Intervista all’on. Carlo Giovanardi
di Sandra Fallaci
Nei giorni 2 e 3 dicembre si è tenuto a Modena il Convegno Nazionale di Popolo e Libertà, una compagine che intende riunire gli sforzi di vari partiti e/o movimenti dell’area popolare e liberale d’ispirazione cristiana, sulla scia di altre esperienze del passato che hanno unito con successo elementi diversi come democristiani, socialisti, repubblicani, liberali socialdemocratici ecc…
I singoli elementi non devono sciogliersi per confluire in un unico partito, ma fare riferimento a una lista unica.
L’idea è quella di formare una realtà politica alternativa ai due blocchi di sinistra come di destra (PD e M5S da un lato e FdI e Lega dall’altro).
L’obiettivo è superare la soglia del 10% con un raggruppamento forte, invece di disperdere le energie fra decine di piccoli gruppi che già esistono.
Sono tre le domande che intendo porre.
On. Giovanardi, dato che ha previsto di superare agevolmente la soglia del 10%, in quali Regioni pensa di raccogliere più consensi?
- La previsione del superamento del 10% non è mia ma di autorevoli sondaggisti che valutano come un partito popolare, liberale, di ispirazione cristiana, collegato al PPE (Partito Popolare Europeo), e sul modello del PdL fondato a suo tempo da Silvio Berlusconi, possa superare agevolmente un risultato a due cifre. Se nelle liste per il Parlamento Europeo ci saranno oltre a Forza Italia anche i partiti e i movimenti d’area, si può immaginare di arrivare al 20% nella Circoscrizione Sicilia-Sardegna, dal 5 al 10 nelle ex Regioni rosse e più del 10 nelle altre.
L’UE è divisa su varie questioni, pare che ci siano non pochi nodi da sciogliere: quali sono a suo parere gli aspetti più problematici?
– Credo che gli eletti in questa lista possano portare un contributo importante proprio per i principi findamentali che la ispirano, per esempio la lotta contro ogni tipo di sfruttamento della donna con pratiche ripugnanti come quella dell’utero in affitto.
Molto da discutere ci sarà per contestare il fondamentalismo di quegli ambientalisti che addebitano i cambiamenti climatici, che nessuno mette in dubbio, soltanto alle attività umane, con radicali e irraggiungibili obiettivi d’investimento sulle fonti rinnovabili d’energia il cui costo rischia di mettere in ginocchio la nostra economia e abbassare drasticamente il tenore di vita delle famiglie italiane.
La burocrazia europea deve poi essere più rispettosa della libertà economica, non soffocandola a volte con pignole e minuziose disposizioni che rischiano di affossare il nostro manifatturiero, che deve confrontarsi con interi continenti dove lacci e laccioli non esistono.
Ritiene che ci sia omogeneità di vedute con il PPE, oppure potrebbero presentarsi divergenze su certi punti…?
- Il PPE è la prima forza politica d’Europa ed è fisiologico che ci siano punti di vista diversi su singole questioni: l’importante è che non venga mai meno la disponibilità al dialogo ed al confronto.
Sandra Fallaci©