Da Milano parte la marcia di Giorgia Meloni verso un obiettivo preciso: Palazzo Chigi
Da venerdì 29 aprile fino a oggi, Festa dei lavoratori, si sta svolgendo la conferenza programmatica di Fratelli d’Italia. Ma da quello che ho potuto ascoltare nel pomeriggio di oggi, archiviare questo evento come il trampolino di lancio di Giorgia Meloni verso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, rischia di essere una sottovalutazione. Mi spiego.
Sta nascendo un partito. Vi pare banale? Vediamo. Dopo decenni in cui i partiti sono diventati sostanzialmente dei puri e semplici comitati elettorali, senza legami con la società, senza valori infine ridotti al rango di slogan, senza idee e culture di riferimento, in queste ore a Milano sta nascendo un progetto nazionale ed europeo che se la sinistra non capirà e si limiterà, come al solito, a dileggiare e a sottovalutare, sarà la sua fine.
Ho scritto progetto nazionale, non nazionalista. Sento rinascere una proposta sociale che recupera una strada che la sinistra ha abbandonato da tempo: l’idea cioè che partendo dal miglioramento delle condizioni di vita di chi ha meno si raggiungono più facilmente i migliori obiettivi di sviluppo civile , sociale ed economico.
Ho ascoltato un’idea autentica di mercato, basato sulle dinamiche di libertà economica tra elites manifatturiere, imprenditoriali, quindi incline alla costruzione di economia e lavoro. Al contrario di quanto accaduto dalla caduta del muro di Berlino, poiché si decise che il mercato era stabilito per decreti statuali affidandolo mani e piedi alla speculazione finanziaria con l’aiuto e il sostegno nefasto di due cavalieri dell’ Apocalisse: Tony Blair e Bill Clinton. Ho ascoltato una proposta europeista concreta, per la nascita di una Europa politica.
La proposta verte sull’idea di una Europa unita su base confederale. Si può essered’accordo o meno, si può ritenere di preferire un’ipotesi federale, ma è un fatto che è la prima volta che un partito, in Italia, lancia una ipotesi di confronto e discussione.
Si restituisca quindi al mercato la sua indole naturale e lo Stato riprenda a occuparsi delle idee di compatibilità e progresso sociale in un equilibrio virtuoso tra merito e bisogno anche attraverso la costruzione di una autentica equità fiscale. Vi dico brevemente che in queste ore a Milano sta nascendo un forte richiamo verso il ceto medio italiano che non cade più vittima dell’illusionismo di una sinistra che definisce fascismo qualsiasi cosa sia diverso da essa.
Nei riguardi di marginali rigurgiti nostalgici, Giorgia Meloni è stata netta e chiara: inutili e dannosi. La leader di Fratelli d’Italia sta costruendo un contenitore politico all’interno del quale potranno facilmente convivere con il nucleo originario del partito anime culturalmente vicine a una visione social liberale. Qualcosa di simile a quanto accadeva a suo tempo all’interno del Gollismo in cui si riconoscevano un Gollismo di destra e un Gollismo di sinistra.
Naturalmente tenendo conto delle dovute differenze, a vantaggio però proprio della formazione di Giorgia Meloni all’interno della quale potrebbero esserci minori differenze di quante esistessero tra le diverse anime del gollismo. Alla sinistra italiana rimane una sola strada: abbandonare i suoi vecchi arnesi e guardare verso una visione liberaldemocratica, alla Renzi per intenderci.
L’alternativa è un futuro più vicino al destino del Partito Socialista Francese che a quello della SPD tedesca.
Francesco Magisano