Noi Moderati. Introdurre la tassa di soggiorno a Bari?
E’ di attualità il dibattito sull’opportunità o meno di introdurre nella Città di Bari la tassa di soggiorno, impropriamente chiamata, poiché trattasi di vera e propria imposta. Nata nel nostro Paese a seguito del federalismo fiscale comunale, con la legge n. 42/2009, creò nuove idee per una maggiore autonomia degli enti locali. La conseguenza in ambito turistico fu la nuova istituzione dell’imposta di soggiorno per mezzo di due norme: la prima è il decreto legge 31 maggio 2010 n. 78, valido solo per la città di Roma, la seconda è il decreto legislativo 14 marzo 2011 n. 23, contenente i principi che avrebbero definito i punti cardine dell’imposta di soggiorno oggi in vigore.
La tassa di soggiorno viene richiesta al viaggiatore per ogni notte di permanenza presso una struttura ricettiva di qualsiasi genere. Il principio alla base di questo pagamento prevede che il turista, nel momento in cui si reca in un altro comune, usufruisca in parte dei servizi offerti da quel luogo. La tassa di soggiorno serve proprio a finanziare tutti quei servizi come, ad esempio, il trasporto pubblico o la cura del verde cittadino. Ed è proprio questo il punto: cosa intende fare questa amministrazione comunale con questo ulteriore gettito che arriverà nelle casse comunali?
Nel moderno segmento dei viaggi e dell’ospitalità al turista si deve offrire una serie di servizi essenziali per un piacevole sereno soggiorno, servizi inesistenti attualmente nella Città di Bari e se esistenti sono assolutamente carenti. La tassa di soggiorno sarebbe giustificata se in Città ci fossero una serie di servizi per il turista: punti di informazione turistica facilmente accessibili e dislocati su tutto il territorio, se ci fosse un servizio di Trasporto Pubblico Locale efficiente e una viabilità “intelligente”, se ci fosse una città pulita e con spazi di verde accessibili e facilmente raggiungibili, se ci fosse una particolare attenzione ad indirizzare il turista verso attrazioni locali, siti culturali, località turistiche di particolare bellezza, se ci fosse un’idea di rete tra strutture ricettive, eccellenze eno-gastronomiche, locali per giovani e meno giovani, spiagge e lidi diffusi e attrezzati, teatri e musei e così via.
Il tema turismo, in una città come Bari, lo si deve affrontare con una proposta seria, un progetto di lungo periodo, discusso e concordato con tutti gli attori che operano in questo settore. Il turismo potrebbe offrire alla città di Bari un’ampia gamma di vantaggi, compresi quelli economici, come accade per le città che attirano molti visitatori, dovuti ai soldi che spendono non solo per il soggiorno effettivo, ma anche per l’indotto, cioè le imprese locali, con un ritorno notevole anche in termini occupazionali. L’industria del turismo ha un impatto ampio e profondo su molti altri settori in cui è coinvolta. Dalle infrastrutture all’economia della città all’ambiente culturale e sociale, il turismo deve svolgere un ruolo vitale che altrimenti non potremmo ottenere in altri settori. Lavorare bene nella gestione del turismo aprirà alla nostra città un mondo di nuove opportunità che sono poche e lontane tra loro in altri settori. L’industria del turismo deve essere una forza positiva per questa città, creando posti di lavoro e stimolando le economie imprenditoriali locali.
Tutto questo non potrà farlo l’attuale amministrazione di centrosinistra in scadenza di mandato e in altre misere faccende affaccendata. Il turismo è un tema che a noi sta molto a cuore, un tema che deve essere prioritario per l’amministrazione che verrà, un tema che deve essere trattato “politicamente” senza alcuna influenza ideologica, per il bene e lo sviluppo della nostra bella città.
Il Segretario
Luigi Barnabà