Maschere al potere
L’editoriale del Co-direttore di Radici Daniela Piesco
Per Luigi Pirandello le maschere rappresentano la frantumazione dell’io in identità molteplici ed un adattamento dell’individuo sulla base del contesto e della situazione sociale in cui si trova. Pirandello faceva la distinzione tra l’essere e l’apparire di ciascun uomo.
Quando si dice “indossare una maschera” ci si riferisce quasi sempre a qualcosa di negativo, che ha a che fare con falsità, apparenza e formalità.
Ebbene tra i politici, i giornalisti e i cittadini chi è che indossa la maschera?
Quelle del 25 settembre prossimo sono le elezioni più importanti dopo quelle del 1946 e 1948 per il nostro Paese
Le scelte di quei voti segnarono in positivo le sorti dell’Italia nei cinquant’anni successivi, aprendo la strada alla ricostruzione, al boom economico, a un’incredibile risalita di un’Italia distrutta dalla guerra fino all’ingresso nel G7, il gruppo dei sette Paesi più ricchi del mondo.
Il 25 settembre si ripropone una scelta che può influenzare il futuro nostro e dei nostri figli per i prossimi decenni.
E dunque!
Ogni giornale si assume un ruolo cruciale nel diffondere la conoscenza. In questo panorama politico è essenziale essere cittadini e non sudditi e i giornali dovrebbero servire proprio a questo.
Dovrebbero essere i cani da guardia della democrazia perché nelle dittature i giornali sono i primi a sparire per sopprimere il “pensiero”.
Ma anche qui in Italia il movimento populista, si ciba del suddito poco informato e disposto a credere ad ogni menzogna decantata dal partito.
La democrazia invece, potesse sognare, sognerebbe un cittadino che legge i giornali, un cittadino ben informato, che ha voglia di capire e comprendere il mondo che lo circonda, per svolgere al meglio il suo ruolo essenziale:ossia quello di andare a votare!
Ma è possibile una informazione onestà?
Credo che solo una’informazione onesta, che racconta e non nasconde, e che non cede all’ ambiguità propagandistica , resti il miglior elisir contro la massificazione informe delle menti.
Il lavoro del giornalista si ispira ai principi della libertà d’informazione e di opinione, sanciti dalla Costituzione italiana, ed è regolato dall’articolo 2 della legge n. 69 del 3 febbraio 1963:
«E’ diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d’informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e della buona fede. Devono essere rettificate le notizie che risultino inesatte e riparati gli eventuali errori. Giornalisti e editori sono tenuti a rispettare il segreto professionale sulla fonte delle notizie, quando ciò sia richiesto dal carattere fiduciario di esse, e a promuovere lo spirito di collaborazione tra colleghi, la cooperazione fra giornalisti e editori, e la fiducia tra la stampa e i lettori»
E ciò,lo ricordo, molto sommessamente non vantando nessuna esperienza decennale o trentennale, come i più,nel campo giornalistico.
Lungi da me nell’operare scelte propagandistiche elettorali proprio alla soglia del 25 settembre ma una domanda vorrei porla :
Chi ricorda l’amicizia tra Putin e Berlusconi?
Quell’amicizia si traduceva anche in accordi economici di cui ora paghiamo tutto il prezzo, con una politica energetica che, nei primi dieci anni del 2000, ha praticamente legato l’Italia ad un solo fornitore di gas, la Russia di Putin, diventandone così totalmente dipendente.
Ergo ! Senza l’Europa non riusciremo a uscire da questo problema economico, le iniziative della Commissione europea daranno l’orientamento ai mercati per contrastare le speculazioni.
La mia opinione
Tutto il mio scrivere esprime puramente e semplicemente la mia opinione e/o parere e/o valutazione personale che, per quanto mi riguarda i lettori sono liberi di accettare o meno, in virtù della competenza, dell’autorevolezza o dell’imparzialità che gli riconoscono .
Lode a te Opinione pubblica!
“Siate appassionati fino all’intelligenza“sosteneva il caro e buon vecchio Friedrich Nietzsche
L’idea che l’Italia possa fare tutto da sola, che non abbiamo bisogno di nessuno, che anzi sono gli altri che devono adeguarsi a quello che vogliamo onestamente mi puzza proprio di ignoranza,arroganza e spavalderia .
Ogni falsità è una maschera, e per quanto la maschera sia ben fatta, vi auguro,parafrasando Alexandre Dumas (Padre) con un po’ di attenzione, di distinguerla dal volto.
Daniela Piesco Co-direttore Radici
pH Paolo Barbera