Cronaca & Politica

Pnrr Fitto stringe i tempi

di Vincenzo Caccioppoli

Con 196 voti a favore, 147 voti contrari e 6 astensioni (dalle minoranze linguistiche) la Camera ha approvato la fiducia posta dal governo sul decreto sull’attuazione del Pnrr, nel testo già approvato dal Senato. Il voto finale è previsto oggi. Il dl 24/2/2023, n. 13 reca “Disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del Piano nazionale degli investimenti complementari al Pnrr (Pnc), nonché per l’attuazione delle politiche di coesione e della politica agricola comune. Disposizioni concernenti l’esercizio di deleghe legislative”.

Il dl istituisce presso il Dipartimento guidato dal ministro Raffaele Fitto la struttura di missione del Piano per coordinare la realizzazione dei progetti e fare da raccordo con Bruxelles. Il fatto era scontato ma resta comunque un risultato importante per il grande lavoro che il ministro Fitto sta facendo in questi mesi per cercare di trovare una soluzione alla intricatissima situazione dei progetti previsti dal piano di Resilienza e ripresa, approvato nell’estate del 2021 e che ha stanziato per il nostro paese oltre 190 miliardi, per far fronte all’emergenza creata dalla pandemia di Covid. Il piano, infatti, come candidamente e molto responsabilmente riconosciuto dal ministro, si è incagliato, come previsto, sulle note difficoltà e carenze burocratiche ed amministrative, che impediscono al nostro paese di mettere in campo tutti quei progetti necessari per lo sviluppo e la crescita economica.

Basti ricordare che rispetto ai fondi di coesione del periodo 2014-2021 il nostro paese ha utilizzato circa il 34% dei fondi a disposizione. Il ministro Fitto ha ricordato questo dato, durante un convegno organizzato dalla associazione Civita, alla presenza del presidente Gianni Letta, che ha approfittato dell’occasione per elogiare il lavoro fatto dal ministro e dirsi sicuro che il suo lavoro avrà successo. Queste parole avranno sicuramente fatto piacere al superministro meloniano, che in queste ultime settimane ha dovuto subire attacchi ingenerosi da più parti, malgrado il suo grande impegno e la sua certosina opera diplomatica con Bruxelles, abbiano contribuito a creare un rapporto assai collaborativo con la commissione sul tema Pnrr. Durante il convegno di Civita è stato presentato un rapporto che compara su due temi di grande interesse per il nostro paese, come il turismo e la cultura, la spesa dei fondi in 5 paesi europei ( Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Germania). Ebbene a sorpresa i dati evidenziano come in realtà il nostro paese non sia affatto così indietro, come invece per altri settori, per esempio in rapporto a Spagna e Portogallo.

Questo per dire che sul tema pnrr, che da tempo a ragione viene definito come un’occasione da non lasciarsi assolutamente sfuggire dal nostro paese, occorre una grande dose di responsabilità, cercando di lasciare da parte le polemiche e le diatribe politiche strumentali. Sarebbe il caso di fare nostre le parole del ministro del made in Italy Adolfo Urso, che pochi giorni fa ha detto “Il Pnrr non è solo la scommessa del governo Meloni ma la scommessa dell’Italia e dell’Europa. Siamo determinati a raggiungerla.Vorremmo coesione, responsabilità e consapevolezza da parte di tutti. La squadra Italia lo deve dimostrare in questo campo”.

Già occorre fare tutti insieme squadra proprio quel fattore che sembra mancare da troppo al paese per poter fare sistema e competere con gli altri grandi paesi ad armi pari. Invece di accusare il governo e il ministro Fitto, sarebbe certamente più utile mostrare più compattezza in tutte le sedi ed appoggiare lo sforzo che si sta facendo in questi mesi per arrivare ad una rimodulazione del piano e sfruttare appieno tutte le risorse in maniera fruttuosa. Ma se le parole del ministro Urso potrebbero essere considerate di parte allora ci si può riferire a quelle espresse del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, uomo super partes per eccellenza, quando dieci giorni ha dichiarato “Il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, nato da una svolta nelle politiche europee, a lungo sollecitata anche dalle organizzazioni sindacali, costituisce per la crescita un’occasione imperdibile, affidata ora alla responsabilità di tutte le parti, politiche, istituzionali, economiche, sociali.

Occorrono partecipazione e unità nell’impegno”. Insomma parole nette e ben definite che però per ora sembrano cadere nel vuoto, a vedere anche il dibattito che si è svolto in parlamento sul decreto relativo. Il Pnrr può essere una grande occasione anche per cambiare finalmente mentalità e regole in un paese, dove le rigidità e le pletoriche pratiche burocratiche hanno creato un clima di immobilismo che ha frenato la crescita economica di questo paese negli ultimi trent’anni.

Creare polemiche stucchevoli e strumentali non porta alcun vantaggio, a nostro parere, a chi le fa, ma soprattutto contribuiscono a danneggiare non solo il governo, ma il paese intero, che da tempo attende finalmente quel cambio di passo, necessario per potersi definire un paese moderno e che possa competere ad armi pari con le altri grandi economie mondiali. Ed è questa la vera e grande opportunità che il grande piano del Pnnr offre e che sarebbe delittuoso lasciarsi sfuggire.

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