Politica nazionale

Sull’invio di armi pesanti in Ucraina si alza il muro del Movimento 5 stelle

Il governo sta preparando un decretone, con aiuti per circa 6 miliardi, che potrebbe essere sul tavolo del Consiglio dei ministri entro la fine della prossima settimana, non si esclude tra giovedì e venerdì

© Francesco Fotia / Agf
– Giuseppe Conte

Un altro intervento sul caro bollette, misure sull’energia, anche per incentivare per esempio il solare fotovoltaico, un provvedimento per fronteggiare la burocrazia nel settore, aiuti alle categorie interessate dalla crisi: il governo sta preparando un decretone – aiuti per circa 6 miliardi – che potrebbe essere sul tavolo del Consiglio dei ministri entro la fine della prossima settimana, non si esclude tra giovedì e venerdì.

Al momento per quanto riguarda il nuovo invio delle armi non sembrerebbe previsto un altro decreto del Cdm, dopo quelli del 25 e del 28 febbraio.

Dovrebbe essere sufficiente un decreto interministeriale firmato dal ministro della Difesa, dal ministro degli Esteri e dal ministro Franco.

Ma la nuova fornitura di materiale bellico accende di nuovo il dibattito politico. Le indiscrezioni secondo le quali l’Italia si accingerebbe ad inviare armi pesanti a Kiev vengono ridimensionate da una fonte vicina al dossier ma soprattutto nell’ex fronte rosso-giallo torna ad alzarsi il muro.

“L’unica escalation che vogliamo è l’escalation diplomatica”, dice il presidente del Movimento 5 stelle Conte che dice no “ad una forsennata corsa al riarmo”.

Quello dell’ex premier è un alt fermo: “L’Italia che vogliamo – scandisce al congresso di Articolo 1 con la premessa del diritto all’autotutela e alla legittima difesa del popolo ucraino – non cede alla cultura del rimorchio della Germania e della Francia, dell’Unione europea e della Nato. L’Italia deve farsi sentire”.

Dunque no da parte del Movimento 5 stelle all’invio in Ucraina di armi “offensive”. “Il problema – spiega un’altra fonte che sposa la tesi di Conte – è che ormai non si intravvede più la prospettiva del dialogo, l’unica strada diplomatica è quella battuta dal Vaticano. E sulle armi il governo ha secretato tutto, il Parlamento non sa più nulla, non è possibile. Noi dobbiamo fare come la Germania: frenare no accelerare”.

L’obiettivo di chi spinge per aprire “una fase 2” nel conflitto tra Ucraina e Russia (sulla stessa lunghezza d’onda anche pezzi della Lega, di Sinistra italiana e del Pd) è quello di spingere l’esecutivo a battersi maggiormente per la pace.

Un invito che arriva proprio alla vigilia delle celebrazioni del 25 aprile.

Celebrazioni ‘turbate’ da un tweet del presidente della Commissione Esteri Petrocelli che per fare gli auguri di buona Liberazione utilizza in maiuscolo la Z, la lettera simbolo dell’invasione russa in Ucraina.

“Un gesto vergognoso”, la sollevazione – dal presidente M5s Conte ai ‘big’ Buffagni e Taverna – all’interno del Movimento 5 stelle.

Proprio Conte ricorda come Petrocelli sia fuori dal Movimento. Ma ora ci sara’ un’accelerazione nella battaglia per far sì che Petrocelli faccia un passo indietro.

I partiti sono pronti a ribadire al presidente del Senato l’intenzione di stoppare i lavori. Da qui l’appello del capogruppo dem in Commissione Alfieri affinché intervenga la Casellati.

“Si è passato il segno”, il commento. “È veramente una vergogna”, dice anche il renziano Rosato. Agi

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