Auguri di Buona Pasqua: ma qual è il significato nell’era digitale?
Antonino Giannone
Auguri di Buona Pasqua, con questa poche e semplici parole tutti ci salutiamo in questi giorni, ma non ricordiamo a noi stessi e nemmeno a chi le rivolgiamo il significato etimologico e storico della parola Pasqua.
A me sembra che in questi ultimi decenni, noi che ci professiamo cattolici laici, a Pasqua, non presentiamo più il messaggio del Vangelo di Gesù Cristo: Via – Verità – Vita
Infatti, ormai molti di noi, a mio avviso e non da solo, abbiamo dimenticato le virtù etiche come il Coraggio e la Trasparenza nel dire le cose con il loro nome, ma preferiamo uniformarci agli standard del linguaggio politically correct e del pensiero debole.
Anche in politica, in generale ci si comparta allo stesso modo: Cristiano Sociali, Popolari e Democristiani di un Partito, la Democrazia Cristiana, che non c’è più, in realtà, ce ne sono numerosi con lo stesso logo, bistrattato e conteso nei Tribunali della Repubblica italiana,
A Pasqua e a Natale gli Auguri sono generici e veloci come fanno tutti, a voce con cellulari, con sms, chat, tweet, whats up che hanno fatto dimenticare il significato di queste ricorrenze alle generazioni dei più adulti, ma soprattutto non lo spiegano alle giovani generazioni, non si fa alcun richiamo alle origini, alla profondità del significato della parola Pasqua!
Pochi richiami sulla genesi storica: la decima piaga d’Egitto e il passaggio del Mar Rosso da parte del popolo degli Ebrei verso la terra promessa.
Nove piaghe non bastarono a convincere il Faraone d’Egitto a lasciare andare il popolo degli Ebrei, ridotto in schiavitù. Fu così che Dio si risolse a scagliare una decima piaga, la più tremenda: la morte dei primogeniti maschi d’Egitto.
Ogni famiglia ebrea avrebbe dovuto sacrificare un agnello, e col sangue segnare gli stipiti e l’architrave della porta. Davanti a quei segni Dio, inviò un vento, sceso sull’Egitto per uccidere il primogenito di ogni famiglia, che avrebbe riconosciuto i figli degli Ebrei e sarebbe passato oltre. Fu così che la volontà del Faraone fu piegata, e gli Ebrei potettero partire, abbandonando l’Egitto passando oltre il Mar Rosso. Questo fu il famoso Esodo.
La Pasqua cristiana si pose sul tracciato della Pasqua giudaica, ma trasformandola profondamente. L’etimologia fu interpretata affine a pathein, soffrire, per avvicinare la celebrazione alla Passione di Cristo. Ne nacque la festa più importante di questa religione, cifra della decisività del Cristo, agnello di Dio, che prende su di sé la colpa dell’uomo e vince, per tutti, la morte.
I cristiani di tutto il mondo celebrano la domenica di Pasqua, è la Resurrezione di Gesù dai morti che è quindi il fondamento della fede cristiana. La Resurrezione dà la speranza della vita eterna in modo estensivo a tutta l’Umanità, secondo la Promessa fatta da Gesù: questa è la Pasqua, la novità, il mistero centrale della storia dell’uomo.
Nel terzo Millennio dopo Cristo, in modo estensivo per tutti, la Pasqua è anche chiamata la festa della speranza dai credenti, ma anche dai non credenti.
Scusate queste precisazioni di un sapere che è alla portata di tutti sulle piattaforme di Internet, ma ci tenevo a fare, a modo mio, a Voi e ai vostri cari familiari, i miei Auguri di Buona Pasqua, in Jesu et Maria
Antonino Giannone
Prof. Leadership and Ethics
Comitato Tecnico Scientifico UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti)