Buongiorno una parola semplice ma vitale
Cari lettori la parola buongiorno, ha per me un peso notevole. Non è solo un saluto, è indicativa di una relazione, di una condivisione.
Ed è per questo che non la faccio mai mancare a nessuno da quando ne ho memoria .
Forse ad alcuni può creare un fastidio che vorrei svanisse perché lontano dalle motivazioni sottese al mio saluto quotidiano.
Il senso del saluto è per me un modo di creare relazione e condivisione poiché un buongiorno, un ciao, servono a stabilire legami.
La persona con cui hai scambiato il saluto, dopo, non è più un “altro” .La persona che saluti diventa qualcuno che “ri-conosci” anche se non la conosci.
Il prossimo, ha scritto Luigi Zoia, è morto da tempo. Sostituito da surrogati elettronici, che offrono mediazioni mediatiche infinite. Promuovono rapporti indiretti e im-personali. Apatici invece che empatici. Ma io non mi rassegno e continuo, continuerò a cercarlo. Il prossimo. A costruirlo, raffigurarlo. Intorno a me, almeno. Il prossimo. Anche se ridotto a un saluto, un cenno del capo. Non rinuncerò a guardare gli “altri” in faccia. Per egoismo. Per non sentirmi circondato “solo” da “altri”. Cioè, per sentirmi meno “solo”.
Usare bene le parole implica anzitutto amarle, ossia sperare in loro: guardarle, appunto, come piccoli semi, che possono dare frutti anche nelle circostanze più impensate. Solo se abbiamo questa speranza potremo coltivarle con tutta la cura che meritano. E così auspicabilmente fruttificheranno, in noi stessi prima ancora che negli altri.
Buongiorno è una parola che auspica una speranza e dirlo ogni mattina è una prassi che ha la caratteristica della prevenzione e della promozione del benessere, perché consente di rasserenare, di stimolare, di esortare o, più semplicemente, di informarci sull’altro .
Del resto come affermava Voltaire “la più coraggiosa decisione che prendi ogni giorno è quella di essere di buon umore”
Allora Buongiorno a tutti ogni giorno!
Svegliatevi ogni mattina con il pensiero che qualcosa di meraviglioso sta per accadere ..
Antonio Peragine
Complimenti direttore bel pezzo