La recessione USA, sarà seconda solo a quella del ’29
Le imprese tessuto economico del paese, saranno soggette a decurtazione dei profitti già a partire dalle prossime festività, quando i trasporti merci su ferrovia e gomma si fermeranno per un lungo sciopero.
Se a questo si aggiunge l’incapacità di molte aziende di trasferire i costi delle materie sui consumatori, per queste sarà arduo rimanere in piedi senza una solidità finanziaria. L’indicatore dei margini di profitto delle aziende è crollato ai minimi come non si vedeva dagli anni ’70.
Questo analizza la differenza in uno spazio temporale tra due variabili dell’inflazione: l’Indice dei prezzi al consumo e l’Indice dei prezzi alla produzione. Se il risultato scende nel quadrante negativo dell’asse cartesiano, significa che l’inflazione dei prezzi al consumo è superiore a quella dei prezzi alla produzione e parte dell’inflazione ricade sulle imprese e sul loro margine di profitto.
Nell’anno che sta per chiudersi, il divario tra questi due indici, ci fotografa una contrazione dei profitti simile a quella degli anni ’70.
Il mese di dicembre, mese in cui sono stati programmati scioperi a ridosso delle festività, ci dirà se la riduzione dei profitti sarà anticipata o solo ritardata.
Le ricadute sulla borsa di Wall Street saranno pesanti, gli utili sicuramente al ribasso metteranno sotto pressione i mercati azionari già in crisi.
La riduzione dei profitti che si prevede sarà la peggiore degli ultimi 50 anni.
Mentre gli speculatori famelici sono pronti ad azzannare le prede ferite, gli analisti prevedono una solida crescita dei profitti nel 2023 tra il 6 e l’8 % per le società quotate nello S&P 500, ad esclusione del comparto energia.
Questa proiezione è però legata all’allentamento delle tensioni del conflitto in Europa con il blocco dell’invio delle armi a Kiev.
Mentre i consumi discrezionali, beni e servizi non essenziali (auto, mobilio, elettrodomestici, vacanze, abbigliamento etc. etc.), saranno influenzati dai fattori che vincolano ogni singolo consumatore. I consumi discrezionali, rappresentano il principale indicatore degli acquisti delle famiglie.
Gli analisti prevedono che gli utili su questo settore in sofferenza nel 2022, nel prossimo anno possano salire del 38%, magari con aiuti del governo per rinnovare il parco auto ormai datato e gli elettrodomestici estremamente energivori.
Gli analisti ritengono che una recessione degli utili non sarebbe così grave come una vera e propria recessione. Ma per gli investitori non sarebbe molto favorevole, soprattutto se la Federal Reserve continuerà ad aumentare quei tassi di interesse che hanno pesanti ricadute sul mercato azionario. La FED ha rivisto in giugno di quest’anno il rialzo del tasso di interessi, il più aggressivo dal 1994, si prevede che entro fine anno aumenterà di 2.0-2.25 punti percentuale.
Con questi numeri sarà difficile accrescere l’occupazione come richiede l’Amministrazione Biden.
È inutile che Biden e i suoi ministri continuino con dichiarazioni mendaci,il quadro economico d’insieme ci confermano che gli Stati Uniti stanno precipitando verso una recessione di lunga durata.
Il crollo del mercato è imminente, il governo avrebbe dovuto riversare il fiume di denaro inviato in Ucraina alle imprese e le famiglie, avrebbe sicuramente fatto bene alla moribonda economia americana e alle tante famiglie americane costrette a sopravvivere.
Maurizio Compagnone
Analista