Il terrore dei vinti
di Romina G. Bottino
Il segretario del PD Letta, come il più improvvisato allenatore di una squadra perdente, in preda alla cieca disperazione fa scendere in campo a suo aiuto non atleti ma buttafuori della più squallida e prevaricante specie. Letta pochi giorni fa si è recato in Germania per risvegliare in sede europea il terrore contro il mostro fascista che si affermerebbe in Italia con Giorgia Meloni. Giornali tedeschi mostrano il volto della leader di “Fratelli d’Italia” additandola come la donna più pericolosa d’Europa e La Von der Leyen sferra un attacco indegno e prevaricatore contro la democrazia italiana e la libertà d’espressione dei suoi cittadini, aggredendo quei valori di libertà ed autodeterminazione dei popoli tanto ipocritamente e retoricamente osannati da questa UE che li va a sbandierare a proprio uso e consumo. Il presidente della Commissione europea, a pochi giorni dal voto italiano, con un’illecita ingerenza sul voto nazionale, tenta di intimorire i cittadini italiani con una chiara minaccia illiberale e ingiustificata.
La stessa Von der Lyne che, da perfetto vassallo, sta asservendo gli interessi economici e politici della UE a quelli americani e che presume di dare lezioni di sovranità nazionale e di democrazia a Putin.
Questa UE antisovranista e antidemacratica, serva confusa ed immorale dei mercati e dell’alta finanza, già nel 2018 minacciò gli italiani che si recavano a votare con le parole del commissario europeo al bilancio Oettinger : ” i mercati insegneranno agli italiani a votare”.
Insomma non abbiamo più diritto ad una politica che si occupi dei problemi dei cittadini e che ne tuteli gli interessi.
Questa competizione elettorale ha affermato la bassezza e la pochezza della politica italiana, con Letta che ha impostato una campagna elettorale esclusivamente sulla denigrazione dell’avversario senza parlare mai di programmi e con qualcun altro che ha preferito improntarla sul voto di scambio attraverso il reddito di cittadinanza.
La politica di sinistra di questo ultimo decennio ha portato avanti la battaglia per la parità di genere ed in particolare l’ex presidente della camera Laura Boldrini ha addirittura preteso la modifica delle regole grammaticali perché la parità femminile passa anche per il linguaggio; si sono così coniate parole come ministra, sindaca le quali sono tutt’altro che dal suono gradevole, anzi sembrano una violenza alla bellezza ed eufonia della lingua italiana, eppure a ben vedere le cariche istituzionali di per sé hanno un valore neutro. Alla luce di questa nuova lettura della parità di genere, fatta di parole, dovremo accettare architetta, ingegnera, deputata che hanno qualcosa di risibile, così vi è il geometra e al femminile avremmo la geometra, ma le parole sono importanti.
Troppo spesso le parole vengono usate da questa “sinistra”… sinistra per veicolare significati falsati, così l’immigrato clandestino che delinque diventa richiedente asilo.
Giova utile ricordare che negli altri Stati europei questo problema non è stato sentito con siffatta urgenza, ad esempio i francesi si limitano ad aggiungere “ madame” alla carica istituzionale. L’ex presidente della Camera Boldrini portò avanti anche una battaglia culturale contro il sessismo espresso da certa pubblicità che mostrava figli e marito seduti a tavola mentre la donna serviva il pasto, sostenendo che bisognava superare questi stereotipi sociali inaccettabili. La sensibilità di una certa sinistra è notevole, infatti l’onorevole Boldrini, ma anche altre donne di sinistra, si presentò col velo islamico in visita ufficiale come rappresentante dello Stato italiano che è laico, pur non essendo lei musulmana, eppure i costumi islamici non sono certamente improntati alla parità di genere e alla difesa della libertà, dell’ autodeterminazione e dignità della donna.
Tutto ciò evidenzia una grande confusione di idee e valori perché la parità di genere si conquista sul campo creando le condizioni di un lavoro dignitoso e poi difendendo e tutelando il lavoro femminile, la maternità, la parità salariale, favorendo le pari condizioni nell’inserimento nel mondo del lavoro, promuovendo l’attuazione della piena libertà della donna indipendentemente dalla cultura di appartenenza o confessione religiosa
Da sempre la politica e la cultura con le loro parole e le loro azioni sono dei modelli di comportamento per l’intera società per cui quando si parla di rispetto e tutela della donna e dei suoi ruoli questa difesa deve essere a trecentosessanta gradi e deve superare ideologie e schieramenti. Purtroppo la maggior parte della cultura di sinistra nei fatti si è dimostrata gretta, chiusa e piena di pregiudizi infatti sembra sia lecito e normale adottare parole di disprezzo o esternare giudizi realmente sessisti ai danni di una donna semplicemente perché è di destra. Ma la cosa più grave è che questo comportamento lesivo della dignità femminile e spesso aggressivo è portato avanti da quelle stesse donne, di una certa sinistra di matrice sessantottina, che si dichiarano femministe. La stessa definizione di femministe suggerisce un chiaro condizionamento delle donne ad opera del pensiero maschile perché questa dicitura rinvia alla definizione di femmina che attiene biologicamente a tutto il mondo animale, così come la parola femminicidio ha in sé implicitamente qualcosa di discriminatorio e riduttivo proprio nel tentativo di definire e differenziare, una uccisione è sempre una uccisione. In un sistema realmente democratico, dove c’è il libero confronto delle idee ed il rispetto di chi appartiene ad un altro schieramento, non esiste un comportamento del genere.
Anche le parole che Letta ha rivolto alla Meloni in un recente confronto pubblico durante il quale la accusava di essersi solo incipriata il viso, hanno qualcosa di sessista, ma ciò non ha urtato la suscettibilità di alcuna femminista perché sembra essere lecito dire di tutto a una donna quando è di destra… altro che solidarietà femminile!
La Meloni in questi anni ha lavorato duramente e ha dimostrato di essere l’unica grande leader dell’Italia per preparazione politica, coerenza nelle sue posizioni, programmi politici e soprattutto per la tolleranza, la costanza, la determinazione ed il coraggio nell’affrontare i continui attacchi di una stampa di sistema denigratoria, ostile, antidemocratica sia a livello nazionale che europeo. Gli italiani questo lo hanno capito chiaramente, come hanno capito di essere sotto continuo ricatto di una UE che si è rivelata matrigna ostile agli interessi italiani.
In un deserto arido, con tanti nomi erosi dal tempo ed incollati alle poltrone, anche se bruciati dagli eventi, questa giovane donna votata alla politica ha individuato figure professionali, per dar loro il compito di ripulire i Palazzi da acari e parassiti, attraverso l’opera di uomini sani e specchiati, fra i quali l’integerrimo ex Prefetto di Roma e già Vice Capo della Polizia di Stato Giuseppe Pecoraro, l’On. Alfredo Antoniozzi, di dichiarata integrità e nitida esperienza politica, nonché l’On. Michele Schiano di Visconti, un medico dotato di profonda e provata morale al servizio dei cittadini.