Partiti, Politica nazionale

La morte del centrodestra

L’elezione del nuovo Presidente della Repubblica e l’imperizia di Salvini hanno fatto esplodere le contraddizioni del centrodestra. Ora l’alleanza è morta e sepolta. E se rinasce sarà una cosa completamente diversa e avrà il volto della Meloni. Di Giancarlo Magni

Se la battaglia del Quirinale si fosse giocata “alla meno” Matteo Salvini ne sarebbe uscito da trionfatore. Purtroppo non è così e il segretario leghista,  e tutto il centrodestra, sono usciti dalla prova letteralmente massacrati. Aver recuperato Mattarella, e con lui la sopravvivenza del governo Draghi, ha almeno permesso di ridurre i danni. Ma certo, sul quel fronte, le cose dovranno cambiare radicalmente. Giorgia Meloni ha parlato di “rifondazione”. Resta solo da vedere su quali basi.

Salvini le ha sbagliate proprio tutte. Si è mosso senza una strategia e nemmeno una tattica. Ha avanzato tre candidature d’area e le ha abbondonate dopo qualche ora, ha tentato, senza averne il coraggio fino in fondo, di portare avanti il nome di Cassese, che soprattutto per i temi della giustizia sarebbe stato davvero il massimo per il centrodestra garantista, e l’ha subito rinnegato, ha accettato di portare al voto la Casellati anche se tutti gli dicevano che, essendo invisa a molti, non l’avrebbero votata nemmeno i suoi, poi ha puntato sulla Belloni, e ha preso gli sberleffi di mezzo Parlamento che ha giudicato almeno improvvida la candidatura della responsabile dei Servizi segreti. A quel punto anche una Forza Italia orfana di Berlusconi e senza un vero leader, per dignità, si è chiamata fuori. Infine, l’ultima carta, Mattarella. E con quella mossa ha sancito la rottura definitiva con Fratelli d’Italia.

Solo Conte, anche se con minore attivismo,  è riuscito a fare peggio di lui. Ora nel centrodestra ci sono solo macerie. Del resto non poteva che finire così. Con Berlusconi il centrodestra delle origini puntava ad essere, anche se non c’è mai riuscito, un polo sostanzialmente liberale ed europeista. Un’impostazione che con il passare del tempo e l’affievolirsi della leadership del Cav. si è andata progressivamente perdendo. Salvini e la Meloni hanno dato all’alleanza una connotazione populista e sovranista. Lontana mille miglia da quella delle origini. I tre partiti stavano insieme più per convenienza che per convinzione.  L’elezione del Presidente della Repubblica ha fatto esplodere le contraddizioni. Era infatti impossibile conciliare la compattezza dell’alleanza con la salvaguardia della maggioranza di governo.

Ora se il centrodestra rinascerà sarà ad immagine e somiglianza della Meloni. Difficile a quel punto che possano farne parte quello che resta di Forza Italia e quella parte di Lega che ha nel Nord il  suo insediamento politico e sociale. Se poi le spinte che si stanno manifestando per un ritorno al proporzionale avessero successo, allora la rottura fra i tre partiti delle origini sarebbe davvero definitiva.

Giancarlo Magni   (www.soloriformisti.it)

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