Professioni

Nuovo dl PA, FLP: “In arrivo ennesimo decreto tampone

foto Marco Carlomagno

Manca un quadro coerente: serve stanziare risorse per rinforzare organici, dare concretezza alla formazione e rinnovare i CCNL scaduti” 

“La decisione da parte del Governo di predisporre un nuovo decreto legge per il rafforzamento della PA, mentre è ancora in Parlamento la discussione per la conversione del primo Decreto, ci lascia molto perplessi” dice Marco Carlomagno, segretario generale della FLP – Federazione Lavoratori Pubblici, secondo il quale sarebbe stato più logico prevedere tali norme nel primo decreto o proporne l’inserimento in sede di conversione in legge.

“Invece – continua Carlomagno – pare che ci troveremo di fronte a un altro provvedimento tampone con l’inserimento di norme random solo per alcune amministrazioni, senza un disegno organico e coerente”. Qui il riferimento è al rientro delle funzioni di ANPAL nel Ministero del Lavoro, oggetto di un ennesimo riassetto a costo zero e alla separazione delle funzioni attualmente in capo al Segretario Generale e Direttore Nazionale Armamenti (DNA), con la previsione che possa essere chiamato al ruolo di DNA una persona estranea alle forze armate. “Sul fronte delle assunzioni – dice ancora Carlomagno –  vengono messi sul piatto poche centinaia di posti, a fronte di carenze che sfiorano il milione di posti e si privilegiano, anche in questo decreto come nel precedente, l’aumento delle posizioni dirigenziali di vertice (quelle per intenderci con stipendi che superano i 200mila euro annui) e gli organici degli uffici di diretta collaborazione dei ministri, che vengono coperti con chiamata diretta e con stipendi notevolmente più alti di quelli dei funzionari a tempo determinato”.  

Continua a restare al palo, nonostante il contratto firmato ormai da più di un anno – prosegue Carlomagno – l’Area delle Elevate Professionalità voluta dalla FLP per riconoscere la professionalità dei tanti funzionari che da anni svolgono funzioni rilevanti nelle nostre amministrazioni e la cui carriera è ferma da decenni, e per rendere maggiormente attrattive le Amministrazioni nel reclutamento delle nuove professionalità tecniche e specialistiche. L’unica previsione pare essere al momento quella del Ministero della Cultura, ma il numero dei posti previsti (100), tutti destinati al reclutamento esterno, non danno certamente il segno della volontà di investire in tale direzione”.

“Se a questo si aggiunge – continua Carlomagno – che manca al momento ogni reale volontà di prevedere lo stanziamento delle ulteriori risorse necessarie ad avviare la stagione dei rinnovi contrattuali, appare evidente come la cifra delle iniziative assunte dal Governo in questi otto mesi sul lavoro pubblico e sulla sua valorizzazione sia assolutamente negativa”.

“Ribadiamo quindi – conclude il segretario generale – operare in discontinuità con il passato, utilizzando le ingenti risorse rese disponibili in questo frangente per rafforzare adeguatamente gli organici, stanziare le risorse per dare effettività e concretezza al nuovo ordinamento professionale e alla formazione e rinnovare i CCNL scaduti a dicembre 2021”.

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