a loro volta promettevano fedeltà e servizio militare ai loro signori. Nel corso del tempo emerse una classe di nobili, che godeva di privilegi come l’esenzione dalle tasse, il diritto di portare armi e l’accesso all’istruzione e alla cultura e si distingueva per lignaggio, ricchezza e status sociale. I nobili, insieme ai cavalieri, erano coloro che detenevano il potere e la maggior parte delle ricchezze, le quali erano dovute principalmente al nome della famiglia alla quale appartenevano. Nobile significa “noto” nella società, ovvero colui che si è fatto conoscere eccellendo sull’informe massa. Ciò implica uno sforzo valoroso che giustifica l’eccellenza della nomea conquistata. La nobiltà ereditaria è stata a volte una luce rispecchiata, quando non ha contenuto un autentico sforzo del discendente di mantenere la gloria degli antenati.
“La stirpe non fa le singulari persone nobili, ma le singulari persone fanno nobile la stirpe”.
Dante Alighieri, Convivio, 1307.
Dopo il suo declino causato dalla perdita del latifondo, la stessa base socio economica su cui poggiava, la nobiltà in Italia, per effetto dell’articolo 3 e della XIV disposizione transitoria e finale della Costituzione della Repubblica Italiana, vede dal 1948 i titoli nobiliari non essere riconosciuti giuridicamente. Tuttavia le controversie che circondano i Casati che hanno “scritto” la storia dal Medioevo al 900, continuano a suscitare dibattiti sulla sua rilevanza e valore nella società contemporanea, tanto da imporre un altro capitolo non solo di tendenza archivistica e memoriale.
Già le diverse genealogie dei cognomi di origine etnica, toponomastica, patronimica e matronimica, scaramantica, augurale, di varia provenienza, mestieri, professioni, titoli e condizioni, indica nettamente chi siamo stati nell’arco delle generazioni, ovvero declina un immenso patrimonio genealogico, oggetto di studio dell’onomastica e dell’araldica.
Questo patrimonio archivistico e bibliografico è custodito elegantemente nei blasonari, strumenti importanti per comprendere la nobiltà e la sua storia, nonché per distinguere la nobiltà dalle altre classi sociali. Attraverso l’uso dell’araldica, i blasonari hanno rappresento per secoli la nobiltà e le sue famiglie. Hanno svolto un ruolo cruciale nel preservare la storia e il patrimonio familiare, permettendoci di comprendere meglio la vita e i risultati degli antenati che ci hanno preceduto. I blasonari, detti anche collezioni araldiche, risalgono all’Europa medievale, dove venivano utilizzati per rappresentare graficamente i vari Casati. La nobiltà italiana, ad esempio, aveva una lunga tradizione di araldica, con molti stati italiani preunitari che avevano i propri sistemi araldici unici. I blasoni spesso includevano simboli e colori che rappresentavano le famiglie nobili e le loro storie. Gli stemmi venivano spesso concessi dai monarchi o da altri funzionari di alto rango e venivano usati per indicare il lignaggio, i risultati ottenuti e la posizione sociale della famiglia “di sangue blu”. I colori e i simboli utilizzati negli stemmi sono stati scelti con cura per trasmettere messaggi sui valori, le credenze e la storia della famiglia e recano una grande valenza estetica ed esoterico -simbolica.
Conoscere, registrare, preservare e condividere le radici di famiglia può portare alla costituzione di un’identità di fondo autentica legata nostro retaggio culturale, da cui ricavare legami di appartenenza che allacciano il passato al futuro.
Conoscere la nostra storia soddisfa un bisogno innato nell’essere che rafforza l’autostima perché la “coscienza genealogica” che scrive la nostra storia, si fa atto di benedizione della stessa famiglia. La consapevolezza dell’ardore dei nostri antenati, dei nostri progenitori, ci fa contemplare la benevolenza di Dio sulla nostra stirpe aristocratica, fatta di persone che si sono distinte, i cui rami, radici, e intere foreste d’individui di valore, vanno catalogati nel silenzio aureo del libro degli stemmi.
Pertanto come Presidente del prestigioso Premio Internazionale La Fenice d’oro, ho inteso decorare l’edizione con la seguente causale del Premio: Per la conservazione delle nobili discendenza e l’alto Sapere Araldico che tramanda”.
Dott.ssa Melinda Miceli Critico d’arte Enciclopedia d’arte italiana, direttore artistico onorifico di Corriere Nazionale, Stampa Parlamento, Informa Sicilia, Arts Direct, Luz Cultural, Ippogrifo d’oro.
Ambasciatrice Ente Proloco Puglia, Svimar, Ediciones Matrioska, Console e Accademica di Wikipoesia, Presidente ANIM, ‘Associazione Nazionale Italiani nel Mondo, Sicilia, International art Prize Giotto, Premio Internazionale La Fenice d’oro, Commissario Istituto del Buon Samaritano, Commendatore Sacro Supremo Ordine di San Michele Arcangelo.
Indubbiamente un’opera di gran pregio culturale e storico frutto della grande competenza araldica dell’esimio Autore.