Cultura

Aiutiamo l’editoria italiana. La notte (bianca) delle edicole

Luci accese e saracinesche alzate nelle edicole di tutt’Italia: in cinque anni chiusi più di 3mila punti vendita esclusivi di giornali e riviste, gli edicolanti chiedono l’intervento del governo 

Dalle 19 di oggi nelle edicole di tutt’Italia le luci resteranno accese e le saracinesche alzate: è la “Notte delle edicole”, la modalità scelta dal Sindacato nazionale giornalai d’Italia (Sinagi) per sottolineare il ruolo centrale delle edicole sul territorio, anche come presidio sociale, e chiedere misure di sostegno al settore.

A questa iniziativa, farà seguito la chiusura delle edicole per il 21 novembre per favorire la partecipazione alla manifestazione nazionale che si terrà al Teatro Capranichetta a Roma. Negli ultimi cinque anni in Italia hanno chiuso 3.339 edicole: i punti vendita dedicati prevalentemente a quotidiani e riviste sono scesi dai 15.243 del 2018 agli 11.904 del 2022, con un calo del 22%. Nel solo 2022 hanno chiuso 992 edicole, di cui 53 soltanto nella città di Roma e 34 a Milano. Tanto che oggi 5.895 Comuni italiani (il 25% del totale) non ha punti vendita di quotidiani e riviste e 2.438 comuni ha un solo punto vendita.

In particolare le edicole chiedono al governo e al Parlamento che il credito d’imposta riconosciuto a fronte di spese sostenute per l’attività «diventi strutturale, come pure il bonus per il sostegno della diffusione capillare della carta stampata su tutto il territorio nazionale finanziato dal Fondo per l’editoria con una dotazione di almeno 25 milioni di euro, che sia riconosciuto lo status di lavoro usurante per chi opera in edicola e una nuova rottamazione delle licenze con accompagnamento alla pensione degli edicolanti, sul modello dell’anticipo di pensione ottenuto dalle aziende editoriali, anch’esso finanziato dal Fondo per l’editoria». 

Ai Comuni il sindacato chiede «di concedere il cambio della destinazione d’uso dei chioschi affinché le attuali edicole possano lavorare con migliori prospettive per le famiglie impegnate in questo tipo di attività» mentre alla filiera editoriale chiede «dieci centesimi per ogni pubblicazione consegnata in edicola, la definizione di regole e modalità di garanzie che i distributori locali richiedono, la definizione delle modalità di consegne e resa delle pubblicazioni». «Là dove c’è un’edicola, c’è un faro di informazione e un presidio di democrazia» ha detto Andrea Monti Riffeser, presidente della Federazione Italiana Editori Giornali, confermando che «gli editori sono preoccupati della continua diminuzione del numero dei punti vendita di giornali e dell’aumento di aree di totale desertificazione e chiedono, insieme agli edicolanti, interventi immediati per garantire una rete capillare necessaria per favorire il contatto tra l’offerta di informazione di qualità e i lettori».

Secondo il presidente della Fieg, «negli ultimi anni gli interventi di sostegno pubblico alle edicole hanno contrastato in maniera efficace la crisi della rete di vendita della stampa. Si tratta di continuare su questa strada definendo un piano straordinario, condiviso da editori, edicolanti e distributori e con la collaborazione delle istituzioni, centrali e locali, per aumentare il numero di punti vendita e creare nuove opportunità di diffusione dei giornali».

Marcario Giacomo

Editorialista de Il Corriere Nazionale

www.corrierenazionale.net

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