Interviste & Opinioni

Zelensky e Arafat!

Ecco due temi della più grande attualità e implicazione: la ostilità  Russia-Ucraina e Palestina- Israele e allo stesso tempo la figura dei due protagonisti riconosciuti e accettati: Arafat e Zelensky, il primo  fisicamente riconoscibile grazie al particolare copricapo, la kefiah, e il secondo alla sua camicia verde e i bicipiti in mostra.

L’ostilità Palestina-Israele dura ormai da circa settanta anni, l’odio tra le due etnie è divenuto un ingrediente delle loro esistenze, per i palestinesi addirittura elemento quasi fisico. Lo stesso fenomeno di indottrinamento in Ucraina, con la differenza che questa nazione è stata per secoli elemento della federazione russa, quindi in realtà un figlio  tralignato. Il sapore della sua attuale indipendenza è maturato dopo il fatidico 1991 di Gorbaciov, insufflata dai nazionalismi prima, dalle manovre segrete americane e dall’amato Zelensky dopo, a enorme nocumento, come si vede.

Regista e promotore della catastrofica situazione di odio è Biden, presidente USA, del quale la storia farà il ritratto che merita: ha immediatamente colto l’occasione per dar corpo all’antico odio, approfittando delle iniziative nazionaliste e anche naziste di certi centri di potere ucraini, manovrati dai servizi segreti americani: gli Stati Uniti pur restando dietro le quinte, sono il vero belligerante, assieme alla NATO: obiettivo, dissanguare la Russia, neutralizzare l’Europa, Zelensky è l’occasione! La sola forza in grado di intervenire alla pacificazione, l’Unione Europea, grazie alla sua presidente Ursula serva di Biden, al contrario è presente invece con armamenti e soldi! senza parlare delle altre nazioni europee tra cui, sorridente, l’Italia indebitata fino al collo: soldi a tonnellate tolti ai cittadini europei e armi.

Imperdonabile che tutte le clausole di pacificazione previste nei trattati fondativi della Unione Europea siano stati ignorati, come pure, con riferimento alla Francia, messe sotto i piedi, oltre al fatale 1789,  le raccomandazioni di De Gaulle che sempre parlò non solo di un’Europa delle patrie ma che l’Europa iniziava all’Atlantico e terminava agli Urali! Senza ricordare la Costituzione italiana che chiaramente vieta ogni intervento bellico!

Due aspetti debbono impressionare: l’odio esiziale, improvviso e innaturale, dell’Europa contro la Russia e l’odio viscerale, anche personale, di Biden. Imprevedibile quale sarà l’esito del ruolo servo  dell’Europa che ha confermato  la sua funzione di zimbello, anzi di “copia, di brutta copia” (Chomsky), degli Stati Uniti oltre che cosciente  “serva e ancella” (D.di Cesare, A.Orsini).

Non poche analogie si stanno appalesando tra queste due realtà di conflitti, Palestina-Israele e Russia-Ucraina: in effetti tutto si sarebbe risolto immediatamente secondo la regola storica della rana rupta et bos, cioè del meschino folle che vuole cimentarsi col gigante ma siccome si sono inseriti altri combattenti e salvatori nello spirito di: ammazzatevi tra di voi e distruggetevi, ma non toccate noi, allora quella che era una lotta già risolta a priori, è diventata, in Palestina, cronica e tale diverrà quella Ucraina, con danni colossali, anche dei paesi europei salvatori.

Biden e NATO, evitano  -così parrebbe- un effettivo ampliamento della lotta a causa di una possibile apocalisse nucleare e mirano perciò ad appezzentire e dissanguare la Russia poco a poco, farla diventare asiatica e allo stesso tempo arricchirsi grazie alle armi e petrolio che forniscono ai salvatori europei! Il gigante cinese, pur dedito ai propri affari, è ben attento e in guardia.

L’alternativa seria alla pace sarebbe potuta essere l’Europa: oggi non più, essendo divenuta lo stuoino degli Stati Uniti.

Arafat fino al 2004 anno della morte, oggi Zelensky, sono loro i due veri protagonisti: entrambi dotati di evidenti capacità dialettiche e diplomatiche, sagaci e calcolatori, in grado di ispirare fiducia e  solidarietà, efficaci postulanti e esibizionisti, accolti nei più alti consessi politici internazionali, entrambi destinatari di vistosi e continui finanziamenti e di armamenti per le proprie genti, e per tornare ad Arafat la cosa per la Palestina è durata come detto 60-70 anni e continua oggi: dopo la guerra lampo del 1967, solo baruffe e scontri di lieve entità e molti atti di terrorismo; numerosi i tentativi di pace, a tutti i livelli, ma mai pervenuti a risultati definitivi! Amato sin dai primi impegni di lotta a diciotto anni, dai palestinesi e da gran parte del mondo arabo, quale unico loro difensore contro gli odiati israeliani, Arafat, che nel 1994 fu insignito anche del Nobel per la pace assieme ai due presidenti israeliani Peres e Rabin, negli ultimi anni e in certi ambienti informati cominciò ad essere messo in discussione allorché si iniziarono a raccogliere le prove, anche dagli incontri internazionali, che la sua posizione quale responsabile della Organizzazione per la Liberazione della Palestina era in realtà contraria ad ogni tentativo di pacificazione!!

Cominciarono a essere motivo di critica i dispendiosi sistemi di sicurezza di cui si circondava; indignò in particolare, verso la fine, il soggiorno della giovane moglie andata a vivere a Parigi per sicurezza dove, dicono le cronache, si comportava a guisa di sovrana orientale e alla quale, stando ai controlli delle autorità francesi, giungevano periodicamente milioni di Euro da banche svizzere. Si cominciò a parlare anche delle enormi  cifre di cui si era impossessato per uso personale e depositate in Svizzera e negli USA e in altri paradisi fiscali oltre che in certi investimenti industriali; il sospetto maggiore fu che a partire da un certo momento della sua esistenza, l’obiettivo fosse quello che tutto restasse così,  e soprattutto senza pace., pur alla presenza di episodi di terrorismo. Il popolo palestinese, critico, continuava  ad accettare Arafat in quanto il solo idoneo a difendere e rappresentare la loro immagine nei contesti internazionali.

Come si sta comportando Zelensky sotto questi aspetti? Anche lui armi e soldi in quantità dal mondo occidentale che gli passano tra le mani, anche lui idolatrato dagli ucraini in sofferenza e miseria, anche lui in difesa della patria e, a suo dire, anche per la salvezza dell’Europa e dell’occidente dall’orso russo, anche lui già ora restio e ostile a ogni proposta di conciliazione, anche lui affabulatore di presidenti e monarchi, anche attorno a lui, notizie di questi giorni, soldi dei salvatori che vanno in quantità in non poche tasche sbagliate…

Ecco due argomenti di alto interesse: e in entrambi la posizione degli Stati Uniti è determinante: bene  la guerra, fonte di ricchezza per loro che vendono armi, ecc., ma niente pace, altrimenti fine dell’arricchimento presente e di quello futuro per la ricostruzione. Perciò lo stallo! E invece miseria per tutti!

Michele Santulli

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