La Gran Loggia d’Italia celebra la Festa del Lavoro e del Progresso
Per il Gran Maestro Romoli è necessario abbattere i livelli di povertà e investire in formazione.
La Gran Loggia d’Italia degli ALAM, la più grande Obbedienza mista d’Italia, celebra la Festa del Lavoro come occasione per aprirsi all’osservazione di tutte le fenomenologie che stanno modificando gli assetti economici e gli equilibri geopolitici, con spirito costruttivo, dimostrando di essere pronti a superare vetuste barriere ideologiche, ormai fuori dal tempo.
Il Gran Mastro Luciano Romoli, in occasione delle celebrazioni per il primo maggio, torna a far sentire la sua voce: «Il lavoro rende l’uomo libero, collabora all’elevazione dell’essere, è sforzo individuale e collettivo che impegna le braccia ma anche il cuore. Se praticato nel rispetto dei valori ci rivela i segreti della natura, trovando nel bene comune il suo polo attrattore e il suo significato più profondo. Il mondo produttivo è in rapida evoluzione, segnato da esigenze crescenti di tutela e dalla prepotente emersione di neo-diritti, per questo bisogna tornare a interrogarsi sulla dignità del lavoro attraverso cui si misura il livello di progresso della comunità cui apparteniamo».
La Festa del Lavoro è per la Gran Loggia d’Italia una ricorrenza storica proiettata in una “luce” positiva, densa di spiritualità e di futuro: «Dobbiamo compiere un cambio di passo, in termini di cultura e di approccio al lavoro, ricordandoci di essere prima di tutto una “società di persone”, in cui ogni singolo non può rinunciare a incidere sugli assetti organizzativi di imprese e istituzioni. Vorrei che fosse una festa dell’inclusione quella che ci apprestiamo a celebrare, ancora è troppo alto il numero di “neet”, così come troppo grande è la frattura delle diseguaglianze economiche e territoriali che questa economia sta generando».
Sul fronte della povertà e del lavoro si scontano i ritardi italiani più gravi sull’agenda dell’Onu del 2030. Diventa dunque difficile parlare di sostenibilità, di sviluppo, e di progresso se non si compie “il salto del gigante” abbattendo i livelli di povertà e di diseguaglianza che affliggono la società.
Per il Gran Maestro Romoli: «È necessario lottare per un primo maggio della consapevolezza, della fiducia, ponendo le condizioni per far sì che il conteggio delle morti sul lavoro si arresti una volta per tutte, che la sicurezza non sia un’utopia né una sterile pratica burocratica, ma un modo di essere, di rispettare l’altro»
Esiste ed ha, nella visione della Gran Loggia d’Italia degli A.L.A.M. un valore supremo la “spiritualità” del lavoro, che vuol dire dare senso e orientamento all’applicazione della intelligenza negli ambiti più svariati delle attività umane, ieri come oggi.
«Abbiamo appena celebrato il 25 aprile festa della Costituzione – conclude Romoli – facciamo del primo maggio il momento della Costituzione attuata in un paese democratico, più coeso, in cui libertà ed eguaglianza possano finalmente ritrovare un equilibrio armonioso».