Caro affitti: per studiare a Milano in stanza singola servono 626 euro, Bologna supera Roma al secondo posto
Cresce l’offerta in città satellite come Latina, Brescia e Bergamo. Bari la città in cui il prezzo è aumentato di più in un anno (+29%)
Con il nuovo anno accademico alle porte, ricomincia la corsa alle stanze da parte degli studenti fuori sede e non solo. Lavoratori e universitari quest’anno si troveranno ad affrontare una situazione ancora caratterizzata da rincari dei prezzi, anche se non in tutte le città. Dall’altra parte avranno a disposizione un’offerta del mercato più cospicua, visto l’aumentare diffuso degli alloggi di questa tipologia (+34% per le stanze singole).
L’ultimo rapporto di Immobiliare.it Insights, società del gruppo di Immobiliare.it, evidenzia un aumento dell’offerta molto importante soprattutto nei centri satellite, come Brescia (+75%), Latina (+68%), Bergamo (+49%), che ora si propongono come alternativa ai poli di maggiore dimensione, grazie anche alla presenza di collegamenti rapidi con la grande città e un’offerta didattica spesso similare. La domanda, comunque, continua a crescere, influenzata dalla coda lunga dei rientri post-Covid: la richiesta per le singole è infatti salita del 27% rispetto al 2022. Milano aveva tutti gli occhi puntati addosso, dopo aver fatto partire la protesta delle tende poco prima dell’estate: la città, per la prima volta negli ultimi anni, frena sui rincari.
Rimanendo comunque la più cara, con un costo medio delle singole di 626 euro al mese, segna ”appena” il +1% rispetto all’anno scorso riconducibile all’aumento dell’offerta (+36%), pur conservando ancora un incremento nella domanda (+15%). Passando alla Capitale, Roma vede una crescita importante nella domanda (ben +55% rispetto all’anno passato) collegata alla difficile mobilità verso la città e al completamento del rientro in prossimità del luogo di studio dopo la pandemia. Questo porta a una minor crescita dell’offerta, subito assorbita dal mercato. La buona notizia per i fuori sede e le loro famiglie è che il canone ferma la sua corsa, rimanendo a 463 euro al mese per la singola. Bologna, Padova e Venezia registrano in comune l’aumento dell’offerta (+33%, +30% e +47% rispettivamente), ma hanno comportamenti diversi sulla domanda che ne determina andamenti diversi sui canoni. Bologna, con i suoi 482 euro al mese per la stanza, ancora in crescita (+8% verso un anno fa), mostra una diminuzione dell’interesse (-14%) con una domanda che continua a spostarsi nel primo hinterland. Padova registra invece ricerche in forte aumento (+87%) grazie anche alla riduzione di prezzo (-12%) legata all’ingresso di una nuova offerta.
Venezia è comunque atipica per la sovrapposizione della domanda turistica di breve periodo: vede una crescita di prezzo del 10% pur registrando un minor incremento dell’interesse rispetto ad altre città (+25%). Ci sono poi le città che stanno scoprendo l’offerta di soluzioni in condivisione: Brescia, Latina, Trieste, Modena, Messina e Catania registrano crescite nel numero di alloggi disponibili superiore al 50% rispetto a un anno fa. I piccoli proprietari stanno valutando con interesse queste formule di locazione e qui l’offerta sta anticipando la domanda, con una ragionevole attesa a settembre di prezzi calmierati dalla competizione di mercato. “Nel momento in cui i proprietari decidono di entrare nel mercato delle stanze o dell’affitto turistico di breve termine, ne risulta una diminuzione degli immobili proposti in quello dell’affitto tradizionale di lungo periodo (i contratti 4+4 o 3+2 del canone concordato) – sottolinea Carlo Giordano, board member di Immobiliare.it -.
In Italia lo sviluppo immobiliare è fermo da anni e questo aumenta la probabilità di trovarsi ad affrontare, nel medio periodo, un nuovo caro affitti legato alla scarsità di offerta destinata ai giovani lavoratori o nuove coppie che cercano la loro casa in queste città”.
Marcario Gicomo
Editorialista de Il Corriere Nazionale
http://www.corrierenazionale.net