Autonomia differenziata: la destra al governo scherza col fuoco!
di Giovanni Battafarano
Le ultime statistiche dello Svimez hanno confermato per tabulas che il divario Nord Sud si accresce sia per il reddito pro capite sia per i livelli occupazionali sia per la qualità dei servizi fondamentali, a partire da sanità e scuola.
Di fronte a questi dati allarmanti, ci si aspettava che il Governo mettesse in campo una strategia ad ampio raggio per cominciare ad invertire la tendenza al divario.
In realtà la risposta del Governo è stata la riproposizione della cosiddetta Autonomia differenziata, cioè la possibilità, prevista dall’art. 116 della Costituzione, di attribuire alle Regioni che ne facciano richiesta, varie competenze con annessi i finanziamenti relativi.
Da ultimo nella stessa direzione va l’annunzio del Ministro dell’Istruzione e del Merito di voler introdurre differenziazioni salariali tra gli insegnanti in relazione al diverso costo della vita. Quindi stipendi più alti per gli insegnanti del Nord . Vediamo meglio i due aspetti.
Vecchia bandiera della Lega
L’Autonomia differenziata è una vecchia bandiera della Lega condivisa da Forza Italia e, con qualche distinguo, da Fratelli d’Italia, che ha più a cuore il semipresidenzialismo.
Il Veneto, la Lombardia e l’Emilia-Romagna hanno presentato un elenco vastissimo di competenze. A mo’ d’esempio, per esercitare tali competenze, il Veneto chiede il 90% del gettito fiscale prodotto nel suo territorio. Le Regioni chiedono risorse finanziarie per le nuove competenze, ma non si fanno carico dell’ingente debito pubblico che rimarrebbe allo Stato.
Questo progetto di Autonomia differenziata mette in discussione la coesione nazionale e rischia di accentuare ulteriormente il divario tra Nord e Sud , tra aree interne in ritardo di sviluppo e aree centrali.
Per evitare questo rischio, la Costituzione all’art.117 prevede la definizione dei Lep cioè dei livelli essenziali delle prestazioni sociali, sanitarie, scolastiche per tutti i cittadini italiani, indipendentemente dal luogo di nascita o di residenza.
Tuttavia, da vent’anni i Lep non vengono definiti
La prima bozza presentata dal Ministro Calderoli prevedeva l’avvio dell’Autonomia differenziata senza la definizione dei Lep. Dopo la protesta delle Regioni meridionali e la prudenza mostrata dal Presidente del Consiglio, si è stabilito di definire in via prioritaria i Lep entro un anno, a condizione che tale operazione avvenga a costo zero, che è del tutto assurdo.
La spesa storica oggi registra che un cittadino lombardo gode di un livello di spesa sanitaria ben più alto di un cittadino calabrese. Poiché non si può diminuire il livello del cittadino del Nord si dovrebbe elevare la spesa sanitaria per il cittadino meridionale.
La definizione dei Lep a costo zero cristallizzerebbe la situazione esistente che danneggia le popolazioni del Sud ed incrina seriamente la coesione nazionale.
Quanto detto per la sanità, si può agevolmente dimostrare per l’istruzione, il trasporto pubblico locale e altri servizi.
Su questo pericoloso progetto dell’Autonomia differenziata, l’economista Gianfranco Viesti ha coniato una definizione pregnante: la secessione dei ricchi! Se il Sud è ritenuto una zavorra, le ricche Regioni del Nord mollano gli ormeggi e pensano al loro benessere, senza preoccuparsi della coesione sociale e nazionale.
Ma il Sud non è una zavorra!
Ci sono aree e distretti produttivi di eccellenza ed esso si avvia a diventare l’hub energetico dell’Europa, in alternativa al primato attuale dell’Europa del Nord.
Il progetto Valditara sugli stipendi differenziati per gli insegnanti si muove secondo la stessa filosofia e si propone di reintrodurre nel settore pubblico le gabbie salariali eliminate nel settore privato con le grandi lotte sindacali di cinquant’anni fa.
In verità gli stipendi degli insegnanti andrebbero aumentati per tutti, non per una parte soltanto. Tale misura, oltre ad essere palesemente e socialmente iniqua, potrebbe avviare una rincorsa incontrollabile per altri settori del pubblico impiego e, a seguire, del settore privato.
La destra al governo scherza con il fuoco alimentando le divisioni e la disunione dell’Italia, Ci sarebbe bisogno semmai di una strategia politica che unisca e includa e non allontani territori e ceti sociali. Una battaglia che le forze politiche riformiste devono fare al Sud come al Nord.
Giovanni Battafarano
Foto di Igor Ovsyannykov da Pixabay
STATI DELLE REGIONI UNITE DEL MEDITERRANEO.
La risposta delle Regioni del Sud all’ ” AUTONOMIA DIFFERENZIATA ” delle Regioni del Nord è la creazione degli Stati delle Regioni unite del Mediterraneo, coinvolgendo, in un sistema cooperativo economico( ed altro) le Regioni degli Stati che si affacciano sul Mar Mediterraneo ed anche le Regioni del Mondo Arabo.
Le città meridionali dell’ Italia, poste al centro del Mediterraneo, in posizione di prima fila anche per una soluzione definitiva ai problemi dell’ Immigrazione e dello stesso Mezzogiorno d’Italia. I Comuni del meridione d’ Italia costituirebbero il centro della nuova Europa.
Con gli Stati Uniti del Mediterraneo, e un 2° Piano Marshall di investimenti, certamente si istituirebbe una politica comune in materia di immigrazione( così l’ Italia si svincolerebbe dai lacci attuali) ovvero una politica di co-sviluppo basata sulla creazione di poli di competitività comuni sul libero scambio( in ogni campo, ivi compresi gas- acqua tra Africa ed italia) ,insieme ad una Banca di investimenti.
La proposta di Sarkozy, Presidente francese, col”PROCESSO DI BARCELLONA”, venne osteggiata negli anni 90 dalla netta opposizione della Germania( che, in caso di realizzazione del Progetto unitario del Mediterraneo, non avrebbe più un ruolo primario, certamente sostituito da quello dell’ Italia ,posta territorialmente al Centro del Mediterraneo, con il Mezzogiorno a fare il principale attore) e dai Paesi venditori di armi ,dove interagisce ancora oggi ,in alcuni territori, la guerra .
Questi i possibili ambiti di azioni:
– Agenzia ambientale;
-Energia
-Agenzia dei trasporti
-Agenzia per la cooperazione universitaria
-Centro di ricerca
– Ufficio Cultura
-Ufficio Agricoltura
-Centro di salute pubblica
–Agenzia di sviluppo- Fondo infrastrutture
-Agenzia di cooperazione economica
-Cooperazione giudiziaria
-Centro protezione civile
L’Italia( con la posizione strategica dei Comuni del meridione- vedi Taranto con il suo Porto quasi di fronte al Canale di Suez) ha tutte le carte in regola per diventare una grande Nazione ovvero artefice dello sviluppo economico del Mediterraneo e della Nuova Europa
In questo contesto ,per le Regioni meridionali l’ “Autonomia differenziata” avanzata praticamente dall’ attuale Governo, e,in particolare, dalle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, sarebbe un “MINUS” , rispetto alla creazione degli Stati Uniti delle Regioni del Mediterraneo.
Così, Le Regioni del Sud d’ Italia al centro politico ed economico della nuova Europa .
Avv. Nicola Russo- Taranto