Intervista a Chiara Cavalieri, Presidente dell’Associazione Italo Egiziana “Eridanus”
Chiara Cavalieri (*), Presidente dell’Associazione Italo Egiziana “Eridanus” (**), rilascia un’intervista in esclusiva al nostro giornale. Le risposte alle domande poste concernono elementi utili a conoscere meglio la realtà in cui tale Associazione opera. In conclusione, fa alcune sue considerazioni riguardo a temi che sono stati a lungo al centro delle cronache: il caso Regeni e le relazioni diplomatiche fra Italia ed Egitto.
Buongiorno Chiara,
i lettori di Stampa Parlamento nutrono un particolare interesse nei riguardi del multiforme mondo dell’associazionismo di carattere nazionale e internazionale. Potrebbe rispondere ad alcune nostre domande inerenti alle origini, all’organizzazione, alle finalità, alle più recenti attività e prospettive dell’Associazione che rappresenta?
l’Associazione Italo Egiziana “Eridanus”:
1) Quando, dove e come nasce?
L’ Associazione nasce a Torino nell’agosto 2021, con lo scopo di favorire la diplomazia culturale, ovvero lo scambio di idee, nozioni, progetti che riguardano arte, storia e letteratura, tra due nazioni affini alle quali l’appartenenza al bacino del Mediterraneo indica un percorso comune.
A che cosa si ispira e deve il suo nome?
Il nome Eridanus deriva da una leggenda: il capoluogo piemontese è stato fondato da un principe egizio, chiamato Eridano, che vi ha introdotto il culto del Dio Api (infatti il toro è simbolo della città). La storia è citata nel libro Historia della Augusta città di Torino, uscito nel 1679 e scritto da Emanuele Thesauro, uno storico del Seicento della corte di Madama Reale Maria Cristina.
Come ha scelto il proprio logo?
Il logo è formato dai due simboli dei nostri paesi:
L’ankh (☥) (ossia la croce ansata, conosciuta anche come chiave della vita), e un antico e sacro simbolo egizio che essenzialmente simboleggia la vita. Gli dèi sono spesso raffigurati con un ankh in mano, o portato al gomito, oppure sul petto. Racchiude nel suo interno la Stella d’Italia ovvero il più antico simbolo patrio italiano, risalente all’antichità’ greco-romana quando Venere, associata all’Occidente come stella della sera, venne assunta a identificare la penisola italiana. Da un punto di vista allegorico, la Stella d’Italia rappresenta metaforicamente il fulgido destino dell’Italia.
2) Quali finalità si prefigge?
Riteniamo che l’arte sia la Koinè che unisce popoli al di là del credo religioso, orientamento politico, provenienza, etnia. L’ Associazione non ha fini di lucro.
3) Da chi è rappresentata ai vari livelli?
Io ricopro la carica di Presidente.
Il Vicepresidente è Andrea Revel Nutini, nato a Torino, il quale inoltre è:
- Presidente dal 2003 della Fondazione Principessa Laetitia – Onlus a Torino che si occupa dal 1917 di assistenza ai minori,
- Vicepresidente del “Comitato Difesa legali Possessori di Armi”;
Il consigliere dell’Associazione è Ahmed Fawzy Salem, il quale inoltre è:
- giornalista e membro dell’Egyptian Journalists Syndicate, che ha il diritto esclusivo di concedere licenze per lavorare in Egitto;
- ricercatore presso il MA Mass Communication presso I’Universita’ di Mansoura;
- esperto in politica estera, e anche in specializzato correnti religiose islamiche, gruppi terroristici, illuminismo e affari secolari;
- dal 2016 al 2019 ha lavorato come capo del Dipartimento centrale per la formazione e l’educazione politica nel Partito degli Egiziani Liberi, lanciato dal noto uomo d’affari egiziano Naguib Sawiris dopo la rivoluzione del 25 gennaio 2011;
- dal 2019 al 2021 ha guidato il Dipartimento centrale per la formazione e l’educazione politica nel Partito del Congresso, che è stato inaugurato da Amr Moussa, ex ministro degli Esteri egiziano ed ex segretario generale della Lega degli Stati arabi;
- membro fondatore del Tanweer Club del Cairo;
- membro del club liberale del Cairo;
- membro fondatore della Egyptian and Arab Secular Youth Society Association.
4) Quali sono le vostre iniziative e le vostre collaborazioni o rapporti istituzionali con altri soggetti pubblici o privati?
Grazie alla mia iniziativa, in qualità di Presidente dell’Associazione, siamo riusciti a fare approvare il progetto per il primo cimitero di culto diverso dal cattolico in Umbria.
Inoltre, l’Associazione ha attualmente in progetto collaborazioni con l’Istituto Italiano di cultura del Cairo, relativamente alla settimana della lingua italiana, e con l’Istituto Russo di Cultura a Roma.
In conclusione, potrebbe inoltre renderci note le Sue personali posizioni riguardo al caso Regeni e allo stato delle relazioni diplomatiche fra Italia ed Egitto?
Diciamo subito che la prima regola non scritta della diplomazia prevede che il livello di ogni conflitto politico vada abbassato. Il che non significa affatto che si debba cedere ma molto più opportunamente che per ottenere qualcosa la controparte non debba sentirsi sotto attacco.
Del resto, far piena luce sulla vicenda Regeni non è incompatibile con il corretto proseguimento di relazioni politiche, economiche e culturali tra due Partner come Roma e Il Cairo.
Non si tratta pertanto di far prevalere la ragion di Stato su una vicenda certamente grave rimasta irrisolta sul piano giudiziario. Si tratta di avere invece consapevolezza che lo scontro politico bilaterale sarebbe totalmente dannoso sia sul piano internazionale che su quello stesso degli esiti della vicenda di cui occorrerebbe chiedere conto anche alla tutor inglese del ragazzo.
Le regole diplomatiche che disciplinano i rapporti tra gli Stati sono stabilite dalla Convenzione di Vienna del 1961. L’articolo 41 della Convenzione di Vienna del 1961stabilisce che gli ambasciatori sono tenuti a rispettare le leggi dello Stato accreditatario e a non immischiarsi negli affari interni di questo Stato.
Va tuttavia tenuto conto che specie in questi ultimi anni si è fatto strada il cd. “Diritto di ingerenza umanitaria” che dovrebbe tuttavia far capo esclusivamente al sistema di sicurezza internazionale codificato dall’ONU.Quando il Presidente turco aveva minacciato nell’ottobre scorso l’espulsione di dieci ambasciatori che avevano sottoscritto un appello perché Osman Kavala fosse rilasciato, si era appunto appellato all’art. 41 della Convenzione di Vienna. E la successiva dichiarazione dei dieci ambasciatori di volersi comunque attenere a tale articolo ha fatto rientrare la crisi.
Nel caso Regeni, il Governo italiano ha certamente diritto di esprimere la propria posizione trattandosi di cittadino italiano, mentre è invece discutibile sul piano politico la decisione assunta dal Governo Renzi nell’aprile 2016 di ritirare il nostro ambasciatore al Cairo.
Decisione poi annullata nell’agosto 2017 dal Governo Gentiloni.
Appare infatti evidente che le trattative bilaterali in proposito possono essere molto meglio sostenuta da parte italiana con la presenza e attraverso il nostro ambasciatore al Cairo che può tenere ogni opportuno contatto in via riservata.
Grazie, Chiara, per la gentilezza e l’attenzione.
(Intervista rilasciata e concessa per la pubblicazione sulla testata: Stampa Parlamento ad Antonio Rossello. Torino, 3 Giugno 2022).
(*) Chiara Cavalieri, è nata a Roma, ha collaborato con alcuni quotidiani quali l’Osservatore Quotidiano, Report Difesa, ed è attualmente membro del Think Tank il Nodo di Gordio. Si occupa di Geopolitica del Medio Oriente, area di competenza in particolare: Egitto. In tal senso:
- è attiva da lungo tempo nel favorire gli scambi culturali tra i due paesi. In questo quadro, aveva instaurato un eccellente rapporto con lo scomparso Ambasciatore d’Egitto Alaaeldin Wagih Mohamed Roushdy e lo mantiene con l’Accademia di Egitto a Roma. È favorevolmente nota presso l’Istituto Italiano di Cultura al Cairo;
- è attivamente impegnata nei rapporti dei rappresentanti delle comunità musulmane e le autorità locali umbre e nel dialogo interreligioso a livello locale;
- quale Presidente della Associazione “Eridanus” ha presenziato a numerosi eventi culturali e imprenditoriali, e più recentemente è intervenuta all’Assemblea degli Stati Generali del Mediterraneo tenutasi a Napoli dal 4 al 6 marzo 2022;
- è stata prescelta nel 2022 quale “International Witness” dal Direttore del Museo Archeologico di Sharm el Sheik, Mr. Mohamed Hasanien e dal documentarista Alberto Siliotti;
- segue costantemente le attività culturali dell’Accademia Araba d’Egitto e gode di diffusa stima presso gli ambienti egiziani di Roma, ivi compresa l’Associazione di amicizia e-business del Presidente della Comunità egiziana Basem Salama Ibrahim.
Riferimenti:
Associazione Italo Egiziana “Eridanus”:
- Sede: Strada dei Calleri 12-10132 TORINO
- Cell. 333 137 4478
Complimenti per l’ intervista. Concordo di abbassare i toni sul caso Reggeni e di coinvolgere la tutor Inglese che era molto vicina alla fratellanza.
Molto interessante
Sarebbe molto interessante essendo presente in Egitto da otre 40anni con opere umanitarie
Giuseppe