Una legge sugli sprechi alimentari
Educazione alimentare , recupero e doggy bag
di Silvia Passerini
Anche l’Italia si sta interessando alla riduzione degli sprechi. Tutti noi ci rendiamo conto quanti prodotti alimentari vengono scartati e gettati ogni giorno.
Già la legge 19 agosto 2016, n. 166, è riuscita a ridurre gli sprechi lungo tutta la filiera agro-alimentare, produzione-trasformazione-distribuzione-somministrazione di prodotti, detta «food system», facilitando il recupero e la donazione dei prodotti in esubero. Grazie a questa legge è stato recuperato il 23% del cibo in eccedenza.
La proposta di legge A.C. 2395 presentata il 20 febbraio 2020 e stampata il 2 agosto 2022 “Disposizioni per la riduzione degli sprechi nel settore della ristorazione attraverso il reimpiego delle eccedenze alimentari, nonché incentivi fiscali per la riconversione degli scarti agroalimentari” di iniziativa della deputata Cenni, mira ad agire proprio sui settori della ristorazione, in cui lo spreco supera il 30% dei pasti ordinati, e del commercio.
Nella proposta si legge: “risulta che è ancora molto diffuso un senso di imbarazzo nel chiedere di portare a casa gli alimenti avanzati, diversamente da quanto succede in molti Paesi del mondo, dove l’utilizzo della food bag è una pratica familiare e naturale per la maggior parte dei clienti e dei ristoratori”. “Obiettivo della presente proposta di legge è, quindi, assicurare ai clienti, che ne facciano espressa richiesta, la possibilità di portare a casa il cibo non completamente consumato in apposite confezioni ecologiche e capaci di conservare ottimamente le caratteristiche organolettiche degli alimenti.”.
Inoltre solo in Europa vengono scartati 50 milioni di tonnellate di frutta e verdura che, pur possedendo caratteristiche organolettiche ordinarie, presentano difetti puramente estetici che non ne consentono la commercializzazione e la distribuzione, perché non corrispondenti ai canoni standard imposti dall’Unione europea. La proposta di legge incentiva i punti vendita a commercializzare gli alimenti esteticamente non accattivanti.
L’iniziativa parlamentare è composta da 6 articoli. Oltre al primo e al sesto che recano rispettivamente l’oggetto e la finalità l’uno e la disposizione dell’entrata in vigore del provvedimento l’altro, gli altri articoli recano: gli obiettivi “la riduzione dei rifiuti alimentari; l’utilizzo di appositi contenitori per l’asporto del cibo non consumato da parte dei consumatori; gli investimenti in macchinari per la riconversione degli scarti alimentari per il riuso o per il compostaggio; l’istituzione di un logo utilizzabile dagli esercizi commerciali che aderiscono a un disciplinare per sviluppare l’economia circolare nella filiera della ristorazione e per ridurre lo spreco di alimenti; la valorizzazione delle produzioni agricole che rischiano di rimanere invendute; la realizzazione di apposite campagne di informazione per promuovere la rete della ristorazione impegnata per ridurre gli sprechi e per incentivare il consumatore a porre in atto comportamenti e azioni adeguati ai fini della diminuzione delle eccedenze agroalimentari.”; le disposizioni per la consegna ai clienti dei ristoranti i cibi e le bevande non consumati “gli esercizi pubblici e i circoli privati abilitati alla somministrazione di cibi e di bevande, su espressa richiesta dei clienti, devono provvedere a consegnare ai clienti stessi cibi e bevande, non miscelate e non gasate, serviti e non consumati o parzialmente consumati e regolarmente pagati.
La consegna degli alimenti deve avvenire utilizzando appositi contenitori che garantiscono la sicurezza alimentare e che recano, in forma scritta e leggibile, le indicazioni per la corretta conservazione degli alimenti. La consegna dei contenitori è garantita, senza oneri aggiuntivi a carico dell’esercente, dal servizio di gestione dei rifiuti del comune dove ha sede l’esercizio di ristorazione. Il responsabile dell’esercizio di ristorazione è tenuto a fornire, all’interno dei locali dove esercita l’attività, un’adeguata informazione in merito alla possibilità di asportare il cibo non consumato, sanzioni amministrative pecuniarie per chi non ottempera a tale obbligo.
L’utilizzo dei food bag sia normato da un apposito decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro della salute, che stabilisce anche la tipologia esatta di cibi e di bevande da asporto, gli esercizi di ristorazione interessati e le modalità con cui gli esercizi stessi devono informare la clientela sulla possibilità di asportare i cibi. I costi dei contenitori siano compresi nelle tariffe locali dei rifiuti secondo le disposizioni dell’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente.”; gli incentivi per la riconversione degli scarti e la commercializzazione dei prodotti non corrispondenti agli standard “incentivi fiscali per l’installazione, da parte delle imprese che effettuano la somministrazione di cibi e di bevande, di biodigestori destinati alla riconversione degli scarti agroalimentari per finalità produttive sostenibili, nonché per gli esercizi che attrezzano appositi corner dedicati alla vendita di frutta e di verdura che, pur possedendo caratteristiche organolettiche ordinarie, presentano difetti esclusivamente estetici.”; l’istituzione di un Tavolo permanente di coordinamento per la ristorazione e il commercio contro lo spreso “Tale organismo ha il compito di raccogliere ed elaborare i dati relativi allo spreco alimentare, fornendo analisi e proposte per la sua riduzione nella filiera della ristorazione.
Il Tavolo gestisce, inoltre, un portale nel sito internet istituzionale del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, mediante il quale monitora la domanda e l’offerta di prodotti agroalimentari che non sono stati immessi in commercio, ma che hanno caratteristiche e standard adeguati per essere venduti al pubblico; la creazione di un “logo «ristorazione sostenibile». Si tratta di un marchio che può essere richiesto da tutti coloro che esercitano l’attività di commercializzazione e di somministrazione di alimenti e di bevande e che si impegnano a rispettare un disciplinare predisposto dal Tavolo permanente.”.
Questa proposta di legge risveglia le coscienze e induce a una più matura consapevolezza di quanto l’attenzione al non spreco alimentare può alleggerire l’economia e lo sfruttamento eccessivo del nostro Pianeta.