Politica nazionale

Manovre a sinistra, il voto avvicina il Pd e Articolo Uno

Le amministrative di giugno e le politiche dell’anno prossimo i punti di riferimento per stringere l’alleanza

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Portare la relazione ad un livello successivo: Articolo Uno e Partito democratico si parlano a viso aperto, dopo una lunga serie di segnali e ammiccamenti. Dopo le Agorà Democratiche, occorre dare una articolazione politica al centrosinistra.

L’appello arriva da Roberto Speranza che, nel lanciarlo, guarda negli occhi Enrico Letta, seduto in prima fila al congresso di Articolo Uno. Assieme al leader dem, sono presenti tutti i protagonisti del campo largo, compreso Carlo Calenda. Unico partito assente è Italia Viva che, come dice il capogruppo Federico Fornaro, ha già scelto da che parte stare con le ultime decisioni prese da Renzi.

Un riferimento allo schema di Italia Viva alle prossime amministrative e al caso Genova, dove i renziani sostengono Bucci assieme, fra gli altri, a Fratelli d’Italia e Lega. “Le agorà democratiche, a cui stiamo partecipando, rappresentano sicuramente un momento utile di confronto e coinvolgimento di forze ed energie importanti nel tragitto di costruzione di un centrosinistra nuovo”, dice Speranza.

“Ma è chiaro che alla fine di questo percorso programmatico e partecipativo servirà un passo più politico di inclusione, di apertura e di rilancio per superare l’attuale articolazione del centrosinistra e aprire davvero una nuova stagione. Una stagione in cui unire in un percorso comune anche in Italia le forze che già convivono in uno stesso gruppo, a Bruxelles e nel Parlamento europeo”.

E poi, più esplicitamente: “Lo abbiamo già detto nelle nostre campagne. E lo ribadiamo oggi. Se si fa la sinistra, che serve all’Italia e all’Europa, noi ci siamo. Noi ci siamo”.

Un appello che Letta raccoglie: “A Speranza rispondo sì: la mia intenzione è fare una sinistra vincente per il Paese”, dice il segretario Pd dal palco: “L’invito è che questo percorso porti in autunno a una discussioe tra di noi che faccia sì che ci mettiamo da parte completamente la storia del 2018”, aggiunge Letta.

“Quel passaggio, il 2018, ha distrutto qualsiasi possibilità per la sinistra di giocare un ruolo vincente. Ognuno di noi deve assumersi le proprie responsabilità, anche voi. Noi dobbiamo essere in grado, insieme, di lasciare da parte le nostre piccole convenienze e fare insieme il lavoro per il quale il Paese ci chiama.

Ognuno di noi è qui per fare qualcosa di grande per il paese”, avverte il segretario dem. Non si tratta, tuttavia, di un ritorno degli ex Pd alla casa madre. Non è uno scioglimento di Articolo Uno nel Partito Democratico il tema in discussione. Piuttosto, si tratta di dare struttura e organizzazione al ‘campo largo’ del centrosinistra.

Come tradurre politicamente questa novità lo si vedrà da qui al 2023. Le elezioni amministrative e, ancora di più, quelle politiche all’orizzonte potrebbero incoraggiare una ricomposizione fra le parti in campo. Come tradurre questa ricomposizione dal punto di vista politico è un tema apertissimo. Sull’agenda, le forze politiche si ritrovano su molti punti: dalla centralità del lavoro e del welfare alla transizione energetica, passando per la questione sociale che promette di essere “il vero campo di prova della sinistra per recuperare i voti dall’astensionismo”, come spiega una fonte parlamentare di Leu.

A sondare gli umori in sala, la speranza di ricomporre un campo di centrosinistra con il Pd e i Cinque Stelle si mischia con lo scetticismo dovuto alle difficoltà che l’impresa presenta. Da una parte, i travagli interni al M5s non danno certezze sul futuro prossimo. Dall’altra, la storia e la forza del Pd rendono poco credibile che i dem possano ripensarsi sotto altra forma.

Di certo, un ricompattamento a sinsitra viene avvertito dai delegati di spicco di Articolo Uno. Un fenomeno “fisiologico” all’approssimarsi del voto, viene spiegato. Ma c’è anche altro.

Due governi dalle agende particolarmente travagliate – complici la pandemia e la guerra in Ucraina – sono serviti a stringere i rapporti fra gli esponenti dei partiti: Pd, M5s e, appunto, Articolo Uno. Lo ribadisce anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ricordando il percorso fatto assieme a Speranza, con il Conte II e con il governo Draghi. La guerra in Ucraina e l’emergenza economica e sociale ad essa connessa incorraggia le forze in campo a investire ancora su questa collaborazione.

Per Di Maio si tratta di una “guerra mondiale economica già in corso” e il presidente della Camera, Roberto Fico, in un messaggio ai partecipanti al congresso invita tutte le forze politiche a farsi garanti della tenuta democratica. Un appello che assume un peso specifico importante dopo le polemiche innescate dalle posizioni del leader M5s, Giuseppe Conte, sulle elezioni in Francia. Sull’ambiguità, vera o presunta, del leader pentastellato sulla sfida francese, Letta spiega che quello di domani è “un referendum sull’Europa. Da una parte c’è chi vuole distruggerla, chi è stato fino ad oggi molto disponibile ad ascoltare le parole di Putin: mi riferisco a Le Pen. Dall’altra c’è chi vuole costruire una Europa più forte e noi siamo fra questi, fra chi vuole che vinca Macron”, aggiunge il segretario dem. AGI

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