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Economia, Previdenza

Nel prossimo futuro l’energia arriverà dal sole grazie ai satelliti SBSP

Lo studio sui satelliti con pannelli solari riflettenti, SBSP (Space-Based Solar Power), progettati per assorbire l’energia solare spaziale, è in fase avanzata.

La sfida del prossimo futuro richiede investimenti stratosferici. Sfruttare il sole per produrre energia in gran quantità, non è più utopia.

Grazie a questi satelliti dagli enormi specchi riflettenti, sarà possibile generare energia illimitata. La sfida è aperta grazie ai satelliti geostazionari. Saranno la soluzione per risolvere i problemi impellenti di fame di energia.
La GlobalData, importante società britannica di analisi dati, nel 2021 ha riportato nel suo rapporto Tech, “Media and Telecom Predictions 2021” che nel prossimo decennio il lancio di satelliti riflettenti avranno una crescita esponenziale. Nel rapporto si sottolinea inoltre, che l’energia prodotta da carbon fossile è responsabile del 30% delle emissioni di gas serra a livello mondiale, come evidenziato anche da una scoperta del Center for Climate and Energy Solutions.

I satelliti riflettenti sono la migliore opzione per l’energia pulita. Essi sono dotati di enormi pannelli riflettori solari.

Questi riflettori concentrano l’energia del sole sui pannelli solari. L’energia dei pannelli solari viene poi trasformata in radiazione elettromagnetica, che viene convogliata sulla Terra sotto forma di laser o microonde.

Sulla terra verranno predisposte stazioni dotate di antenne riceventi, che accumulando le onde o le radiazioni elettromagnetiche provenienti dai satelliti, le convertiranno in elettricità che verrà immessa nella rete cittadina.

Anche la cinematografia ha anticipato il futuro, i satelliti SBSP presentano numerose analogie con quelli visti in due film di 007: Diamonds are Forever del 1971 e Die Another Day del 2002.

Entrambi i film prevedono di sfruttare i satelliti solari come una grande arma laser

Il sistema SBSP, presenta una serie di vantaggi rispetto all’energia solare convenzionale. Innanzitutto, la raccolta di energia solare non sarà più ostacolata dal maltempo e dalle ore notturne. I satelliti in orbita possono assorbire e convogliare l’energia solare verso le stazioni di terra, indipendentemente dalla stagione.

Questo è un vantaggio soprattutto nei mesi invernali. Mediamente in un mese invernale, solo il 3% della luce solare raggiunge la Terra.

Inoltre, cosa non da poco, non sarà più necessario come oggi, dotarsi di grandi depositi di stoccaggio di energia, il flusso tra lo spazio e la terra sarà continuo.
Secondo uno studio della Greenmatch, i satelliti SBSP sono in grado di produrre una quantità di energia 40 volte superiore rispetto all’energia solare che giunge direttamente dal sole sul pianeta.
Gli impianti fotovoltaici richiedono enormi distese di pannelli solari, in quanto l’atmosfera filtrando la luce del sole la indebolisce nel momento che raggiunge la terra.
La prossima corsa allo spazio sarà indirizzata proprio all’energia solare.

L’ostacolo più grande da superare, prima che possa essere utilizzata a livello commerciale, è l’elefantiaco costo del progetto.

Pur disponendo di tutte quelle tecnologie indispensabili per poterla realizzare, i finanziamenti astronomici necessari per la produzione, il lancio e l’assemblaggio dei satelliti, ne impediscono la fattibilità commerciale, anche se i progressi tecnologici degli ultimi anni hanno ridotto significativamente i costi di lancio, dando al progetto una nuova speranza.

L’SBSP sarà il futuro per una energia pulita, inesauribile e praticabile per il fabbisogno energetico della Terra.

In molti paesi è partita la corsa per sviluppare quelle tecnologie, che abbattano i costi di produzione per realizzare i satelliti solari.

Chi prima arriverà avrà un vantaggio geopolitico e commerciale a discapito di altri.

I paesi più impegnati nella corsa ad assicurarsi la fonte di energia pulita e illimitata, sono anche quelli più energivori, gli Stati Uniti, la Cina e il Giappone.

In pole position la Cina, che recentemente ha annunciato l’intenzione di inviare nello spazio la sonda solare ASO-S (Advanced Space-based Solar Observatory),
entro il 2022.

La sonda è fornita di un telescopio solare, un imager magnetico e un imager a raggi X

A capo del progetto lo scienziato cinese, Gan Weiqun, membro dell’Accademia cinese delle scienze, il quale ha dichiarato sulla TV cinese, che la sonda osserverà le attività solari e l’atmosfera tempestosa sul sole nell’arco delle 24 ore.

Reporterà i dati delle tempeste solari prima che accadano. In questo modo sarà possibile allertare in anticipo i possibili danni al campo elettromagnetico terrestre.
Il progetto rientra in quello più ambizioso dei “killer sat” e di “armi laser dallo spazio”. La Cina punta ad avere il predominio dello Spazio, riducendo il gap con gli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti però sono stati i pionieri, hanno lanciato nel maggio 2020 un pannello solare spaziale.

Il progetto è dei ricercatori della USNavy che hanno lanciato una antenna fotovoltaica PRAM (Photovoltaic Radio-frequency Antenna Module) poco più grande di un contenitore di pizza. Nell’arco delle 24 ore, compie 16 giri intorno al pianeta per catturare la luce solare.

Il pannello, non equiparabile alla sonda cinese ASO-S, è stato progettato per massimizzare la quantità di energia luminosa nello spazio e rilanciarla sulla Terra per generare energia.

Scopo del progetto in fase sperimentale, è quello di testare l’antenna se è in grado di trattenere le onde radio solari da trasformare in energia.

Il piccolo dispositivo dalla grandezza modesta, circa 31 cm, oggi è in grado di alimentare uno strumento elettronico, ma i ricercatori sono convinti che nel prossimo futuro, si potranno costruire sonde spaziali di grandi dimensioni in grado di calamitare le onde solari.

Il mondo è in evoluzione, sarà il sole la fonte di energia necessaria a soddisfare le esigenze del pianeta terra nei prossimi decenni.

Maurizio Compagnone
Analista

Foto di Jill Wellington da Pixabay

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